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martedì 29 novembre 2022
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beata eterogeneità
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Non ho mai temuto gli accostamenti azzardati, se riescono a donarti l' EMOZIONE DELLA VERITA', nè ho mai cercato la perfezione nell' "umano". Diffido dunque delle critiche robotiche: permango ben lieto di accostarmi con carne-e-sangue ad Opere di carne-e-sangue. Poco altro.
Vito
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mondolucio
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sabato 30 luglio 2022
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il film più sottovalutato della storia
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Ogni tanto capita che la critica più obbiettiva vada in "ferie" e chi li sostituisce sforni queste pillole di "insaggezza" che non troverebbero né capo né coda neanche nel cinema di Saturno (qualora esistesse).
Con una promozione lancio costituita da un trailer lunghissimo (anche qui hanno fatto la storia) le "ormai sorelle" Wachowski (ricordo o informo che prima fossero "fratelli") ci regalano qualcosa che avrebbe meritato mooolto di più nel panorama cinematografico.
Il filo conduttore è semplice: persone di una determinata epoca lasciano in eredità un'opera che ispira un'altra persona di un'altra determinata epoca a crearne un'altra che a sua volta ne ispirerà un'altra (ecc.
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Ogni tanto capita che la critica più obbiettiva vada in "ferie" e chi li sostituisce sforni queste pillole di "insaggezza" che non troverebbero né capo né coda neanche nel cinema di Saturno (qualora esistesse).
Con una promozione lancio costituita da un trailer lunghissimo (anche qui hanno fatto la storia) le "ormai sorelle" Wachowski (ricordo o informo che prima fossero "fratelli") ci regalano qualcosa che avrebbe meritato mooolto di più nel panorama cinematografico.
Il filo conduttore è semplice: persone di una determinata epoca lasciano in eredità un'opera che ispira un'altra persona di un'altra determinata epoca a crearne un'altra che a sua volta ne ispirerà un'altra (ecc...) sino a raggiungere un'evoluzione atta a plasmare ed ispirare menti e spiriti, il tutto con un unico filo conduttore, questo "Atlante delle nuvole" che impregna dolcemente sia il film che le nostre soddisfatte orecchie.
La scelta di utilizzare attori di bravura stratosferica che interpretano più personaggi è ancora più semplice da spiegare: le eredità non si limitano ad essere culturali, ma anche genetiche.
Ho trovato altresì particolarmente geniale il gergo della popolazione qui inserita in un futuro parecchio remoto ("qui ora vi vado a chiacchierare..." dal monologo iniziale di Tom Hanks) perché è molto PLAUSIBILE, ossia un linguaggio evoluto verso una comunicazione più universale, un po' come quando traduciamo con Google traduttore e ci appaiono alle volte delle frasi con parole un po' sconnesse, ma comprensibili.
Chi ne parla male è decisamente poco lungimirante e più avanti farà i conti con la propria coscienza, un po' come capitò a me con Sweneey Todd, film che odiavo ingiustificatamente e che ho imparato ad amare alla follia.
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klatur
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domenica 29 dicembre 2019
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troppa confusione.
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Questo film è un minestrone con un sacco di ingredienti ma che alla fine Non Sa di niente. E poi il continuo saltare da un’epoca all’altra crea ancora più confusione nello spettatore. Peccato perché le ambientazioni sono bellissime . Non lo consiglio .
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ennio
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venerdì 25 gennaio 2019
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buona l'idea e il trucco, male il montaggio
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"Cloud atlas" è un film che si lascia guardare e anche qualcosa in più. Ottimi gli attori, vecchi e nuovi, reinventati di volta in volta nei personaggi che interpretano (a volte irriconoscibili come una maschile Susan Sarandon). L'idea è affascinante, seppur già vista. Si immagina un unico filo conduttore spirituale attraverso la storia umana, che rivive di volta in volta in quelli che si suppongono essere i discendenti diretti, esplicandosi in manifestazioni adattate alla propria epoca ma con la stessa fiamma vitale che la guida.
Anche gli scenari sono all'altezza, le ricostruzioni d'epoca sono molte e ben realizzate, specie quelle passate (per quelle future ci si affida interamente al computer).
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"Cloud atlas" è un film che si lascia guardare e anche qualcosa in più. Ottimi gli attori, vecchi e nuovi, reinventati di volta in volta nei personaggi che interpretano (a volte irriconoscibili come una maschile Susan Sarandon). L'idea è affascinante, seppur già vista. Si immagina un unico filo conduttore spirituale attraverso la storia umana, che rivive di volta in volta in quelli che si suppongono essere i discendenti diretti, esplicandosi in manifestazioni adattate alla propria epoca ma con la stessa fiamma vitale che la guida.
Anche gli scenari sono all'altezza, le ricostruzioni d'epoca sono molte e ben realizzate, specie quelle passate (per quelle future ci si affida interamente al computer).
Quello che non va bene è l'eccessiva sovrapposizione delle varie vicende storiche (sono 6), a volte trattata come uno spot pubblicitario, pochi secondi per scena senza possibilità di fermarsi a riflettere e godersi appieno la storia.
Un film a tratti troppo frenetico, che probabilmente piacerà di più ai 20enni che ai 50enni.
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davide
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venerdì 1 settembre 2017
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consigliatissimo
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marychan
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martedì 14 febbraio 2017
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un altro capolavoro delle wachowski
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Un cast stellare per un film che rimanda al suo paese tante di quelle megaproduzioni di hollywood fatte con lo stampino. È uno dei pochi film, a mio parere, pienamente all'altezza del libro. Certo, non è semplice da capire e magari necessita di una seconda visione, ma quello che deve dire lo dice ad uno spettatore attento. Le sei storie sono comunicanti fra loro a distanza di secoli, e l'individuo che cambia le cose o dà il via alla rivoluzione ha sempre una voglia a forma di stella cadente.
Un'oscar agli effetti speciali, in particolar modo al trucco, secondo me lo meritava tutto: sfido chi lo vede per la prima volta a distinguere i vari ruoli degli attori, visto che sono riusciti a trasformare un'asiatica in una bianca e pure in messicana, donne in uomini e uomini in donne.
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Un cast stellare per un film che rimanda al suo paese tante di quelle megaproduzioni di hollywood fatte con lo stampino. È uno dei pochi film, a mio parere, pienamente all'altezza del libro. Certo, non è semplice da capire e magari necessita di una seconda visione, ma quello che deve dire lo dice ad uno spettatore attento. Le sei storie sono comunicanti fra loro a distanza di secoli, e l'individuo che cambia le cose o dà il via alla rivoluzione ha sempre una voglia a forma di stella cadente.
Un'oscar agli effetti speciali, in particolar modo al trucco, secondo me lo meritava tutto: sfido chi lo vede per la prima volta a distinguere i vari ruoli degli attori, visto che sono riusciti a trasformare un'asiatica in una bianca e pure in messicana, donne in uomini e uomini in donne. Un film intrigante, commovente e a tratti sconcertante, da vedere assolutamente.
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woody62
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lunedì 26 dicembre 2016
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un viaggio affascinante nella storia dell'uomo
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Ho rivisto “Cloud Atlas” a distanza di qualche tempo e questo aiuta a giudicare meglio un'opera complessa, ma sicuramente valida. La composizione musicale del giovane Frobisher “Atlante delle stelle” che dà il nome al film, ben lo raffigura: come nel “sestetto” le diverse frasi musicali compongono il tutto in modo armonico, così le sei storie del film si intrecciano in un continuum che copre circa cinque secoli. Eppure lo svolgimento parallelo degli episodi e lo sfilare dei personaggi che li interpretano, sembra assolutamente naturale, viste le concatenazioni logiche e i riferimenti diretti e indiretti tra una storia e l'altra. Ne risulta un viaggio fantastico e affascinante nella storia dell'uomo, dove un singolo atto di ribellione, per quanto possa sembrare inutile e disperato, segna invece il punto di partenza per una nuova promessa di un futuro migliore.
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Ho rivisto “Cloud Atlas” a distanza di qualche tempo e questo aiuta a giudicare meglio un'opera complessa, ma sicuramente valida. La composizione musicale del giovane Frobisher “Atlante delle stelle” che dà il nome al film, ben lo raffigura: come nel “sestetto” le diverse frasi musicali compongono il tutto in modo armonico, così le sei storie del film si intrecciano in un continuum che copre circa cinque secoli. Eppure lo svolgimento parallelo degli episodi e lo sfilare dei personaggi che li interpretano, sembra assolutamente naturale, viste le concatenazioni logiche e i riferimenti diretti e indiretti tra una storia e l'altra. Ne risulta un viaggio fantastico e affascinante nella storia dell'uomo, dove un singolo atto di ribellione, per quanto possa sembrare inutile e disperato, segna invece il punto di partenza per una nuova promessa di un futuro migliore. Il cast è di assoluta eccellenza e in particolare brillano per grandezza Tom Hanks e Halle Berry Tutti gli attori sono impegnatissimi, impersonando con sembianze diverse i protagonisti dei sei episodi. Certo il film non è esente da imperfezioni. Un lavoro così articolato, ampio e strutturato, in quasi tre ore di proiezione rischia ogni tanto di mostrare qualche lacuna nel montaggio o nella sceneggiatura; ma sono peccati veniali considerato che le tre ore passano senza pesare assolutamente. Anzi, quando nell'ultima scena del film guardi il cielo assieme al vecchio Zachry, e comprendi finalmente il senso della sinfonia “Atlante delle stelle”, ti resta dentro una po' di malinconia, come nei bambini quando la favola è finita.
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woody62
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lunedì 26 dicembre 2016
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un viaggio affascinante nella storia dell'uomo
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Ho rivisto “Cloud Atlas” a distanza di qualche tempo e questo aiuta a giudicare meglio un'opera complessa, ma sicuramente valida. La composizione musicale del giovane Frobisher “Atlante delle stelle” che dà il nome al film, ben lo raffigura: come nel “sestetto” le diverse frasi musicali compongono il tutto in modo armonico, così le sei storie del film si intrecciano in un continuum che copre circa cinque secoli. Eppure lo svolgimento parallelo degli episodi e lo sfilare dei personaggi che li interpretano, sembra assolutamente naturale, viste le concatenazioni logiche e i riferimenti diretti e indiretti tra una storia e l'altra. Ne risulta un viaggio fantastico e affascinante nella storia dell'uomo, dove un singolo atto di ribellione, per quanto possa sembrare inutile e disperato, segna invece il punto di partenza per una nuova promessa di un futuro migliore.
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Ho rivisto “Cloud Atlas” a distanza di qualche tempo e questo aiuta a giudicare meglio un'opera complessa, ma sicuramente valida. La composizione musicale del giovane Frobisher “Atlante delle stelle” che dà il nome al film, ben lo raffigura: come nel “sestetto” le diverse frasi musicali compongono il tutto in modo armonico, così le sei storie del film si intrecciano in un continuum che copre circa cinque secoli. Eppure lo svolgimento parallelo degli episodi e lo sfilare dei personaggi che li interpretano, sembra assolutamente naturale, viste le concatenazioni logiche e i riferimenti diretti e indiretti tra una storia e l'altra. Ne risulta un viaggio fantastico e affascinante nella storia dell'uomo, dove un singolo atto di ribellione, per quanto possa sembrare inutile e disperato, segna invece il punto di partenza per una nuova promessa di un futuro migliore. Il cast è di assoluta eccellenza e in particolare brillano per grandezza Tom Hanks e Halle Berry Tutti gli attori sono impegnatissimi, impersonando con sembianze diverse i protagonisti dei sei episodi. Certo il film non è esente da imperfezioni. Un lavoro così articolato, ampio e strutturato, in quasi tre ore di proiezione rischia ogni tanto di mostrare qualche lacuna nel montaggio o nella sceneggiatura; ma sono peccati veniali considerato che le tre ore passano senza pesare assolutamente. Anzi, quando nell'ultima scena del film guardi il cielo assieme al vecchio Zachry, e comprendi finalmente il senso della sinfonia “Atlante delle stelle”, ti resta dentro una po' di malinconia, come nei bambini quando la favola è finita.
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fabal
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venerdì 15 gennaio 2016
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difetti di contenuto, non di forma
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Sei vicende ambientate in epoche differenti, dall'America schiavista a un futuro post-atomico. Un denominatore comune: in ciascun episodio il protagonista è in qualche modo portatore di una liberazione e presenta una voglia a forma di cometa sul corpo. La corretta analogia simbolica tra passato-presente-futuro rivela il senso finale del film.
La durata di quasi tre ore non inganni. Cloud Atlas non vuole essere un macigno lento e impegnativo, ma un prodotto nuovo e ambizioso. Due termini che calzano a pennello per Tom Tyker, il regista sperimentale di Lola corre che aveva alzato l'asticella con il più celebrativo Profumo.
In Cloud Atlas, produzione indipendente, è coadiuvato nientemeno che dai Wachowsky, la cui esperienza matrixiana si vede eccome.
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Sei vicende ambientate in epoche differenti, dall'America schiavista a un futuro post-atomico. Un denominatore comune: in ciascun episodio il protagonista è in qualche modo portatore di una liberazione e presenta una voglia a forma di cometa sul corpo. La corretta analogia simbolica tra passato-presente-futuro rivela il senso finale del film.
La durata di quasi tre ore non inganni. Cloud Atlas non vuole essere un macigno lento e impegnativo, ma un prodotto nuovo e ambizioso. Due termini che calzano a pennello per Tom Tyker, il regista sperimentale di Lola corre che aveva alzato l'asticella con il più celebrativo Profumo.
In Cloud Atlas, produzione indipendente, è coadiuvato nientemeno che dai Wachowsky, la cui esperienza matrixiana si vede eccome. Ne risulta un film sorprendentemente agile, dinamico, con una bella fotografia e un'alternanza tra le vicende tutto sommato brillante. I vizi di Cloud Atlas non sono di forma bensì di contenuto. Ci troviamo di fronte a un potenziale visivo ottimamente confezionato dalle immagini ma piuttosto scontato nell'apparato simbolico. Non che Cloud Atlas sia un film modesto o una serie di allegorie elementari.
Semplicemente tutta la ricerca analogica tra eventi e personaggi è un lunghissimo dejà vu che ribadisce, citandola oltremisura, molta della cinematografia passata. C'è troppo Matrix nella vicenda di Sonmi, oltre a una trama pressoché trafugata a The Island. Non è originale l'umanità post-apocalittica che adora un passato tecnologico, non è inventiva nemmeno l'idea di introdurre una sorta di totem a far da collante tra le varie epoche: qui è la voglia a forma di cometa, in 2001 Odissea nello spazio era l'enigmatico monolito. Sorge, in buona sostanza, l'impressione che Cloud Atlas sia un collage di idee precedenti, sebbene lustrato a nuovo e con alcuni personaggi dissacranti come il signor Cavendish, una sorta di signor Pignon alla riscossa.
Interessante è la riproposizione dei medesimi interpreti nelle varie epoche, sebbene con alcune falle nel makeup che rendono alcuni personaggi poco credibili. Il karma, la reincarnazione, la crescita morale fino alla all'ultima redenzione: in tre ore Cloud Atlas condensa sacro e profano, Oriente e Occidente, le filosofie orientali con le più empiriche lotte di emancipazione. Da quelle sociali a quelle artistiche (il musicista che scrive la sinfonia "Atlante delle Nuvole") fino a quelle più nascoste: la bizzarra evasione degli anziani da un ricovero.
Ambizioso e ben confezionato, Cloud Atlas è sicuramente un'opera di grande impatto e potenza visiva, che ha il pregio di coinvolgere con un ritmo serrato e un’ottima fotografia. Ma ha il difetto di essere forse ripetitivo o semplicemente vuoto, dal momento che l’importanza contenutistica delle ultime due vicende, dirette dai Wachowsky, risulta ben più preponderante di tutto il resto. E quello che vorrebbe essere un’ambiziosa sintesi di generi, si trova ad essere un film in cui la spunta nettamente la fantascienza.
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fabio zaghi
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domenica 12 aprile 2015
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grande film
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Durerà anche te ore ma non me ne sono accorto. Si tratta di 6 storie avvincenti accomunate dal filo della libertà, dalla schiavitù ai tempi del 1700 alle nuove schiavitù del futuro. Mi ha profondamente commosso. Un film visionario, ma anche carico di tensione e azione che trasmette un messaggio molto chiaro, bisogna lasciarsi dietro i pregiudizi e le meschinità e bisogna avere il coraggio di lottare per quello in cui si crede. Avevo molto apprezzato il primo episodio della trilogia di Matrix, molto meno i due film successivi... qui siamo su un altro livello, forse il parallelo più vicino è V per vendetta, ma questo film mi è piaciuto ancora di più.
Andatelo a guardare, oltre ad essere avvincente fa anche pensare!
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