Youth - La giovinezza |
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Un film di Paolo Sorrentino.
Con Michael Caine, Harvey Keitel, Rachel Weisz, Paul Dano.
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Titolo originale Youth.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 118 min.
- Italia, Francia, Svizzera, Gran Bretagna 2015.
- Medusa
uscita mercoledì 20 maggio 2015.
MYMONETRO
Youth - La giovinezza
valutazione media:
3,65
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un esercizio di stile?di mauro.tFeedback: 4451 | altri commenti e recensioni di mauro.t |
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lunedì 25 maggio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Sorrentino è indiscutibilmente, visionario, creativo, bravissimo. Intriganti sono alcune situazioni. Gustosi i personaggi con i loro limiti e le loro ossessioni. A volte si tratta di veri e propri camei (Maradona, o la pop star brava a letto). Bravi gli attori di un cast stellare (non poteva essere altrimenti). Bellissima l’ambientazione (ed è chiaramente una citazione de “La montagna incantata” di Thomas Mann). C’è persino un finale con diversi colpi di scena, dove troviamo chi cambia idea sulla sua negatività, chi affronta le sue paure, chi si arrende, chi raggiunge obiettivi inimmaginabili. Ma non è sufficiente per fare un buon film. Grande ricchezza di temi? Forse, ma costruiti a tavolino, probabilmente in un gruppo di teste (come nel film a cui sta lavorando Harvey Keitel), tanto da rendere dispersiva l’opera, perché nessuno è sviluppato in modo articolato e fa fatica ad arrivare al cuore. Qual è qui il tema principale? Dovrebbe essere il contrasto tra la giovinezza e la vecchiaia. Ma si cade nello tormentone dell’ipertrofia prostatica, della memora che divora anche i ricordi dell’infanzia (credibile solo nell’Alzheimer), o nello stereotipo di due vecchi che guardano Miss Universo nuda in piscina. Indubbiamente il film è un elogio della leggerezza (già Calvino lo diceva in Lezioni americane...) e della semplicità. La musica c’è. Non c’è bisogno di capirla. Le canzoni del maestro sono semplici, ciò non toglie che siano bellissime. L’invito è ad abbandonare la razionalità per dedicarsi alla comunicazione delle emozioni. “Le emozioni non sono sopravvalutate, sono tutto quello che abbiamo” dice uno dei due amici. C’è chi le esprime con la musica, chi con il cinema, chi con il corpo, chi con le parole. Tutto qui? Ne “La montagna incantata” c’era un dibattito sulla cultura di un secolo. Qui c’è un ritorno di spiritualità (“New age”?) antintellettualistico. Spirito (leggerezza) contro intelletto (pesantezza). E non c’è sintesi. I tempi cambiano. Avrà ragione Sorrentino? C’è bisogno di nutrire l’intuizione e la leggerezza? Per il momento, il film mi sembra solo un esercizio di stile. “La grande bellezza” era grande cinema. “Youth” no. E a Cannes è rimasto giustamente a digiuno.
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