Youth - La giovinezza |
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Un film di Paolo Sorrentino.
Con Michael Caine, Harvey Keitel, Rachel Weisz, Paul Dano.
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Titolo originale Youth.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 118 min.
- Italia, Francia, Svizzera, Gran Bretagna 2015.
- Medusa
uscita mercoledì 20 maggio 2015.
MYMONETRO
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Una parola: bellissimo!
di jacopo b98Feedback: 37261 | altri commenti e recensioni di jacopo b98 |
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venerdì 29 maggio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il compositore e direttore d’orchestra in pensione Fred Ballinger (Caine) è in vacanza in un lussuoso albergo sulle Alpi svizzere. In questo hotel-Babilonia vi sono molti ospiti: il suo migliore amico Mick Boyle (Keitel), anziano regista che sta lavorando al suo capolavoro finale, sua figlia Lena (Weisz), reduce da un doloroso divorzio, un attore (Dano) di Hollywood, impegnato nel preparare il suo prossimo personaggio, e tantissimi altri. Tutti quanti vivono con disincantata monotonia le proprie esistenze, fatte di piccoli momenti, qualche futilità e tutti quanti, a loro modo invecchiano. Ma forse, per lo meno per Ballinger, questa sarà l’occasione per riscoprire una nuova giovinezza. Scritto e diretto dal regista, reduce dell’Oscar vinto per La grande bellezza, Youth è l’opera più intimista di Sorrentino, ma non meno ambiziosa del suo precedente film. La prima domanda che sorge al termine del film è: “È perfetto?”, no, probabilmente no, risponderemmo noi. La perfezione Sorrentino (forse) non l’ha ancora trovata, ma Youth ha una straordinaria qualità: è un vero piccolo grande capolavoro, nonché un film davvero bellissimo (e può piacere davvero a tutti, in generale: si tratta certamente di un film più accessibile rispetto al precedente di Sorrentino). È una straordinaria riflessione su ciò che significa diventare vecchi: tentare di vivere una perenne nuova giovinezza, con tutte le impossibilità di riafferrare una condizione purtroppo breve e caduca. Eppure, ci dice Sorrentino, la ricerca di quella giovinezza perduta (che di fondo era anche il tema della Grande bellezza) è l’unico modo che abbiamo di vivere, in quanto la giovinezza è l’unica condizione della vita che ci permetta di cogliere appieno la bellezza di quest’ultima. A suo modo non è un film facile, ma tutto sommato è un’opera che si fa seguire volentieri e cattura lo spettatore per tutta la sua durata. E che gioia vedere due interpreti monumentali quali M. Caine e H. Keitel affrontare di petto il tema a loro più vicino, la condizione in cui entrambi, loro malgrado, si trovano realmente. Le scene impagabili sono tante (una fra tutte: Caine che dirige la natura), i personaggi indimenticabili non si contano, a partire dai vari protagonisti. Certo, coloro che Sorrentino non lo amano forse non apprezzeranno nemmeno Youth (ed è un vero peccato: rappresenta l’occasione cinefila più strabiliante dell’anno), ma per i sorrentiniani (fra cui chi scrive si colloca orgogliosamente) sarà solo l’ennesima dimostrazione dello straordinario talento del loro beniamino. Formalmente eccellente: Sorrentino dirige con la solita classe e raffinatezza, e si avvale di collaboratori notevoli, in particolare il direttore della fotografia Luca Bigazzi e il musicista David Lang. Attori tutti memorabili, ma spendiamo due parole per dire che il migliore per noi è Harvey Keitel, che ci lascia davvero un testamento attoriale straordinario. Grande successo di pubblico, a compensare i mancati premi a Cannes 2015, dove è stato snobbato dalla giuria presieduta dai fratelli Coen.
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