|
Per raccontare questo film voglio partire dall’inizio, ossia dal commosso applauso con cui il pubblico ha accompagnato i titoli di coda. La storia, vera, di Nicholas Winton, un inglese che a 29 anni salvò la vita a 669 bambini ebrei rifugiati a Praga dopo l’occupazione della Cecoslovacchia da parte dei nazisti è di quelle che non si dimenticano. Perché, se il male è banale, anche quando va ben oltre ogni ragionevole misura, il bene non lo è mai, e la vita di un uomo che ha combattuto per salvare delle vite è una vita che va ricordata. Ma come detto se la storia è, da sola, emozionante, la regia di James Hawes, un nome destinato a fare grandi cose nel cinema di qualità, è perfetta nello scandire i ritmi del racconto. E certo poi che se Winton da anziano è interpretato da Antony Hopkins, magistrale come non mai, e da Johnny Flynn, un attore di grande spessore, il risultato deve essere un film che non si dimentica. Se ne è parlato, infatti, poco di questa pellicola, eppure può essere comparata a Schindler’s list e a Il Pianista, due delle pellicole più significative nel lungo filone del cinema di memoria. E sì, perché questi film servono non solo a conoscere quanto accaduto, mai come questa volta nel bene e nel male, ma anche ad esercitare la memoria, a non dimenticare, per usare un termine argentino perché tutto ciò non succeda mai più. Il ritmo del racconto è abbastanza lento, la vita di Winton è fatta di piccole abitudini, una nuotata nella piscina di casa, la compagnia della moglie. Ma in realtà la vita di Winton è stata necessaria. Da vedere assolutamente.
[+] lascia un commento a enzo70 »
[ - ] lascia un commento a enzo70 »
|
twitter
diventa fan
valutazione media:
3,70
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
