Sorrow and Joy

Film 2013 | Drammatico 107 min.

Regia di Nils Malmros. Un film con Jakob Cedergren, Helle Fagralid, Nicolas Bro, Ida Dwinger, Kristian Halken. Cast completo Titolo originale: Sorg Og Glæde. Genere Drammatico - Danimarca, 2013, durata 107 minuti. - MYmonetro 2,38 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 14 novembre 2013

Consigliato nì!
2,38/5
MYMOVIES 2,00
CRITICA
PUBBLICO 2,75
CONSIGLIATO NÌ
Un film crudelmente personale che ripatteggia col trauma subito e lo ricompone dentro una nuova organizzazione testuale.
Recensione di Marzia Gandolfi
giovedì 14 novembre 2013
Recensione di Marzia Gandolfi
giovedì 14 novembre 2013

Johannes, regista celebre e ambizioso, sposa Signe, un'insegnante fragile e insicura che soffre di crisi depressive. La loro unione, segnata dall'ambiguità di Johannes e dalle ossessioni di Signe, viene coronata dalla nascita della piccola Maria, che sembra risollevare Signe dalle sue inquietudini. Ma la calma è solo apparente e l'assenza di Johannes per questioni di lavoro sollecita la crisi di Signe e asseconda la tragedia. Signe uccide Maria e viene ricoverata in un ospedale psichiatrico in attesa di processo. Disperato e profondamente turbato, Johannes avrà una lunga conversazione con lo psichiatra preposto al caso, a cui confesserà i suoi dubbi e con cui ricostruirà il proprio matrimonio. La lunga seduta sonda l'intimità di una coppia che proverà nonostante tutto a rimettersi in piedi.
Meno conosciuto di Bille August ma prossimo alle sue posizioni estetiche, Nils Malmros fin dagli esordi segue un tracciato psicologico sobrio, tipico del realismo dano-scandinavo e in linea con la grande tradizione nordica del kammerspiel cinematografico. E di intreccio semplice e intimo, sviluppato tra pochi personaggi in un ambiente privato, è pure Sorrow and Joy, ricognizione di una coppia che genera e poi 'uccide' la propria prole. A compiere il 'figlicidio' è la madre ma Malmros contempla la 'partecipazione' del padre, di cui osserva e stabilisce le responsabilità. Sorrow and Joy svolge allora la quotidianità e la 'normalità' dentro cui matura e avviene un delitto considerato a ragione tra i più crudeli e tragici.
La storia quotidiana e sentimentale di personaggi qualsiasi assume qui i tratti di un realismo sincero e vissuto, drammatizzando la biografia del regista. Regista che si mette in scena trasfigurando un dramma autobiografico e riallacciandosi al cinema prodotto sul peccato della pubertà nella vita collettiva di una classe (L'albero della sapienza). Evidentemente alla ricerca, nelle vicende biografiche e artistiche, della cagione che ha mosso la consorte anni prima in direzione dell'inimmaginabile. Sorrow and Joy rianima la pena e riattualizza il dolore infilando la catarsi.
Un film crudelmente personale che ripatteggia col trauma subito e lo ricompone dentro una nuova organizzazione testuale. Se crediamo e speriamo che la scrittura autobiografica sortisca e abbia sortito un potere ricostituente per l'autore danese, sul piano strettamente filmico Sorrow and Joy soffre di un'imperturbabilità che impedisce l'empatia, la partecipazione e l'attribuzione di un valore universale all'esperienza singolare. L'indubbia sensibilità sociale di Malmros, che allarga la causa e la responsabilità dell'accumulo cronico di frustrazione della protagonista al compagno e alla famiglia, si trasforma in immagine e in oggetto di spettacolo, e quindi di finzione. Simulazione e biografismo, avvilito nell'autoreferenzialità, impediscono di attribuire un senso a un'esperienza interiore che resta irraggiungibile e bizzarramente aliena alle emozioni che avrebbe dovuto ispirare.
Sorrow and Joy vorrebbe ma non riesce a diventare finestra dell'inconscio, fallendo fino al punto di rendere 'risibile' il soggetto coi i suoi intollerabili narcisismi. Il voto di castità enumerato dal Dogma, che non conosce l'adesione di Malmros, avrebbe forse aiutato il suo film, limitando l'individualità del regista a favore della più stretta oggettività.

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