Youth - La giovinezza |
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Un film di Paolo Sorrentino.
Con Michael Caine, Harvey Keitel, Rachel Weisz, Paul Dano.
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Titolo originale Youth.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 118 min.
- Italia, Francia, Svizzera, Gran Bretagna 2015.
- Medusa
uscita mercoledì 20 maggio 2015.
MYMONETRO
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Il ritratto inesorabile e crudo della vecchiaia
di FlyantoFeedback: 104180 | altri commenti e recensioni di Flyanto |
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lunedì 25 maggio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"La Giovinezza", quel periodo della vita di un individuo che tanto rimpiangono, in quanto ormai lontani da essa, i due protagonisti anziani dell'ultimo film di Paolo Sorrentino. I due personaggi che il regista napoletano qui presenta sono due persone famose nel campo dello spettacolo, e precisamente un ex- direttore d'orchestra (Michael Caine), nonchè compositore di musiche, ed un noto regista (Harvey Keitel) che trascorrono una vacanza in una sorta di lussuoso hotel benessere in una piccola località della Svizzera. Disillusi ed apatici essi passando le proprie giornate a ricordare con nostalgia episodi del tempo ormai trascorso ed a commentare invece il triste e fiacco stato presente, ad osservare gli altri residenti dell'albergo, anch'essi piuttosto svogliati ed ormai rassegnati alla vita, ed a colloquiare solo con chi loro reputano degni di attenzione e, cioè, un giovane attore anch'egli disincantato dell'esistenza ed alcuni bambini che costituiscono una sorta di ultima linfa vitale per loro. Le giornate si dispiegano lente e noiose e soprattutto tutte uguali, divise tra passeggiate, visite mediche, massaggi, bagni in piscina e penosi numeri di intrattenimento da parte dell'organizzazione dell'hotel che sicuramente non rinfrancano il cuore dei protagonisti, anzi, lo deprimono ancor di più. Alcuni avvenimenti si succedono nel frattempo come, ad esempio, il soggiorno condiviso dall'ex direttore d'orchestra con la propria figlia abbandonata improvvisamente dal marito invaghitosi di una giovane pop star e purtroppo un episodio tragico che costituirà per lui una sorta di molla al fine di reagire dalla propria apatia e di vivere le proprie ultime giornate al meglio, dedicandosi a ciò che ancora più riesce a farlo sentire ancora vivo.
Sorrentino riesce perfettamente a descrivere la condizione della vecchiaia adottando un modo esplicito e diretto e senza alcuna edulcorazione e pertanto il ritratto che lo spettatore evince di questo stato dell' esistenza umana risulta quanto mai realistico e, purtroppo, affatto allegro. La vecchiaia non viene vista in maniera negativa in sè, quanto come un qualcosa senza alcun dubbio deleterio, anche proprio per l'individuale salute dell'individuo stesso, e triste quando vissuta senza più passioni e desideri. Solo così, per Sorrentino, la vecchiaia può essere sopportata e vissuta, se non allegramente, ma egregiamente ed in maniera più piacevole della noia e dell'apatia costanti. Il personaggio dell'ex direttore d'orchestra, ottimamente interpretato da Michael Caine, ricorda in certi dialoghi nonchè atteggiamenti disincantati ed ormai disillusi nei confronti della vita un poco quello di Gep Gambardella del precedente "La Grande Bellezza", ma in "Youth" il personaggio ha senza alcun dubbio una connotazione più pessimistica e soprattutto di forzata rassegnazione per le scarse possibilità future imposte dalla natura che deve seguire il proprio percorso naturale.
Il cast di attori scelto ed impegnato da Sorrentino contribuisce in maniera preponderante alla riuscita del film: Michael Caine, come ripeto, si dimostra, come sempre del resto, all'altezza della sua parte e quanto mai ottimamente ed esplicitamente riesce a comunicare le sensazioni e lo stato d'animo provati, Harvey Keitel, anch'egli affatto da meno di Caine, impersona molto egregiamente il proprio ruolo in apparenza più sereno e rassegnato di quello dell'altro, Jane Fonda, in quello di una famosa attrice, sebbene compaia per un tempo notevolmente limitato in scena, con poche battute dimostra al meglio il proprio talento ed, infine, sia Paul Dano, nella parte del giovane attore, che Rachel Weitz in quella della figlia del grande maestro, perennemente in un ruolo di secondo piano e fortemente adombrato dalla preponderante figura del padre artista famoso, appaiono molto convincenti.
Insomma, un film ben diretto, ben costruito e precisamente scandito nel suo giusto andamento lento teso a scandire l'inesorabile ed ormai troppo "tranquilla" condizione della vecchiaia.
Da non perdere nonostante non abbia ottenuto alcuna premiazione al Festival di Cannes.
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