ritapilamadaffacka
|
venerdì 5 febbraio 2016
|
quentin,ti sei perso nelle nevi?!
|
|
|
|
Quando penso a Tarantino non posso fare a meno di immedesimarmi in una scena pazza piena di azione, colori, caos, una scena viva, qualcosa che ti faccia tenere il sedere in tensione sulla sedia, qualcosa che ti rimane talmente tanto impresso nei ricordi da voler desiderare di viverlo.
Quando penso ai film che ho visto del buon Quentin mi tornano alla mente risate senza senso, scene al massimo dell'anarchia, estremismi nel descrivere la realtà che ti portano a voler rivedere ogni singolo spezzone finché gli occhi non chiedono pietà per le luci dello schermo.
Quentin Tarantino è (e rimane nonostante sto scempio) il regista, l'uomo, il pazzo che più stimerò da qui finché avrò abbastanza soldi per andare al cinema, ma a sto giro proprio non mi è piaciuto.
[+]
Quando penso a Tarantino non posso fare a meno di immedesimarmi in una scena pazza piena di azione, colori, caos, una scena viva, qualcosa che ti faccia tenere il sedere in tensione sulla sedia, qualcosa che ti rimane talmente tanto impresso nei ricordi da voler desiderare di viverlo.
Quando penso ai film che ho visto del buon Quentin mi tornano alla mente risate senza senso, scene al massimo dell'anarchia, estremismi nel descrivere la realtà che ti portano a voler rivedere ogni singolo spezzone finché gli occhi non chiedono pietà per le luci dello schermo.
Quentin Tarantino è (e rimane nonostante sto scempio) il regista, l'uomo, il pazzo che più stimerò da qui finché avrò abbastanza soldi per andare al cinema, ma a sto giro proprio non mi è piaciuto.
Si, ottimi effetti, ottimi costumi, ottimi panorami, ottimi attori (Samuel L. Jackson dovrebbe essere patrimonio dell'umanità) ed ottime colonne sonore, Dio grazie per averci dato Morricone in sto mondo piatto, ma le tempistiche ammazzano tutto. Dialoghi troppo lunghi, per discorsi troppo contorti, con rilevanze troppo scontate. Non voglio spoilerare nulla, ma dopo le prime scene d'azione già si capisce gran parte del film e purtroppo non ho sentito il Quentin che pensavo di trovare. Ho aspettato con ansia l'uscita di questo suo ottavo figlio multimediale, ma temo proprio che a sto giro abbia sbagliato la pappa liofilizzata con cui l'ha nutrito.
Un forte abbraccio (il contributo del mio Dani)
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ritapilamadaffacka »
[ - ] lascia un commento a ritapilamadaffacka »
|
|
d'accordo? |
|
raffiraffi
|
venerdì 5 febbraio 2016
|
il sogno americano è solo un ricordo
|
|
|
|
Cosa accade a una nazione che ha armato il proprio popolo fino ai denti, nutrendone l'anima con il denaro? Che si crea una nazione di assassini pronti a uccidere per denaro, dal momento che la vita non vale più nulla. Il mito leggendario di Abramo Lincoln è diventato una menzogna che, tuttavia, ancora fa presa sull'immaginario collettivo del popolo americano. L'America è una donna che viene picchiata senza posa, un occhio perennemente pesto, il volto insanguinato, l'idioma volgare. La giustizia è latente, ormai indissolubilmente legata a doppio filo al denaro e alla morte: la forca (leggi: la pena di morte ancora praticata in molti stati dell'unione ) sembra il solo obiettivo possibile e il boia (la coscienza collettiva americana), avido della ricompensa, si pavoneggia di essere parte del macabro sistema.
[+]
Cosa accade a una nazione che ha armato il proprio popolo fino ai denti, nutrendone l'anima con il denaro? Che si crea una nazione di assassini pronti a uccidere per denaro, dal momento che la vita non vale più nulla. Il mito leggendario di Abramo Lincoln è diventato una menzogna che, tuttavia, ancora fa presa sull'immaginario collettivo del popolo americano. L'America è una donna che viene picchiata senza posa, un occhio perennemente pesto, il volto insanguinato, l'idioma volgare. La giustizia è latente, ormai indissolubilmente legata a doppio filo al denaro e alla morte: la forca (leggi: la pena di morte ancora praticata in molti stati dell'unione ) sembra il solo obiettivo possibile e il boia (la coscienza collettiva americana), avido della ricompensa, si pavoneggia di essere parte del macabro sistema.
L'abuso sui neri è vendicato con una ferocia sottile e il sogno di essere davvero alla pari è un'illusione che si consuma sotto i colpi della realtà: l'eredità, ormai fasulla, del sogno americano è nelle mani di un uomo di colore che, alla fine della storia, "non ha più le palle" neppure per difendere i propri sogni. Un capolavoro che cela molteplici livelli di lettura, difficili da cogliere nel corso di una sola visione: il Cinema con la "C" maiuscola che continua a parlarti nel tempo. Un film imperdibile.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a raffiraffi »
[ - ] lascia un commento a raffiraffi »
|
|
d'accordo? |
|
kira93
|
giovedì 4 febbraio 2016
|
ottimo ritorno di quentin.
|
|
|
|
Forse una storia del genere può funzionare di più al teatro che al cinema, comunque sia io l'ho trovato un ottimo film, l'inizio è un po' lento e poco "Tarantiniano" ma ci sta in quanto serve a presentare i personaggi, poi verso la metà esce fuori completamente il suo vero stile. Grande cast come sempre e ottima recitazione da parte di tutti gli attori.
Mi aspettavo qualche dialogo dei suoi, ci sono, ma sono pochi e poco incisivi, peccato solo per questo.
Quentin ci ha regalato un altro filmone, va bene, non al livello di Pulp Fiction o Kill Bill ma resta comunque un film ottimo. Non ha deluso le mie aspettative.
|
|
[+] lascia un commento a kira93 »
[ - ] lascia un commento a kira93 »
|
|
d'accordo? |
|
lapisdris
|
giovedì 4 febbraio 2016
|
aria di cinema
|
|
|
|
Che dire, Tarantino con questa opera ha raggiunto il suo grado massimo di maturità sia come scrittura, sia come tecnica.
Il meccanismo dagli ingranaggi gelati dalla neve e dalla cupissima atmosfera creata dal maestro Morricone, ci mostra lentamente la sua meccanica con i dialoghi accattivanti ed una fotografia resa unica dall'uso del 70mm. Esso é destinato peróa scattare mescolando tutte le carte in gioco e regalandoci un capolavoro che difficilmente passerà inosservato.
[+] ma che film hai visto ?
(di teresa70)
[ - ] ma che film hai visto ?
[+] teresa70
(di lapisdris)
[ - ] teresa70
[+] teresa70
(di lapisdris)
[ - ] teresa70
|
|
[+] lascia un commento a lapisdris »
[ - ] lascia un commento a lapisdris »
|
|
d'accordo? |
|
teresa70
|
giovedì 4 febbraio 2016
|
tre ore di pura noia
|
|
|
|
Dialoghi sgangherati e tre ore di pura noia per l'ultimo Tarantino.
Siamo lontaninissimi dai suoi film culto.
[+] condivido pienamente
(di jeffrey hammond)
[ - ] condivido pienamente
|
|
[+] lascia un commento a teresa70 »
[ - ] lascia un commento a teresa70 »
|
|
d'accordo? |
|
stefano capasso
|
lunedì 1 febbraio 2016
|
intrattenimento di altissima qualità di un maestro
|
|
|
|
Un cacciatore di taglie sta portando la sua prigioniera a Red Rock per consegnarla alla giustizia. Durante il viaggio incontra due uomini bloccati dalla tormenta di neve e con loro trova rifugio presso una locanda dove ci saranno altri uomini che li attendono per liberare la prigioniera.
Un soggetto semplice che racconta tutto il film. Questa è la grandezza di Quentin Tarantino cha sviluppa su una storia che si riassume ini poche righe un racconto avvincente raccontandolo con la maestria e la cura nei dettagli che gli conosciamo. Il risultato è un film di grande intrattenimento, intelligente e di grande qualità, grazie anche alla colonna sonora di Ennio Moricone.
Tarantino conosce alla perfezione le regole del cinema; le usa, rivedendole, a suo piacimento e gioca con la sceneggiatura per ricreare in modo sapiente una storia allo stesso tempo improbabile e assolutamente convincente, compiendo in pieno quella che è la magia del cinema.
[+]
Un cacciatore di taglie sta portando la sua prigioniera a Red Rock per consegnarla alla giustizia. Durante il viaggio incontra due uomini bloccati dalla tormenta di neve e con loro trova rifugio presso una locanda dove ci saranno altri uomini che li attendono per liberare la prigioniera.
Un soggetto semplice che racconta tutto il film. Questa è la grandezza di Quentin Tarantino cha sviluppa su una storia che si riassume ini poche righe un racconto avvincente raccontandolo con la maestria e la cura nei dettagli che gli conosciamo. Il risultato è un film di grande intrattenimento, intelligente e di grande qualità, grazie anche alla colonna sonora di Ennio Moricone.
Tarantino conosce alla perfezione le regole del cinema; le usa, rivedendole, a suo piacimento e gioca con la sceneggiatura per ricreare in modo sapiente una storia allo stesso tempo improbabile e assolutamente convincente, compiendo in pieno quella che è la magia del cinema.
Ricorre, tra gli altri, il tema razziale; il percorso della difficile integrazione tra bianchi e neri che seppure a buon punto non è del tutto completato.
Ho visto il film in anteprima presso lo Studio 5 di Cinecittà dove rimarrà fino a fine Febbraio. Lo studio è allestito come sala cinematografica per apprezzare al meglio il film girato in 70mm, un formato speciale.
Lo schermo sterminato e un audio potentissimo rendono la proiezione ancora più coinvolgente. Inoltre è allestita fuori la sala, la ricostruzione della casa innevata del Wyoming dove si svolgono i fatti.
Ed è la versione estesa che non sarà quella proiettata ai cinema. Ultima chicca, l’intervallo di 15 minuti tra primo e secondo tempo come si usava un tempo
[-]
|
|
[+] lascia un commento a stefano capasso »
[ - ] lascia un commento a stefano capasso »
|
|
d'accordo? |
|
jackiechan90
|
lunedì 1 febbraio 2016
|
capolavoro e summa dell'opera tarantiniana
|
|
|
|
L'ottavo film di Tarantino è un film destinato a durare negli anni e nella memoria dei cinefili di tutto il mondo. Non solo perché ormai i film del regista di Knoxville sono diventati dei veri e propri eventi dopo l'annuncio della fine (tarantino ha affermato che arriverà al 10° film e poi concluderà così la sua carriera da regista) o per il fatto che ha scelto di girare in un formato inconsueto ma carico di forti valenze simboliche (il 70 mm Panavision, quello più costoso, usato in una decina di film in tutta la storia del cinema); ma è soprattutto la consapevolezza metadiegetica del film stesso che lo rende uno spartiacque nella produzione tarantiniana. C'è una consapevolezza maggiore da parte del regista rispetto ad altri suoi film e lo steso tarantino lo sa bene.
[+]
L'ottavo film di Tarantino è un film destinato a durare negli anni e nella memoria dei cinefili di tutto il mondo. Non solo perché ormai i film del regista di Knoxville sono diventati dei veri e propri eventi dopo l'annuncio della fine (tarantino ha affermato che arriverà al 10° film e poi concluderà così la sua carriera da regista) o per il fatto che ha scelto di girare in un formato inconsueto ma carico di forti valenze simboliche (il 70 mm Panavision, quello più costoso, usato in una decina di film in tutta la storia del cinema); ma è soprattutto la consapevolezza metadiegetica del film stesso che lo rende uno spartiacque nella produzione tarantiniana. C'è una consapevolezza maggiore da parte del regista rispetto ad altri suoi film e lo steso tarantino lo sa bene. Cominciamo dal titolo: "The Hateful Eight", chiaramente riferito agli otto protagonisti del film, una serie di personaggi che si ritrovano bloccati in una locanda a causa di una bufera di neve (e già qui abbiamo una novità rispetto alla rappresentazione iconica degli ambienti soleggiati del western americano a cui eravamo abituati), ma è anche una dichiarazione dello stesso regista che pone un accento biografico particolare alla sua ottava (e terzultima) opera. Il film è una summa di tutto il cinema tarantiniano con i suoi cliché e la sua cifra stilistica particolare: si tratta di un'opera che omaggia una certa tradizione di western all'italiana e di mistery (la storia è un classico "giallo della camera chiusa"). Sono presenti, inoltre, particolari escamotage tipici della nouvelle vague che ricalcano quelli di altri film di Tarantino (geniale il macguffin della lettera di Lincoln e la citazione biblica "a la Pulp Fiction"). E che dire degli stessi personaggi? Ognuno di loro è, nei fatti, una re-interpretazione dei protagonisti degli altri sette film, da Tim Roth che riprende il cacciatore di taglie Christoph Waltz di "Django unchained", a Michael Madsen che riprende le vesti della "iena" in un contesto western ("Lei è una iena" dirà, con chiaro intento ironico a un Kurt Russell, redivivo "Grindhouse" western) fino a Samuel L. Jackson ancora una volta nelle vesti di un giustiziere divino". Abbiamo il sangue a fiumi (mostrato in tutta la sua consistenza grazie alla fotografia di Robert Richardson), le battute al vetriolo e politicamente scorrette che nascondono profonde riflessioni sulla giustizia terrena, le citazioni di musiche e marche di sigarette, i trielli (qui si dovrebbe parlare di "quartello" se non addirittura "quinquello"), le inquadrature ricercate e sofisticate, l'isteria collettiva e anarcoide. C'è tutto tarantino insomma in un film che ne rappresenta il vertice della composizione visiva e narrativa (il film è un enorme "romanzo visivo" diviso in capitoli) che si dimostra ancora più epico grazie alla scelta del 70 mm che valorizza gli ambienti, esterni e interni, e la "pastosità" delle forme. Una scelta che non è solo una mera operazione-nostalgia ma che vuole riprendere e ridare un senso alla visione cinematografica. In sottofondo vi è una riflessione, da parte di tarantino, non solo sul suo stesso cinema, ma sul "cinema" in generale, sul vedere come esperienza collettiva e irripetibile (e proprio sulla vista e l'apparenza dello sguardo gioca tutta la storia). Non resta che aspettare di vedere i prossimi due film di Tarantino per vedere a che cosa porterà questa sua riflessione, ma una cosa è certa: quest'ultimo è un capolavoro.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jackiechan90 »
[ - ] lascia un commento a jackiechan90 »
|
|
d'accordo? |
|
filippotognoli
|
lunedì 1 febbraio 2016
|
le iene nel 1865
|
|
|
|
Dopo averci dato la sua versione del nazismo nella 2nda guerra mondiale, e della schiavitu' negli USA del sud a fine '800, Tarantino ci delizia con un altro capolavoro dei suoi raccontandoci la sua Guerra Civile Americana nelle montagne innevate del Wyoming.La struttura e' quella di una vera e propria Opera Sinfonica, suddivisa in 6 atti, supportata dalle superbe musiche dell'immortale Morricone.Proprio come a teatro, con quasi solo 8 attori del titolo, in una location unica, riesce magicamente grazie alla sua sempre straordinaria sceneggiatura a creare una storia eccezionale. Tutti sospettano di tutti, nessuno e' quello che dice di essere, e lo spettatore non puo' che rimanere per oltre tre ore a godere nel cercare di capire chi tradira' chi e quali siano le reali intenzioni dei personaggi.
[+]
Dopo averci dato la sua versione del nazismo nella 2nda guerra mondiale, e della schiavitu' negli USA del sud a fine '800, Tarantino ci delizia con un altro capolavoro dei suoi raccontandoci la sua Guerra Civile Americana nelle montagne innevate del Wyoming.La struttura e' quella di una vera e propria Opera Sinfonica, suddivisa in 6 atti, supportata dalle superbe musiche dell'immortale Morricone.Proprio come a teatro, con quasi solo 8 attori del titolo, in una location unica, riesce magicamente grazie alla sua sempre straordinaria sceneggiatura a creare una storia eccezionale. Tutti sospettano di tutti, nessuno e' quello che dice di essere, e lo spettatore non puo' che rimanere per oltre tre ore a godere nel cercare di capire chi tradira' chi e quali siano le reali intenzioni dei personaggi. Le caratterizzazioni sono fantastiche, tutti gli attori sono calati perfettamente nel ruolo, e danno prova che, con un regista del calibro di Tarantino, i dialoghi sono i veri protagonisti. Si parla di avidita', tradimento, inganno, taglie, ricompense, ma anche di razzismo, giustizia, politica e storia. Il linguaggio e' sempre diretto e senza censure, in puro stile Tarantino.La violenza e la crudezza, a volte splatter, e' sempre giustificata e mai gratuita.Rende in immagini fisiche la vera violenza che e' quella mentale degli "odiosi otto".Samuel L. Jackson, anche alla luce delle polemiche della comunita' nera, meritava ampiamente almeno una nomination come miglior attore protagonista. Cosi' come il non aver messo in nomination la sceneggiatura e' un vero delitto. Da vedere in 70mm per apprezzare in pieno il vero spirito western del vero cinema di una volta.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a filippotognoli »
[ - ] lascia un commento a filippotognoli »
|
|
d'accordo? |
|
lapisdris
|
domenica 31 gennaio 2016
|
hateful eight
|
|
|
|
É incredibile come ci sia voluta una manciata di attori in una stanza a farmi provare il cinema, quello vero...se a ció aggiungi il tocco dato dal 70mm non credo ci sia altro da dire, se non a chi non l'avesse ancora visto di recarsi a Melzo, Bologna o Roma e goderne appieno.
|
|
[+] lascia un commento a lapisdris »
[ - ] lascia un commento a lapisdris »
|
|
d'accordo? |
|
johnny1988
|
domenica 31 gennaio 2016
|
quando l'western incontra il kammerispiele
|
|
|
|
Le (mie) ragioni per cui Hateful Eight andrebbe visto all'1 di notte, in lingua originale, in 70 mm formato superwide, uncut edition:
- Tarantino ha raggiunto l'apice della conoscenza della tecnica cinematografica e del gusto per il linguaggio visivo e narrativo.
- T. fa letteratura con il cinema, non i popcorn.
- Andrebbe visto a ridosso del Natale o della Pasqua, ma per concorrenza con Star Wars da noi non si poteva.
[+]
Le (mie) ragioni per cui Hateful Eight andrebbe visto all'1 di notte, in lingua originale, in 70 mm formato superwide, uncut edition:
- Tarantino ha raggiunto l'apice della conoscenza della tecnica cinematografica e del gusto per il linguaggio visivo e narrativo.
- T. fa letteratura con il cinema, non i popcorn.
- Andrebbe visto a ridosso del Natale o della Pasqua, ma per concorrenza con Star Wars da noi non si poteva. Mai come quest'anno potrebbe esserci un film più vicino al tema del messaggio evangelico della solidarietà e dell'integrazione. Già solo il Gesù in croce e l'occhio nero di Daisy che incorniciano il film lasciano molto da dire.
- La lingua americana e i suoi dialetti hanno un plus valore nel cinema di Tarantino. Il doppiaggio, per quanto possa eccellere, squalifica i timbri vocali.
- Il film va visto in pellicola: grana, pasta, colore, profondità, contrasto, già detto tutto.
- La fotografia di Richardson vale l'Oscar, nessun dubbio. Stimolerebbe anche il più insensibile a sperimentarsi con le luci.
- La musica di Morricone vale l'Oscar, nessun dubbio.
- Il Western di J.Ford incontra il Kammerspiele di B.Brecht e il Poirot di A.Christie in un cocktail che solo Hitchcock, ai tempi, avrebbe apprezzato.
- Sebbene siano di gran lunga superiori ancora Pulp Fiction, Jackie Brown, Kill Bill per i risvolti ontologici, qui si ama la tensione in ogni inquadratura, il finale e che ogni tanto esca fuori "bianco bastardo", "fottuto negro" con qualche schizzo di cervella: catarsi.
- Unica pecca (personale): perché "I shout the Scheriff" non viene mai suonata!? A Rodriguez non sarebbe sfuggito un dettaglio così non poco insignficante.
- Ah, già perché all'1 di notte: perché tutti i biglietti sono stati prenotati per tutta la settimana d'anteprima. Ci si consola sapendo che l'adrenalina non manca e che una volta fuori si esce a far colazione con uno strano sapore di ferro e ruggine in bocca.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a johnny1988 »
[ - ] lascia un commento a johnny1988 »
|
|
d'accordo? |
|
|