jlkbest72
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martedì 9 febbraio 2016
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dov'è l'originaltà???
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Tarantino in questo film LUNGHISSIMO si crogiola con i suoi pezzi forti:
1_dialoghi al limite del paradosso
2_scene pulp forti
3_una storia da raccontare
Mentre ho adorato tutti i suoi precedenti in questo caso non ho trovato ne divertenti ne tantomeno originali gli scambi tra i protagonisti.
Una lunghissima preparazione al quartod'ora finale senza molti colpi di scena a cui ci ha abituato.
questo film è assolutamente sopravvalutato.
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joeblack080303
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martedì 9 febbraio 2016
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semplicemente al di sotto delle attese
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Ho visto il trailer e mi sono entusiasmato, ritenevo Django Unchained un filme straordinario per 3/4 ed avevo la speranza che con questo The Hateful Eight Tarantino avesse finalmente fatto il salto , purtroppo cosi non è stato ..... film lento ..... troppo lento ....... e finale esagerato come sempre (anche se da Tarantino te lo aspetti). Sono deluso perchè ... trovo che solo Tarantino possa fare un gran Western ai giorni nostri , usa le inquadrature come nessuno, ha il senso del ritmo e capisce la vera essenza del western , ma poi ogni volta disattende le mie speranze scadendo nell'esagerazione, spesso fine a se stessa. Uniche note positive Samuel Jackson che sembra nato per recitare per tarantino e appunto le inquadratura ed il montaggio spaziali .
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Ho visto il trailer e mi sono entusiasmato, ritenevo Django Unchained un filme straordinario per 3/4 ed avevo la speranza che con questo The Hateful Eight Tarantino avesse finalmente fatto il salto , purtroppo cosi non è stato ..... film lento ..... troppo lento ....... e finale esagerato come sempre (anche se da Tarantino te lo aspetti). Sono deluso perchè ... trovo che solo Tarantino possa fare un gran Western ai giorni nostri , usa le inquadrature come nessuno, ha il senso del ritmo e capisce la vera essenza del western , ma poi ogni volta disattende le mie speranze scadendo nell'esagerazione, spesso fine a se stessa. Uniche note positive Samuel Jackson che sembra nato per recitare per tarantino e appunto le inquadratura ed il montaggio spaziali .... rimane l'amaro in bocca per tanta potenzialità asservita ad un filme che diciamocelo per me non ha un perchè.
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francesco2
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martedì 9 febbraio 2016
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tarantino, attento alla cinefilia
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Dopo un inizio didascalico e "crocifisso", che già non promette nulla di buono, Tarantino
prosegue le sue in-cursioni ed es-cursioni nella Storia; quella -ufficialmente- con la
"S" maiuscola, quella che in "Inglorious Bastards" si prende(va) la sua rivincita,
complice ed al contempo schiacciata dal cinema (scritto, in una scena, coi caratteri
maiuscoli) durante l'incendio finale. Agli interrogativi etici di "Django"si mescolano quelli
filosofici, tuttavia nient'affatto lontani da dilemmi morali ( La legittimità della pena di
morte, per esempio). Piuttosto cambia il tipo di tensione, più vicina a quella del film
con Brad Pitt: ogni scena sottindendeva un'angoscia latente, fino all"ending"
precedentemente accennato dove l'ingiustizia e l'effimero ( Il cinema, appunto)
sembravano -sembravano?- averla spuntata.
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Dopo un inizio didascalico e "crocifisso", che già non promette nulla di buono, Tarantino
prosegue le sue in-cursioni ed es-cursioni nella Storia; quella -ufficialmente- con la
"S" maiuscola, quella che in "Inglorious Bastards" si prende(va) la sua rivincita,
complice ed al contempo schiacciata dal cinema (scritto, in una scena, coi caratteri
maiuscoli) durante l'incendio finale. Agli interrogativi etici di "Django"si mescolano quelli
filosofici, tuttavia nient'affatto lontani da dilemmi morali ( La legittimità della pena di
morte, per esempio). Piuttosto cambia il tipo di tensione, più vicina a quella del film
con Brad Pitt: ogni scena sottindendeva un'angoscia latente, fino all"ending"
precedentemente accennato dove l'ingiustizia e l'effimero ( Il cinema, appunto)
sembravano -sembravano?- averla spuntata. Né i dilemmi, per chi sia protagonista del film
come per noi spettatori, scompaiono dopo la "scena del caffé", anzi: diventano solo
dilemmi di tutt'altra natura, come a sottolineare che in questo film di certo non esiste nulla,
fuorché il fatto che i primi due-tre protagonisti maschili si conoscano ( Volendo mettere i
puntini sulle "i", la stessa "colpevolezza" del personaggio femminile ci viene raccontata,
anche se una taglia su di lei dà sicuramente da pensare).
A questo punto tuttavia sorgono i "ma", e riguardano quanto di cinefilo -nel senso negativo-
ci sia negli ultimi due Tarantino: paradossalmente, si, partendo proprio da "Django", in linea
teorica il suo film più esplicitamente sociale. La parte che comincia col citato "caffé",
decisamente ampia, aggiunge veramente qualcosa che non sia la crudeltà degli aguzzini e la
"lettera", fra l'altro forse un tantino retorica per essere tarantiniana? E anche sul molto che
"avviene" prima è legittimo nutrire qualche dubbio. Questa struttura modello "dieci piccoli
indiani", dove tutti potrebbero mentire, non riflette quanto visto in casi precedenti, è un
insieme di personaggi che ci e si pongono interrogativi sparsi, dove lui sembra divertirsi
a mostrare un'abilità negli incastri modello "I soliti sospetti". Tarantino è un grande uomo
di cinema, anche se di cinema postmoderno, ma la cinefilia è un potenziale vizio che rischia
di nuocergli.
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sirgient
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martedì 9 febbraio 2016
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non tutte le ciambelle hanno un buco di una colt
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La diligenza corre, è vero, paesaggi innevati fantastici, altrettanto vero. La storia comincia così !
Tutto il resto salta a bordo come per caso... forse troppo per caso,.. espedienti molto simili per chiedere un passaggio o la mera realtà? Stessa scusa volutamente creata da Tarantino, mancanza di fantasia o mancanza di fiducia verso i cavalli? Sta di fatto che tutto questo suscita poca curiosità, tutto artificioso, troppo, anche le storie raccontate in viaggio... va che roba in mezzo al Wyoming chi ti incontri... il mondo è piccolo...ma piccolo davvero, sembra quasi di essere al centro commerciale!
Il resto dell'azione si svolge in un emporio.
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La diligenza corre, è vero, paesaggi innevati fantastici, altrettanto vero. La storia comincia così !
Tutto il resto salta a bordo come per caso... forse troppo per caso,.. espedienti molto simili per chiedere un passaggio o la mera realtà? Stessa scusa volutamente creata da Tarantino, mancanza di fantasia o mancanza di fiducia verso i cavalli? Sta di fatto che tutto questo suscita poca curiosità, tutto artificioso, troppo, anche le storie raccontate in viaggio... va che roba in mezzo al Wyoming chi ti incontri... il mondo è piccolo...ma piccolo davvero, sembra quasi di essere al centro commerciale!
Il resto dell'azione si svolge in un emporio... scena già vista... con dialoghi strani... se non fosse per i grandi attori che li recitano direi "idioti" come dialoghi...noisi e anche volgari fin troppo... certe immagini mi sembrano persino inopportune...
Poi tra personaggi omessi, alcuni messi li a casaccio che centrano come il cacio sul pesce...la storia continua, arrampicandosi sugli specchi e dimenandosi nel freddo della tempesta, tanto che ci si aspetta di vedere venir fuori " la cosa" o lo spirito di MacReady che, cercando la cordicella guida, dal cesso all'emporio si perde nel buio, rischiando il congelamento... Vabbè !!!
Ci prova a omaggiare o direi a scopiazzare i primi piani di Sergio Leone... in modo peraltro insufficiente.poca incisività ed espressività..forse sbaglia gli angoli di inquadratura Boh!! .... Ci prova a inserire il grande maestro Morricone a dare tono al Film... ma lo trovo lontano...molto lontano, come il suono che proviene fievole aldilà della montagna...si sente più forte l'omaggio a Roy orbison con la sua "there won't be many coming home"..
Ci prova Tarantino... dio se ci prova... ma quando spari con una colt devi saper sparare per centrare la ciambella, altrimenti ti ritrovi un Krapfen tra le mani pieno di crema che ad ogni morso ti sporca la punta delle scarpe cadendo verso il basso...
Lontani anni luce da Jackie Brown...GrindHouse... Le Iene .. Pulp Fiction....l'ispirazione nel produrre Killing Zoe ...Sin City... L'immaginario Kill Bill.... Bastardi senza gloria...Dio Mio... quanto siamo lontani da allora.
Forse,l'opinione resta la mia, troppi omaggi rendono l'uomo gobbo... e i western all'italiana restano una prerogativa del nostro geniale Sergio, tanto amato e odiato e poco riconosciuto...ai tempi.... Caro sig. Tarantino... I western non sono pallottole che puoi sparare, ecco l'ho detto !!
Resta un Buon film... ma senza arte ne parte, ben girato, belli gli scenari e le ambientazioni... resta il rammarico di un a storia che non ha detto nulla di quanto forse avrebbe dovuto o forse è stato detto in modo sbagliato... quando le aspettative sono alte si rischia sempre di fare il flop.. e qui c'è riuscito ... ahimè !!
Finite le cartucce ? Speriamo di no !
Come sempre non racconto niente della trama del film, per criticarlo va visto, io l'ho fatto... pentito? No...non mi pento mai di aver visto un film... anzi spesso rivedo anche quelli brutti per riuscire a farmeli piacere...rivedrò anche questo... magari in seconda serata, sul divano, mentre fuori nevica...sperando di non addormentarmi !!
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giank51
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martedì 9 febbraio 2016
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macelleria gratuita
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Se per trasmettere un messaggio politico (posto che di messaggio si tratti) e per riproporre gli ormai desueti conflitti americani, si debba confezionare una rappresentazione cinematografica di tale gratuita violenza, diciamo tranquillamente che siamo messi male. Peggio è messo psicologicamente il regista, che probabilmente deve avere qualche problema nella gestione della proprìia aggressività (parere di neuropsichiatra). Non mi meraviglia che periodicamente negli USA si verifichino autentici massacri.
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guybrush83
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lunedì 8 febbraio 2016
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la nostra missione ha un nome: pazienza
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SPOILER!
Tarantino è tornato! La caratterizzazione dei personaggi che da sempre è il suo punto forte è a dir poco perfetta (guarda e impara sceneggiatore di Star Wars), la colonna sonora che dopo la fine del film è già nella mia playlist personale e alcune chicche di ripresa (come la scena della canzone con la chitarra e la messa a fuoco che cambia a ogni sorso di caffè) fanno venir voglia di rivederlo quanto prima.
Leggendo le critiche mi chiedevo cosa fosse questa "spaventosa lentezza" di cui tutti parlavano.
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SPOILER!
Tarantino è tornato! La caratterizzazione dei personaggi che da sempre è il suo punto forte è a dir poco perfetta (guarda e impara sceneggiatore di Star Wars), la colonna sonora che dopo la fine del film è già nella mia playlist personale e alcune chicche di ripresa (come la scena della canzone con la chitarra e la messa a fuoco che cambia a ogni sorso di caffè) fanno venir voglia di rivederlo quanto prima.
Leggendo le critiche mi chiedevo cosa fosse questa "spaventosa lentezza" di cui tutti parlavano.
Purtroppo abituati come si è oggi a non saper più ascoltare e aspettare allora posso capire i due fidanzatini che arrabbiati hanno lasciato la sala a fine primo tempo perché "Amò, andiamocene che sto film è una palla". Poco male, x dirla alla Renzo Arbore: "meno siamo, meglio stiamo e ne siamo fieri"!
Due sono le frasi chiave nel film: "Uno di loro non è chi dice di essere" che è quella che dà il cambio di ritmo al film, quella che fa entrare il film dalla parte dei bellissimi dialoghi a quella più Noir e poi "Pazienza" il nome della missione della banda! Ah se imparassimo ad averne un pò di più!
Unica nota stonata a mio avviso è il doppiaggio italiano. Doppiatori uno migliore dell'altro eh, tanto di cappello, ma certe volte sarebbe bene scegliere qualche sconosciuto ma che vada bene per il film, l'attore e la parte che si interpreta.
Grande Quentin , continua così.
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scrigno magico
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lunedì 8 febbraio 2016
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un gran...mezzo film!
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Premetto che non sono un fan di Tarantino, in senso classico. Cioè più che piacermi mi incuriosisce. Non mi dispiace, insomma, ma il genere pulp non è che mi faccia impazzire.
Però devo fare una netta distinzione per la prima parte del film, che mi è piaciuta davvero parecchio. Mi è sembrata una pièce teatrale! Se ci fosse stato un'approfondimento sentimentale/amoroso vi avrei ravvisato addirittura qualcosa di Checoviano, a sposarsi bene con quelle stuzzicanti sfumature alla Agatha Christie. Molta suspense fino a che non esplode la violenza, infatti non l'ho trovato classicissimo come film Tarantiniano, e lo dico con compiaciuta accezione positiva.
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Premetto che non sono un fan di Tarantino, in senso classico. Cioè più che piacermi mi incuriosisce. Non mi dispiace, insomma, ma il genere pulp non è che mi faccia impazzire.
Però devo fare una netta distinzione per la prima parte del film, che mi è piaciuta davvero parecchio. Mi è sembrata una pièce teatrale! Se ci fosse stato un'approfondimento sentimentale/amoroso vi avrei ravvisato addirittura qualcosa di Checoviano, a sposarsi bene con quelle stuzzicanti sfumature alla Agatha Christie. Molta suspense fino a che non esplode la violenza, infatti non l'ho trovato classicissimo come film Tarantiniano, e lo dico con compiaciuta accezione positiva. Il giallo è stato snocciolato in maniera intrigante, con conseguente inseminazione di molte aspettative e curiosità durante il dipanarsi della vicenda... Nella seconda parte, quando fatalmente deve esplodere la molla fin lì caricata, il film per me perde qualcosa o molto, dove il gusto per lo splatter del regista (ed è a mio personalissimo parere il limite e paradossalmente il pregio di Quentin), prende il sopravvento in maniera debordante, e le spiegazioni-motivazioni risultano solo in parte convincenti; fermo restando, ben presente, il genere di film, che fa dell'eccesso e del colpo di scena esplosivo (letteralmente), più che del raccontato e vissuto, uno dei suoi punti di forza.
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fabian t.
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lunedì 8 febbraio 2016
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una grande opera minore
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Ed eccolo il tanto atteso film di Tarantino, già considerato un po' frettolosamente il migliore, soprattutto quando ci si fa prendere dall'entusiasmo o dalla voglia di affermare che qualunque suo film sia sempre migliore del precedente. Ma per essere un minimo obiettivi basta analizzare a mente fredda "Hateful Eight" per coglierne oggettivamente pregi e difetti. A mio avviso, infatti, il film - dopo un avvio magistrale - diviene narrativamente sempre più abbandonato a se stesso e la suspense, alla lunga, così ben ricreata, si smorza inevitabilmente a mano a mano che la storia procede, fino a quei momenti cruciali (tutti contro tutti) in cui Tarantino, invece di sorprendere, sembri quasi improvvisare.
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Ed eccolo il tanto atteso film di Tarantino, già considerato un po' frettolosamente il migliore, soprattutto quando ci si fa prendere dall'entusiasmo o dalla voglia di affermare che qualunque suo film sia sempre migliore del precedente. Ma per essere un minimo obiettivi basta analizzare a mente fredda "Hateful Eight" per coglierne oggettivamente pregi e difetti. A mio avviso, infatti, il film - dopo un avvio magistrale - diviene narrativamente sempre più abbandonato a se stesso e la suspense, alla lunga, così ben ricreata, si smorza inevitabilmente a mano a mano che la storia procede, fino a quei momenti cruciali (tutti contro tutti) in cui Tarantino, invece di sorprendere, sembri quasi improvvisare. In fondo, non è tanto la lughezza del film ad appesantire la qualità della storia, anzi, ma la mancanza di uno sforzo maggiore nell'ideare una conclusione degna di nota. Intendiamoci, "Hateful Eight" è un gran film certamente, con una fotografia e scenografia da Oscar e attori bravissimi, ma non si colloca tra i migliori in assoluto di Tarantino il quale, già nel precedente "Django Unchained", aveva realizzato un'opera più curata ed equilibrata, dall'inizio alla fine. Splendide le musiche di Morricone (da capolavoro!), gustosi i dialoghi ed elettrici quei momenti di trepida attesa verso colpi di scena che però stentano ad arrivare, tanto da giungere lentamente a un finale - ahinoi - scontato, senza guizzi creativi, non all'altezza dei precedenti film, nonostante l'impegno nel riempire la stanza di sangue e splatter a profusione. La sceneggiatura, insomma, sforzatasi di mettere in piedi una sorta di giallo, non riesce a reggere fino in fondo e non è da Tarantino. Ciò che rimane in primo piano, senza dubbio, è la scoppiettante relazione caratteriale tra i personaggi che funziona a meraviglia e tiene incollati allo schermo. Per il resto, diciamolo: Tarantino ha tentato di rimettere in piedi "Le iene" in salsa western ma non è riuscito nell'intento, costruendo comunque una grande e irresistibile opera minore. Anche solo per l'inconfondibile stile registico, "Hateful Eight" è da vedere sicuramente (con una strepitosa Jennifer Jason Leigh di altissimo livello!), seppur senza aspettarsi quei colpi di genio che ogni buon fan di Tarantino vorrebbe in ogni suo film.
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claudi068
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lunedì 8 febbraio 2016
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noia totale
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Tre ore di noia totale, dialoghi prolissi e fini a se stessi che non destano alcuna emozione tanto paiono finti e costruiti, storia inesistente. Ne ho visti pochi più brutti di questo. Altamente scosigliato.
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luca lesk
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lunedì 8 febbraio 2016
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trito e ri-trito
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Viene il momento in cui, qualunque regista a corto di idee e spunti narrativi, propone un film già visto volendolo però amplificare rendendosi conto della mediocrità del prodotto.
Non c'è niente di nuovo ne originale ? Allora + violenza, film + lungo, dialoghi dilatati... etc.. Insomma, si estremizza ciò che si conosce molto bene. Questo 8vo lavoro risulta però pesante, lento, scontato, inutilmente violento e privo di un qualunque spunto morale. In una storia, ciò che conta di più è il coinvolgimento emotivo, l'aspettativa dello spettatore, del tutto assenti in questo caso. Mi aspettavo la sopravvivenza della donna, o qualche colpo di scena che giustificasse un film di tre ore. NIENTE ! Si poteva raccontare la stessa banale storia in 90 minuti.
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Viene il momento in cui, qualunque regista a corto di idee e spunti narrativi, propone un film già visto volendolo però amplificare rendendosi conto della mediocrità del prodotto.
Non c'è niente di nuovo ne originale ? Allora + violenza, film + lungo, dialoghi dilatati... etc.. Insomma, si estremizza ciò che si conosce molto bene. Questo 8vo lavoro risulta però pesante, lento, scontato, inutilmente violento e privo di un qualunque spunto morale. In una storia, ciò che conta di più è il coinvolgimento emotivo, l'aspettativa dello spettatore, del tutto assenti in questo caso. Mi aspettavo la sopravvivenza della donna, o qualche colpo di scena che giustificasse un film di tre ore. NIENTE ! Si poteva raccontare la stessa banale storia in 90 minuti..
Consiglierei a Tarantino anche un rinnovamento degli attori, oramai più adatti ad un remake di Cocoon che ad un western.
Non lo consiglio. Molto deluso.
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