Anno | 2015 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 82 minuti |
Regia di | Lucio Viglierchio |
MYmonetro | 3,00 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 8 giugno 2016
Un film per raccontare la leucemia e il cammino verso la guarigione.
CONSIGLIATO SÌ
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Nella primavera del 2010 Lucio Viglierchio si ammala di leucemia mieloide acuta. Dopo
una terapia che prevede tre chemioterapie in isolamento e dei mesi di cure si trova in una fase che sta tra la remissione e la guarigione. È in questo tipo di condizione psichica e fisiologica che sente il bisogno di tornare nell'ospedale in cui è stato curato per ritrovare se stesso e vincere la paura. Qui incontra Sabrina che è affetta dalla stessa malattia.
Non è mai facile mostrare la sofferenza e il timore della morte al cinema e ancora più difficile è portare sullo schermo i momenti più intimi del percorso nei meandri della malattia senza cedere al voyeurismo e conservando al contempo lucidità e rispetto
senza però trascurare l'empatia che progressivamente si sviluppa tra chi guarda e chi è guardato. È ciò che è riuscito a fare Lucio Viglierchio grazie alla sua sensibilità e alla
condivisione di una condizione di fragilità. Quella tra Lucio e Sabrina non è una storia d'amore che nasce tra le mura di una casa di cura. Lucio è sposato e ha una bambina che ci mostra con orgoglio mentre tenta di compiere i primi passi. Il loro è un reciproco sostegno motivato dal desiderio di mostrare, sia a chi gode di buona salute che a chi è sofferente, che la resa alla malattia è l'unica opzione che non va presa in considerazione. "Il progetto mi ha offerto la possibilità di tornare sul luogo di tanta sofferenza, questa volta apostolo di speranza tra persone che stanno combattendo la stessa battaglia". Senza falsi pietismi e con la consapevolezza di chi conosce e ha vissuto (e in qualche misura ancora vive) sulla propria pelle sensazioni e paure Viglierchio entra in punta di piedi nel viaggio verso il trapianto di midollo che per Sabrina assume il valore di una svolta decisiva nella sua vita. Il suo volto che si scava progressivamente e in cui gli occhi vengono attraversati da luci diverse è di quelli che non si dimenticano facilmente.
Questo documentario di vita ha anche il pregio di non terminare con i titoli di coda. Per chi vuole proseguire nel processo di conoscenza in materia c'è il sito www.nonaverepaura.it.
Colpito alcuni anni fa da leucemia mieloide acuta, l'autore ripecorre con lucidità e dolore le tappe e i riti delle terapie a cui si e sottoposto. Un viaggio a ritroso nella malattia e nella paura, accompagnato da un'altra paziente, Sabrina, una combattente indomita che l'ha aiutato a capire in profondità il senso della vita. Insieme a loro i familiari, gli infermieri e i medici dell'Ospedale Mauriziano di Torino. Una messa in scena coraggiosa e lontana dall'autocommiserazione.