Youth - La giovinezza |
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Un film di Paolo Sorrentino.
Con Michael Caine, Harvey Keitel, Rachel Weisz, Paul Dano.
continua»
Titolo originale Youth.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 118 min.
- Italia, Francia, Svizzera, Gran Bretagna 2015.
- Medusa
uscita mercoledì 20 maggio 2015.
MYMONETRO
Youth - La giovinezza
valutazione media:
3,65
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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giovani e vecchi , un film che non funzionadi stefafontaFeedback: 109 | altri commenti e recensioni di stefafonta |
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lunedì 22 giugno 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La vita, la vecchiaia , la morte, la giovinezza dell’animo oltre la vecchiaia: temi alti trattati con apparente leggerezza, ma che, più che una scelta stilistica, appare un limite invalicabile di chi ha scritto e diretto il film. Per l’incredibile superficialità dei dialoghi, incorniciati da silenzi o da suadenti musiche, come fossero le massime della summa filosofica del terzo millennio. Per quei monologhi a sorpresa (spesso infarciti di parolacce) che dovrebbero creare snodi narrativi e che invece muoiono come innocue nuvolette in una giornata di alta pressione. Per quelle immagini, talvolta esteticamente simili (ma di gran lunga inferiori) alla ‘Grande Bellezza’ e, ancora di più che nel precedente film, fini a se stesse, senza capacità di riverberarsi, spente, come fossero degli spot pubblicitari di se stesse. Scene che vorrebbero essere comiche come quella nel negozio degli orologi a cucù, riescono solo a rendere ancora più ridicolo il film stesso. Tutto è autoreferenziale in questo lavoro costoso ed inconsistente. Film compiacente, dove ognuno in fondo è buono o ha dentro qualcosa di buono, come il direttore d’Orchestra/compositore che la figlia accusa di aver pensato solo a se stesso nella vita, di aver tradito la moglie e trascurato i figli solo per la musica, per poi farci scoprire che la sua composizione migliore sono delle ‘Simple songs’ scritte per la moglie e da lei cantate. Lei che ora non c’è più, ormai ridotta ad una larva umana in una clinica di Venezia, ma che lui rimpiange come il suo unico grande amore. E certo non ci vengono risparmiate le lacrime della figlia quando ella scopre che grande uomo è in fondo il padre. Personaggio ingessato e così poco credibile questo musicista così come altrettanto poco credibile è l’amico ex regista di successo e che ora insegue il sogno di un ultimo grande film, lavorando con un gruppo di assistenti che sembra siano stati messi insieme solo per partorire idee idiote e mediocri. Intorno ai due protagonisti principali si muove uno zoo di personaggi ancora più improbabili: la diva tutta rughe cattiva ma non troppo, la vamp che rapisce il fidanzato, Maradona, il bonzo che alla fine levita…. Fare il nome di Fellini diventa a questo punto solo una pura cattiveria: tanto il surreale, il grottesco, in quel talentuoso regista, si innestava perfettamente nella struttura narrativa ed in esso si veniva trasportati come per incanto, quanto invece, nella pellicola di Sorrentino, tali elementi servono solo ad accrescerne l’inconsistenza e a rivelare la mancanza di una visione. A poco servono, in questo senso le musiche raffinate di David Lang che, così lisce, così sempre coerenti all’immagini, finiscono alla lunga per addormentarla ulteriormente. Tutto è smussato, tutto è pacato in questo film al contempo ‘vecchio’ nell’anima e giovanilmente superficiale. Comunque almeno di una cosa per il momento non dobbiamo preoccuparci: Sorrentino non soffre di problemi alla prostata altrimenti saprebbe che chi ne soffre (o pensa di soffrirne) non piscia poco (come i due protagonisti), ma piscia spesso.
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