Titolo originale | The Angels' Share |
Anno | 2012 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Gran Bretagna, Francia, Belgio, Italia |
Durata | 106 minuti |
Regia di | Ken Loach |
Attori | Paul Brannigan, John Henshaw, Roger Allam, Gary Maitland, Jasmine Riggins William Ruane, Siobhan Reilly, Charlie Maclean, David Goodall, Lorne MacFadyen, Paul Donnelly (II), Jim Sweeney, Lynsey-Anne Moffat, Scott Kyle, Roderick Cowie, Lynsey Lawrie. |
Uscita | giovedì 13 dicembre 2012 |
Tag | Da vedere 2012 |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
MYmonetro | 3,25 su 16 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento giovedì 10 dicembre 2020
Robbie, ragazzo dalla vita difficile, decide di dare una svolta alla sua vita affinchè suo figlio non viva disagiato come lui. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha ottenuto 1 candidatura a Cesar, In Italia al Box Office La parte degli angeli ha incassato 1,3 milioni di euro .
La parte degli angeli è disponibile a Noleggio e in Digital Download
su TROVA STREAMING
e in DVD
su IBS.it e su LaFeltrinelli.it.
Compra subito
CONSIGLIATO SÌ
|
Glasgow. Il giovane Robbie, già recidivo, evita il carcere perché il giudice decide di puntare sulla sua capacità di recupero visto che la sua altrettanto giovane compagna sta aspettando un figlio. Viene così affidato a Rhino che è il responsabile di un gruppo di persone sfuggite al carcere e condannate a compiere lavori socialmente utili. Dopo aver assistito a un pestaggio, di cui Robbie diviene vittima nel momento in cui decide di andare in ospedale per vedere il bambino, Rhino decide di aiutarlo. Scoperta la sua particolare sensibilità gustativa per quanto riguarda i vari tipi di whisky decide di introdurlo nell'ambiente. È così che a Robbie e ad alcuni suoi compagni di rieducazione viene l'idea di un 'colpo' del tutto anomalo che però potrebbe offrire loro un futuro sereno.
Ken Loach torna a riflettere sulla commedia umana, arte nella quale è indiscutibilmente maestro. Sceglie lo scenario della Glasgow che ama e ci offre il ritratto di uomini segnati dalla vita privilegiando tra tutti quello del giovane Robbie. È a quelli che questo nostro mondo libero etichetta come irrecuperabili che, ancora una volta rivolge la sua attenzione. Perché Loach è convinto che la possibilità di un riscatto sociale vada più che mai offerta in questi nostri tempi in cui il Dio Mercato reclama ingenti e quotidiani sacrifici umani.
Con il fido sceneggiatore Paul Laverty utilizza come leva narrativa il momento che, per ogni essere umano degno di questo nome, è costituito dalla nascita di un figlio. Decidere di averlo nonostante tutto significa, oggi, sperare apparentemente contro ogni speranza. È quello che fanno Robbie e la sua compagna Leonie contro il padre e i familiari di lei. In una società che conta più sulla ricaduta del delinquente (per poterlo allontanare a lungo dalla comunità) che sul suo redimersi la giovane coppia trova però ancora delle significative solidarietà. Perché il socialismo di Loach è di stampo umanitario e crede che sia ancora possibile quella pietas che i latini sapevano definire sgombrandola da ogni retorica commiserevole. Ecco allora che il 'dannoso' alcol, nelle specie di pregiatissimo whisky, finisce con il divenire strumento di riscatto in una storia che unisce con grande equilibrio dramma e sorriso e che (a differenza del prezioso liquido) va gustata appieno, senza moderazione.
LA PARTE DEGLI ANGELI disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€9,99 | – | |||
€9,99 | – |
Un film “natalizio”, in quanto uscito a Natale, anche se è stato in concorso a Cannes, ma niente a che vedere con i nostri cinepanettoni. Un film sui buoni sentimenti e sul riscatto di persone emarginate e in parte violente, ma girato con la maestria del grande regista. Un film che fa sorridere, in alcuni momenti ridere ed in altri commuovere, ma sempre con una dose di realtà e tristezza e con un occhio [...] Vai alla recensione »
La porzione degli angeli corrisponde alla percentuale di evaporazione nel processo di maturazione del whisky. Ma l’elemento volatile del pregiato distillato non si disperde realmente: tutti reclamano la propria parte,e persino le creature celesti esigono la loro. Il maestro Ken Loach prende spunto da questa leggenda per raccontare una storia di emarginazione e speranza ambientata in Scozia.
La parte degli angeli è un film che ad un pubblico filisteo (così come sono alcuni personaggi) potrebbe apparire un miracolo sociale, un caso eccezionale, con tutte le riserve che la storia offre una vicenda deplorevole; ma il regista Ken Loach vuole offrirci un’analisi più sensibile, una parabola e una testimonianza di vita: come da radici malate e velenose sia possibile [...] Vai alla recensione »
Ken Loach non si smentisce mai e anche questa volta non rinnega il suo cinema scomodo pur inserendolo all'interno di una storia per molti aspetti "leggera". Non rinnega il suo cinema scomodo perchè dopo averci presentato e fatto capire chi sarà il protagonista della storia, colui che dovrebbe attirare le simpatie e l'affetto del pubblico, Ken decide di mostrarci lo [...] Vai alla recensione »
"Può un ragazzo di natura violenta riscattarsi e vivere una vita normale?" é quello che ci si domanda alla fine di questo film. Un bambino nasce con il 50% del cervello formato e il resto glielo formiamo noi, dice Leonie a Robbie per fargli capire che é importante cambiare per crescere il piccolo Luke con sani principi.
Glasgow. Un gruppo di giovani condannati ai lavori socialmente utili per una serie di reati diversi tra loro finisce con lo scoprire l'amore per il whisky e la sua degustazione. Uno di loro, appena diventato padre e mal visto dai parenti della ragazza, studia un piano per guadagnare soldi per iniziare una nuova vita sfruttando un'asta per un whisky pregiato e raro.
La "parte degli angeli" è quella piccola frazione (2%) che si perde durante i processi di invecchiamento del whisky. Titolo quanto mai indovinato per un film che, pur muovendosi dal mondo dei personaggi socialmente problematici, abituale in Ken Loach, prende poi l'allure della commedia d'azione, aggraziata dal tocco quanto mai felice del regista.
Non è il solito Ken Loach sindacalista e nemmeno il solito grigio tetro e pessimista o forse solo polemico, è un Ken Loach a volte brillante, da commedia, ma che forse arriva dove altri film suoi non sono arrivati. Partendo come sempre dai quartieri popolari delle città (Glasgow) e dalla gente comune piena di problemi fin dall'infanzia (memorabile l'inizio del film carrellata [...] Vai alla recensione »
L'inizio è violento, cupo come lo sferzante e implacabile vento scozzese. Sembra il Loach di sempre. Poi, un'inquadratura morbida, con del verde, vira il film in una commedia 'sociale', quasi un giallo-rosa, in cui non si può non tifare per questi improbabili ladri antieroi alla ricerca di un (qualsivoglia) riscatto (economico e quindi) sociale.
Il titolo allude con una espressione popolare al due per cento di scotch che evapora ogni anno in una botte: irresistibile com’è per gli umani, il liquore scozzese per eccellenza lo diventa anche per gli angeli che gustano volentieri la loro parte. Da questa favola Ken il rosso trae la sua, senza dimenticare che ogni fantasia si radica nella realtà e per lui nella realtà [...] Vai alla recensione »
La parte degli angeli è la quota di whiskey che ogni anno evapora dalle botti; quel due per cento che non si sa dove finisce, scompare e l’unico ricordo rimane nel sapore del bicchiere da degustare. Il cinema di Ken Loach è sempre avvincente, affascinante, la scelta del regista inglese di raccontare le storie degli ultimi, per raccontare le [...] Vai alla recensione »
Per chi, come me, ama il whisky è facile mettersi in sintonia con questa storia a sfondo sociale dove il disadattato irrecuperabile trova il riscatto seppure attraverso uno stratagemma delinquenziale. Infatti Robbie, forte della motivazione d'essere diventato padre, trova la determinazione ad uscire dal vortice della violenza in cui s'era immerso grazie alle sue spiccate doti olfattive [...] Vai alla recensione »
Kean Loach stupisce sempre, con grande intelligenza"visionaria", non nel senso di improbabili "fughe"pseudo-avanguardistiche(ma quale"avanguardia", ormai?)ma di una capacità di vedere e far vedere straordinaria. Grande la capacità di alternare "sermo humilis"(commedia)e "sermo sublimis"(dramma sociale), senza nessun tono da"agit [...] Vai alla recensione »
“The loser”, gli emarginati, gli sconfitti, avranno sempre una possibilità di riscatto finchè registi come Ken Loach riusciranno a cogliere il desiderio di rinascita che vibra dentro di loro, sapranno vedere e soprattutto sentire la loro disperazione, ma anche l’energia e la forza d’animo nelle loro “anime salve che hanno superato “giornate furibonde / senza atti d’amore / senza calma di vento”: non [...] Vai alla recensione »
Robbie vive a Glasgow, una città grigia e disadorna in un quartiere povero, emarginato. Vive di espedienti e piccoli furti. Robbie viene condannato dal tribunale e deve scontare l'ultima pena a svolgere lavori socialmente utili. Leonie, la sua ragazza ha un bambino, Luke e Robbie entra nel reparto maternità dell'ospedale per far visita a Leonie e al piccolo Luke, appena nato, [...] Vai alla recensione »
Il regista inglese Ken Loach ci racconta una storia sul riscatto di persone emarginate, riuscendo ad unire con equilibrio dramma e sorriso. Robbie, Rhino, Albert e Mo sono tre ragazzi e una ragazza della periferia misera di Glasgow, segnati da un passato di violenza e di piccola criminalità, che alternano la prigione ai lavori sociali. Quando Robbie, diventato padre e deciso a cambiare vita, scopre [...] Vai alla recensione »
il film è ambientato a Glasgow e racconta la storia di 3 ragazzi e una ragazza che, condannati per piccoli crimini (furti e pestaggi), devono svolgere 300 ore di servizi sociali. Rhino, il loro responsabile, amante del whisky, li porta in gita ad una distilleria di Edinburgo e qui, durante una degustazione, vengono a sapere che ci sarà un'asta presso la distilleria Blended per una [...] Vai alla recensione »
Quando il giudice di Glasgow decide di dargli ancora una possibilità evitandogli il carcere in cambio di 300 ore di lavori socialmente utili, per via del figlio che sta per nascere, Robbie, ragazzo dalla storia di droga e violenze costruisce la solida determinazione di cambiare vita. Non è facile perché le persone legate alla sua storia si presentano continuano a tentare di farlo [...] Vai alla recensione »
Robbie è un giovane teppista di Glasgow, reduce dal carcere per lesioni gravi ad un coetaneo, a cui il giudice vuole usare clemenza per un nuovo atto criminale, puntando sulla possibilità di recupero essendo la sua compagna in attesa di un figlio. Viene pertanto affidato ad un assistente sociale per scontare una condanna a 300 ore di lavori socialmente utili.
La parte degli angeli, nel gergo dei distillatori, è la percentuale (solitamente il 2%) di whisky che evapora dalla botte e che giustamente vola in cielo…… Per Ken Loach la parte degli angeli è un pretesto, una metafora della seconda opportunità che il 2% dei disadattati della società meritano. Dopo la parentesi mediorientale Ken il rosso ritorna nella sua [...] Vai alla recensione »
Tutto ha inizio nel dramma, in un’aula di tribunale dove si decide del futuro del protagonista; si procede nella tradizione degli ambienti alla Ken Loach, famiglie borghesi che rifiutano il rapporto con gli “ultimi” e propongono alternative; si passa alla commedia più divertente, con una squadra di simpatici ciarlatani da far simpatia solo a guardarli; si arriva addirittura alla tensione del furto, [...] Vai alla recensione »
Se siete stufi dei soliti film di Natale, se odiate i cinepanettoni, i consueti vampiri, i comici da tv trapiantati sul grande schermo, c'e' una valida alternativa che potrete trovare in sala sicuramente fin oltre l'epifania. "La parte degli angeli (The angel’s share)" è l'ultimo film del regista britannico Ken Loach, famoso per le sue opere di forte denuncia [...] Vai alla recensione »
Un Loach minore ma piacevole. Sorriso e tristezza si mescolano intelligentemente. Forse un po' scontato nello svolgimento. Mi pare eccessivo il premio di Cannes. C'era di meglio. Ciò nonostante il film si può consigliare, in particolare nel deserto delle proposte natalizie.
Puo’ l’arrivo di un figlio, oltre ad una compagna “per bene” e alla scoperta di un talento nascosto, cambiare la vita di un teppistello di periferia della provincia britannica? Probabilmente si’, e allora Ken Loach ci racconta la storia di Robby, ragazzo cresciuto tra la prigione e assistenti sociali, costantemente nei guai perche’ braccato dai nemici di strada [...] Vai alla recensione »
La critica parlava di un film "esilarante fin dalle prime battute". Ed in questo spirito sono andato a vederlo. Devo dire che non conosco Ken Loach nella sua dimensione farsesca, ma mi sono abbastanza annoiato. Una storia di riscatto e redenzione dall'abisso dell'aggressione a causa di un'overdose di cocaina fino alla ricerca di un lavoro stabile e degno di ogni rispetto.
Possibile che il piú "rosso" e disincantato dei cineasti british possa abbandonarsi alla morale e all'happy ending? Non solo possibile ma pure bello! Con un taglio alla "presa diretta" nella prima parte ed una fotografia essenziale degna delle sue pellicole migliori,col giusto britannico distacco,Loach confeziona un prodotto godibile, su un plot essenziale, alla sua maniera,se [...] Vai alla recensione »
Un bel film, e come dico spesso in film che lasciano qualcosa di bello e piacevole anche quando il film è finito, un bel film che insegna. Un film che si lascia vedere piacevolmente dall'inizio alla fine che insegna a non lasciarsi scappare le occasioni della vita e che c'è sempre modo di rimediare agli errori passati, tutto con il tempo si sistema. Consigliato!!
il maestro Ken Loach dirige questa bellissima e amara commediola inglese narrante la storia di 4 ragazzi disadattati e affidati ai servizi sociali che svolteranno grazie al fiuto per il buon whisky di uno di loro. un film facile facile ma proprio quando le sceneggiature appaiono banali ecco che viene fuori l'arte di fare dell'ottimo cinema anche sena budget milionari e supestars del grande schermo. [...] Vai alla recensione »
La storia è zuccherosa, edificante, dunque contiene qualche ingenuità ed ha un buonismo di fondo voluto, ma non forzato. Una grande regia rende tutto gradevole, coinvolge benché la morale si basi su un imbroglio. Ma è un imbroglio perpetrato a danno dei ricchi, a danno del sistema. Recitazione essenziale e per questo notevole. Personaggi che non si dimenticano e cinema come si fa raramente.
Colore intenso, profumo inebriante, sapore leggermente amaro con retrogusto dolce. L'ultimo film di Loach è come un buon whisky scozzese forte ma gradevole. Il film che mi è mancato durante il periodo natalizio. La migliore prova degli ultimi anni insieme a 'Il mio amico Eric'.
Dispiace constatare che anche Ken Loach si adatti alla moda di mettere in burla, realtà sociali tuttaltro che divertenti. Sembra fare l'occhiolino a quel genere di pubblico che ama solo divertirsi, senza approfondire troppo i temi trattati. I personaggi sono costruiti per essere derisi, rappresentati insistentemente in forma macchiettistica e semplicistica.
Premio della Giuria a Cannes 2012 a Ken Loach per il suo novo film, che parte cupo come un cielo che minaccia pioggia gelida, rappresentando la realtà cruda e dura delle periferie e dei ghetti dove i giovani, spesso teppisti non per scelta ma per necessità, non hanno un futuro, ma si apre pian piano come un cielo scozzese, lasciando intravedere qualche sprazzo di azzurro e di futuro.
Film perfetto, regia fantastica. Mi pare che ci sia poco altro da dire. Se non che la struttura della sceneggiatura che alterna violenza ad humor, scene comiche ad altre drammatiche miscelandole con rara maestria sembra più confezionare un film di pur pensata evasione che toccare importanti temi sociali. Il più bel film uscito nelle sale negli ultimi mesi.
Si può discutere, magari anche abbastanza, sull'accentuato interesse che vari film di Loach riscuotono. Alla luce di quest'opera, però, verrebbe da pensare che invecchia benino. In fondo, se ci atteniamo alla trama del film "Terra e libertà", non appare forse peregrino un accostamento tra i combattenti per la causa comunista e questi giovani di oggi.
Il regista ha saputo dirigere in maniera magistrale le scene, ha saputo coniugare l'aspetto esilerante con quello drammatico. Anche la scenegiatura si è rivelata molto interessante su un tema cosi difficile da affrontare come l'emarginazione giovanile.
Film su di un gruppo di piccoli delinquenti che, mentre devono scontare i propri reati prestando servizio con il proprio lavoro nei servizi sociali, decidono di architettare una colossale truffa attraverso il commercio di un quantitativo esiguo di bottiglie di un whisky molto pregiato e pertanto molto ambito dagli estimatori del genere. Ci riusciranno, più o meno, e riusciranno (almeno [...] Vai alla recensione »
Si è fatto furbetto Paul Laverty e colte al volo le potenzialità comiche di una serie come Misfits la riveste in kilt-che-fa-sempre-simpatia, reinterpretandola in salsa rossa con un gruppetto maschile assortito di disadattati veri e senza super poteri, assemblati col pretesto dei lavori sociali, schizzati con la vecchia sempre valida regola del Lungo-il-Corto-e-il-Pacioccone, più [...] Vai alla recensione »
l alcool in questo caso aiuta sia nel film,sia lo spettatore,che deve farsi un paio di bicchieri per non addormentarsi in un mix di buonismo puro. visto il periodo natalizio,è un film passabile,pulito,lineare,non richiede troppi sforzi per farsi capire. tralascio la sceneggiatura perchè chiunque avrebbe potuto far di meglio,le immagini sono nitide e senza fronzoli.
È un vecchio luogo comune con un grande fondo di verità: le commedie.ai festival, fanno ridere il doppio. Grande è stata quindi la letizia nel vedere The Angels’Share, nuovo film di Ken Loach. Il vecchio Ken conosce bene l’arte della risata (qualche anno fa, sempre in concorso a Cannes, ci fece scompisciare con Il mio amico Eric, il film con Cantona).
Il riscatto in un bicchiere di whisky. Anzi in una botte. È la parabola del nuovo film di Ken Loach, che appartiene al lato sorridente del suo cinema, quello che va da Riff-Raff al Mio amico Eric. Fiabe moderne, spesso irresistibili, più che commedie. Perché la speranza è l'ultima a morire, specie per gli ultimi della lista. E il vecchio Ken, 76 anni e neanche un compromesso, è uno dei pochi ancora [...] Vai alla recensione »
Continuano a piovere pietre sulla testa degli inglesi, oggi più che mai. Con la disoccupazione giovanile alle stelle e un futuro incerto all’orizzonte non c’è molto da stare allegri. Eppure Ken Loach riesce a regalarci sull’argomento una divertente commedia ricca di speranza, una favola magica e realistica al tempo stesso sull’importanza di una seconda possibilità nella vita.
Come affrontare la crisi economica? Ridendoci sopra, sembrano dirci Ken Loach e il duo Benòit Delépine e Gustave Kerven, presenti in concorso il primo (Angel’s Share), nella sezione Un certain regard il secondo (Legrand soir). La commedia, coniugata sul versante comico-satirico, non fa generalmente parte del menu cinefilo del Festival, ma il regista inglese e i suoi colleghi francesi la fanno talmente [...] Vai alla recensione »
Ken Loach, eterno ragazzo rosso, firma un altro film di sorridente efficacia, una commedia in grado di trasformare l'ambientazione cupa e depressa con un ritmo che trascina al di là della metafora politica militante. «La parte degli angeli», premio della giuria a Cannes che con il regista britannico gioca spesso a fare la rivoluzionaria, si dedica all'apparente non-storia di un giovane delinquente [...] Vai alla recensione »
Avolte, per fortuna, ritornano, e fanno ancora da apri-pista. Bernardo Bertolucci con la sua luce avvolgente trascende il testo e crea nuvole di senso, qualcosa che ridisegna spazi e tempi del cinema. Ed è una buona notizia per i titoli vogliosi di Palma d'oro che Io e lei non sia in concorso. Anche Ken Loach è tornato, in sé. Dopo l'uscita di strada con Route Irish (2011), il regista inglese riassapora [...] Vai alla recensione »
Bello l’attacco del film in competizione di Ken Loach, The Angels’ Share : siamo in un’aula del tribunale di Glasgow dove, uno via l’altro, vengono passati in giudizio con burocratica indifferenza casi di piccola criminalità, violenza, cleptomania, molestie per ubriachezza. Nella galleria spicca Robbie (un non-attore con una biografia simile a quella del personaggio) che, pur allevato nella violenza, [...] Vai alla recensione »
Due film sulla crisi che non rinunciano a fare spettacolo, e che spettacolo! Due film di genere, un thriller e una commedia, che usano tutti i trucchi del genere per parlare di capitalismo, finanza, disoccupazione, leggi di mercato. Due registi lontani anni luce, l’australiano Andrew Dominik, classe 1967, e l’inglese Ken Loach, classe 1936, uniti dallo humour caustico e beffardo.
Non si può dire che Ken Loach sia un regista comico, ma alcuni dei suoi film offrono momenti tra i più divertenti del cinema britannico. Spesso ha usato dei comici da club in ruoli drammatici mentre altri attori sono riusciti a sviluppare il loro talento comico proprio sotto la sua direzione. Loach, del resto, è un maestro dei repentini cambi di umore e per questo la commedia è presente anche nelle [...] Vai alla recensione »
La parte degli dèi era quella che, nei sacrifici, i Greci riservavano agli Olimpi. Era cioè la carne trattenuta dai sacerdoti, detti per questo parassiti (alla lettera, che mangiano presso altri). La parte cui invece rimanda già nel titolo la fiaba sottoproletaria di Ken Loach e dello sceneggiatore Paul Laverty è quel due per cento che il whisky perde per ogni anno di stagionatura, e che - come si [...] Vai alla recensione »
Ken Loach, inglese di 76 anni, è alla 46esima regia in quasi mezzo secolo di carriera contando anche i corti, gli episodi e i lavori per la televisione. È un regista, fortunatamente per noi, molto prolifico. Il suo fido sceneggiatore Paul Laverty ha scritto 12 film per lui a partire da La canzone di Carla, 1996. Il loro team è ormai consolidato e lavora a ritmi che per certi versi sono una garanzia [...] Vai alla recensione »
Verità e favola, farsa e dramma, crudeltà e buoni sentimenti si incrociano continuamente in quest'ultimo film di Kean Loach La parte degli angeli (The Angels' Share). Si tratta di una forma di sincretismo stilistico che a volte spiazza lo spettatore il quale si chiede quale genere di film sta vedendo. I protagonisti sono quattro giovani scozzesi emarginati che si nutrono di violenza e illegalità con [...] Vai alla recensione »
L'uomo non si regge. Interrogato dal mensile TotalFilm sullo stato del cinema - ultima domanda che un cronista gli dovrebbe fare, ma siccome l'alternativa è chiedergli del mondo in generale e della classe operaia in particolare, vada per il cinema - Ken Loach spara a zero su un paio di titoli. Non sopporta "Il discorso del re" di Tom Ilooper, perché "non mette mai in discussione la monarchia, la famiglia [...] Vai alla recensione »
Il grande Ken Loach ha una reputazione di regista votato a un severo realismo sociale. Anche i suoi più ferventi ammiratori qualche volta devono tenersi forte di fronte alle sue uscite polemiche. E così spesso si trascura l’umorismo e la tenerezza di alcuni dei suoi film. The angel’s share è Loach al massimo della sua capacità di giocare e confortare.
Ken Loach è tornato, in sé. Dopo l'uscita di strada con Route Irish (2011), il regista inglese riassapora il gusto di Riff Raff e di Piovono pietre , e a inebriarlo questa volta è l'aroma del whisky scozzese, fatale anche allo sceneggiatore scozzese Paul Laverty, responsabile dei proletari più muscolosi della filmografia di Loach. La parte degli angeli , ridimensiona il macho di periferia, lo rende [...] Vai alla recensione »