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Dopo i tre Spiderman ed i tre Batman le major continuano ad investire sui superoi e passano a Superman, l’uomo d’acciaio. E’ una revisione abbastanza libera della storia dell’uomo di Kripton rispetto al fumetto. Ma ci sta, è giusto così. La storia inizia dall’origine, il padre di Kal, uno scienziato di Kripton, impersonato con la consueta capacità da Russell Crowe, consapevole dell’imminente fine cui il pianeta è destinato imbarca il figlio in una navicella spaziale che atterra, guarda caso, sulla terra. Il nemico è già bello e pronto, il generale Zod che verrà punito con una sorta di ibernazione ma risorgerà ai tempi nostri per invadere la terra. Trovandosi, però, a dover affrontare un nemico d’acciaio, Superman. Intanto il film racconta gli anni di Kal vissuti sulla terra nella ricerca continua di essere normale. O meglio, il ragazzo, cosciente dei suoi superpoteri vorrebbe fare qualcosa ma il padre, Kevin Kostner, sa bene quali rischi il figlio correrebbe. Poi le solite scene di incredibili lotte dove, guarda caso, il cattivo perde. E la morte di Superman è solo il preludio all’imminente e scontato sequel. Detto questo, film gradevole, ma nessun rapporto ipotizzabile con la serie di Batmane Spiderman, a mio un capolavoro i primi, ottimi i secondi. Il regista Zack Snyder non trova la chiave giusta per dare la corretta chiave di traduzione del supereroe di carta in un film. Ed i limiti sono dimostrati da alcuni eccessi che rendono a tratti il film noioso e poco omogeneo. Insomma rimandata la prima.
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