Titolo originale | Ruin |
Anno | 2013 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Australia |
Durata | 87 minuti |
Regia di | Amiel Courtin-Wilson, Michael Cody (II) |
Attori | Rous Muni, Siek Somalen, Sang Malen, Rous Mony . |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 6 settembre 2018
Phirum incontra Sovanna e decide di accompagnarla nel suo viaggio che si rivelerà ricco di incontri e personaggi surreali. Il film è stato premiato al Festival di Venezia,
CONSIGLIATO SÌ
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Lei è sfruttata e maltrattata in un infimo bordello, lui vagabonda vendendo la sua manovalanza per niente. Si incontrano per la strada, sotto sera, soli e fuggiaschi, e non si lasciano più. Scappati da Phnom Penh dopo un omicidio compiuto per legittima difesa, viaggiano attraverso la giungla, cercando una strada che non sia più né quella del trauma né quella della violenza, che hanno segnato le loro vite fino a questo momento.
Ruin, opera seconda di Amiel Courtin-Wilson e Michael Cody che segue il film di debutto Hail, ripropone un'idea estetica fortemente drammatico-documentaristica, sulla quale si aggiunge uno straordinario lavoro di postproduzione sonora che porta il film su una dimensione lirica, energetica, che confonde personaggi e natura, l'incedere della vita con quello, caotico, turbolento e sonnolento, dei protagonisti.
Realizzato da una troupe australiana con l'ausilio di una produzione cambogiana, girato interamente in lingua khmer senza una vera sceneggiatura ma soltanto sulla base di una traccia fiabesca ideale (che emerge soprattutto nella scena della barca che trasporta i corpi addormentati dei due innamorati), il film porta in scena un unico attore professionista accanto ai volti e alle storie vere - ritagliate e inserite nel soggetto di massima che ha guidato le riprese - di senzatetto e tossicodipendenti, ambulanti e poliziotti, prostitute minorenni e operatori sociali.
La notte con i suoi fantasmi e il costante e debilitante debito di sonno rincarano l'atmosfera di pericolo e precarietà, ma anche quella di sogno, nascondiglio e desiderio, che nel film si impastano in un unico sentire, ipnotico e avvolgente.
Cody e Courtin-Wilson ribadiscono il loro credo in un cinema che, su un terreno il più possibile aderente alla realtà, sottolinea però a più non posso la presenza del regista e del suo lavoro volutamente artistico e provocatorio, che arriva a voler apertamente scioccare, in molte sequenze. Un cinema che bandisce programmaticamente ogni compromesso, assumendosi il rischio di venir premiato dall'immersione dello spettatore nell'esperienza sensoriale che gli autori hanno allestito, oppure di venir sofferto e seguito solo marginalmente, come sul ciglio della strada, uno dei luoghi principali del film.