Titolo originale | Interruption |
Anno | 2015 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Grecia, Francia, Croazia |
Durata | 109 minuti |
Regia di | Yorgos Zois |
Attori | Alexandros Vardaxoglou, Sofia Kokkali, Pavlos Iordanopoulos, Romanna Lobach, Angeliki Margeti Maria Kallimani, Alexia Kaltsiki, Christos Stergioglou, Maria Filini, Christos Karteris. |
Uscita | martedì 24 aprile 2018 |
Tag | Da vedere 2015 |
Distribuzione | Tycoon Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,29 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 27 aprile 2018
Un gruppo di giovani armati di pistole sale sul palcoscenico invitando gli spettatori a prendere il posto degli attori. Qual è la funzione del teatro? In Italia al Box Office Interruption ha incassato nelle prime 4 settimane di programmazione 8,2 mila euro e 8,1 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Un teatro di Atene ai nostri giorni. In scena si sta rappresentando l'Orestea di Eschilo in un adattamento postmoderno. All'improvviso, in seguito a un breve blackout, un gruppo di giovani in abiti scuri ed armati di pistole sale sul palco invitando chi lo desidera a raggiungerli per prendere il posto degli attori. La recita prosegue ma ora le dinamiche sono profondamente mutate.
Sin dalle sue origini ci si interroga su quale sia la funzione del teatro e la risposta muta di epoca in epoca e di società in società.
Con Interruption Yorgos Zois torna a porsi il quesito utilizzando un media diverso, il cinema, ma rifacendosi alla classicità più pura, quella trilogia, denominata "Orestea", con cui nel 458 a.C. Eschilo vinse le Grandi Dionisie.
Lo fa con un'idea che sarebbe piaciuta a Pirandello ma che da "Questa sera si recita a soggetto" trae semmai solo lo spunto. Perché in questa rappresentazione a più livelli di lettura, carica di tensione (indebolita solo da un finale che vorrebbe essere significante ma finisce con l'essere fuori misura) il regista greco innerva innumerevoli aporie a cui spetta allo spettatore cinematografico dare un'eventuale seppur provvisoria soluzione.
Quella gabbia trasparente in cui vengono imprigionati gli 'attori' può trasformarsi in segno di un modo di fare teatro che, per quanto di ricerca, ha finito con il ripiegarsi su se stesso senza più produrre senso. Allora la rilettura di un classico può trovare la propria significazione in un gesto di rottura come quello che fa salire sul palco il quotidiano ad agire se stesso cercando di individuare nel proprio vissuto riflessi di azioni che hanno attraversato i millenni. Ma se questo gesto è imposto, quale valore reale potrà conservare? Sarà sufficiente che, a un certo punto, vengano attribuite delle deleghe come possibili (ma di fatto apparenti) libertà di attualizzazione? Che dire poi quando un oggetto si rivela di fatto 'vero' e non (come si sarebbe creduto o, forse, sperato) di scena?
Su questa e su innumerevoli altre riflessioni che il film di Zois provoca, una finisce con il risultare dominante. Non a caso si è fatto riferimento in precedenza a uno spettatore cinematografico, perché quelli teatrali di Interruption si rivelano come una massa indistinta pronta ad ubbidire ai comandi impartiti ed incapace di distinguere finzione e realtà, riassorbendo il tutto in applausi privi di qualsiasi motivazione profonda. Il giudizio, in questo caso, è dato ed è inappellabile.
Su questo non c'è dubbio, "gli dei non lasceranno i nostri terribili assassini impuniti", come dice la profezia da una gabbia di vetro nell'Orestea che apre il film in un teatro di Atene, dove l'interruzione del titolo serve al capo del coro per invitare parte del pubblico a presentarsi e formare l'areopago giudicante come nella tragedia di Eschilo.
Verrebbe il mal di testa anche a Pirandello davanti a questa strampalata rivisitazione dell'Orestea. Dunque, in un teatro di Atene va in scena la celebre tragedia di Eschilo. Quand'ecco che sul palco irrompe un gruppo di giovani vestiti di nero, interrompendo la rappresentazione. Appare anche una pistola, forse per evitare dissensi in platea. Il capo manipolo annuncia: «Siamo il Coro, ci scusiamo per [...] Vai alla recensione »