Aragoste a Manhattan

Un film di Alonso Ruizpalacios. Con Raúl Briones, Rooney Mara, James Waterston, Oded Fehr.
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Titolo originale La Cocina. Drammatico, durata 139 min. - USA 2024. - Teodora Film uscita giovedì 5 giugno 2025. MYMONETRO Aragoste a Manhattan * * * - - valutazione media: 3,28 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Proletari dell?era post-industriale. Valutazione 4 stelle su cinque

di mauro.t


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mercoledì 9 luglio 2025

Tratto dalla pièce teatrale di Arnold Weskerz. In un megaristorante newyorkese il personale di cucina è composto in gran parte da neri, ispanici, arabi e qualche yankee di scarse prospettive. Alla fine di una giornata di lavoro il responsabile si accorge che c’è un ammanco di circa 800 dollari. Di conseguenza parte subito la caccia al ladro all’interno del locale. L’inchiesta si intreccia con la storia di Pedro, cuoco messicano irregolare, e Julia, cameriera americana che vuole abortire nonostante la contrarietà dell’uomo. La macchina da presa segue i dipendenti in cucina e nei locali circostanti, vicinissima ai fornelli, alle postazioni simili ad allevamenti in batteria e agli angusti uffici degli addetti. Il personale è semplice, rude, sboccato, talvolta caratteriale e litigioso, a volte violento, riversante spesso nel lavoro le tensioni di una esistenza non facile. 
E’ evidente il contrasto tra il clima della sala da pranzo, dove clienti esigenti assaggiano con tranquillità piatti prelibati, tra cui l’aragosta, e quello della cucina attigua, simile ad un girone infernale.
Il film è la descrizione realistica delle disuguaglianze sociali negli USA degli ultimi decenni. Ma forse oggi il proletariato descritto può essere rappresentativo di un più ampio mondo di lavoratori dell’era post-industriale. Non fabbriche ma ristorazione; non operai politicizzati ma lavapiatti, cuochi e cameriere; pochi nativi e molti immigrati. E’ un mondo dove i lavoratori sono quasi totalmente privi di una coscienza di classe e ai quali rimangono solo le ambizioni personali. Poca solidarietà e molta disperazione. “Qual è il vostro sogno?” chiede Pedro ai colleghi nel backstage durante la pausa. Ma i sogni che escono dai loro racconti sono prosaici e individualisti. E a qualcuno non resta che parlare dei propri incubi.
E’ un film politico come pochi, che rappresenta lo spaesamento di una classe sociale senza sponda politica e progetti comuni, che raffigura una comunità fatta di molti migranti che non trovano accoglienza nell’opulente occidente ma solo promesse non mantenute e sfruttamento. Il mondo descritto è quello dove l’attenzione dell’impresa per il consumatore va in parallelo allo schiacciamento dei diritti del lavoratore. Infine il regista affossa coerentemente il vecchio mito del sogno americano. “L’America non è un paese” sentenzia Pedro.
Frenetico, asfissiante, violento, girato con un bianco e nero neorealistico, ben recitato, con una Rooney Mara bionda e intensa.

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