Titolo originale | Main dans la main |
Anno | 2012 |
Genere | Commedia |
Produzione | Francia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Valérie Donzelli |
Attori | Valérie Donzelli, Jérémie Elkaïm, Valérie Lemercier, Béatrice De Staël, Eric Lartigau, Philippe Laudenbach Katia Lewkowicz, François Rollin, Sébastien Noiré. |
Tag | Da vedere 2012 |
MYmonetro | 3,25 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 10 dicembre 2019
La danza di due amanti molto diversi tra loro nel nuovo film della regista de La guerra è dichiarata Valérie Donzelli. Il film è stato premiato a Roma Film Festival,
CONSIGLIATO SÌ
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Joachim Fox pratica lo skateboarding e realizza specchi in una bottega della provincia francese. Hélène Marchal dirige a Parigi la scuola di ballo dell'Opéra Garnier. Niente li unisce se non uno specchio da sostituire nella sala Marius Petipa. Smarrito e rimbalzato da una classe all'altra, Joachim infila un palco e incontra Hélène, che bacia impulsivamente tra i tessuti rossi. Da quel momento diventa impossibile separarsi e a ogni gesto dell'uno corrisponde simmetrico il movimento dell'altra. Travolti da una singolare passione, Hélène e Joachim avviano un pas de deux sulle note gioiose di Čajkovskij, che li spingerà a riconsiderare la propria esistenza. Come la Clara dello Schiaccianoci si addormentano e sognano lo stesso sogno. A (ri)svegliarli sarà la vita.
È la ricerca l'archetipo concettuale e poetico di Valérie Donzelli, il movimento perpetuo dentro il tempo che si perde dietro all'amore. Così dopo aver dichiarato guerra a chi tanto amore voleva portarlo via, in un dramma risanato dalla commedia e consumato dalla malattia, la regista francese scrive, gira, interpreta e 'coreografa' una commedia sentimentale e musicale, eleggendo il corpo a figura centrale. Recuperando e sviluppando gli elementi stilistici del musical già espressi ne La guerra è dichiarata, Hand in Hand porta a compimento l'esperimento e l'evasione verso il sogno attraverso la performance fisica. Forse perché l'intima essenza dell'amore davvero non è esprimibile a parole.
La Donzelli si inventa allora un pas de deux per danzare quello che non si può dire. E di un passo a due, Hand in Hand esplicita la struttura: una entrée (l'entrata dei due interpreti), un adagio (il duetto), una variazione per lui, una variazione per lei (un'esibizione creata per un danzatore solo) e una coda (i danzatori tornano a esibirsi insieme). Nel suo balletto senza trama gli amanti ballerini sono mossi da un sortilegio che li spinge l'una verso l'altro nell'illusione della fusionalità e del 'rispecchiamento'. Joachim di fatto realizza specchi e diventa lo specchio in cui Hélène si riflette, replicando l'amato in un plastico divenire coreografico. Ma l'amore realistico per essere deve superare i processi disfunzionali e le tendenze simbiotiche, riconoscendo i propri confini, l'unicità e l'irripetibilità del proprio partner.
La fusione in Hand in Hand non è praticata soltanto dai due amanti ma è estesa ad amori amicali e fraterni: Joachim ha un legame morboso con la sorella, Hélène una relazione nevrotica con l'amica Constance. Impossibile per entrambi concedersi un assolo, irrealizzabile una prospettiva di felicità, inconcepibile una combustione emozionale che escluda chi fino ad oggi gli aveva scaldato il cuore e il cuscino. Per questa ragione l'autrice ammette un pas de trois, contemplando un altro vertice pur di amare, pur di non restare soli con se stessi. Questo avvicinamento però è soltanto una chimera dichiarata dalla narrazione off e dall'utilizzo diegetico delle canzoni, una fucina di catene desideranti che mettono a rischio tutti i possibili legami fra due donne e un uomo.
Joachim è il primo a scendere da quella giostra crudele esibendosi (e dichiarandosi) in una coreografia di Pina Bausch ("The Man I Love"), che mima l'amore che un giorno arriverà e lo prenderà per mano. Dai tacchi scende invece Hélène, per misurare come i compassi di Bertrand Morane il sentimento in tutte le direzioni e poi infilarne una sola in cima a un grattacielo e dentro un classico sentimentale. Valérie Donzelli e Jérémie Elkaïm, ex marito nella vita e interprete nel film, sono ancora insieme sullo schermo, portando con sé e in libera associazione i loro ricordi. Con Hand in Hand firmano un altro mélo coniugale, che (ri)frequenta il loro tempo coniugale. Mai finito e sempre risonante di echi e di rime.
Avevamo ammirato la giovane e già grande maestra del cinema Valérie Donzelli per la sua capacità di intessere tragedia e gioco, in una vicenda umana particolarissima ma significativa della attuale condizione di precarietà esistenziale dei giovani, la quale si prolunga ormai a rappresentare interamente quella umana. In questo in questo film, invece, il gioco prende decisamente il sopravvento e la tragedia, [...] Vai alla recensione »
L'autrice di un film notevole e quasi insostenibile come La guerra è dichiarata, storia-musical della lotta di due genitori contro un tumore infantile, torna con un film tutto leggerezza, Main dans la main (Concorso). Un'opera buffa che del colpo di fulmine coglie il lato comico senza occultare la violenza dei sentimenti. Uno di quei lavori che si possono realizzare solo nella patria dell'esprit de [...] Vai alla recensione »