Titolo originale | EL CIRCUITO DE ROMÁN |
Anno | 2011 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Cile, Argentina |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Sebastián Brahm |
Attori | Cristián Carvajal, Paola Giannini, Alexis Moreno, Julia Martínez Rubio, Pablo Krögh Camilo Carmona. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento giovedì 5 aprile 2012
CONSIGLIATO SÌ
|
Il trentenne Roberto Román (Cristián Carvajal) è un brillante ricercatore neuropsicologo. Agli inizi della sua attività accademica ha pubblicato una teoria innovativa sulla migrazione della memoria. Si è trasferito all'estero, ma, con il passare del tempo, la sua carriera si è arenata. Dopo 10 anni, ritorna in Cile, nell'Università dove ha studiato. Ben presto si rende conto delle sue difficoltà a reinserirsi in un ambiente dove avvengono feroci lotte di potere tra docenti e ricercatori per prevalere. Ora è costretto a lavorare alle dipendenze di José (Alexis Moreno), un ricercatore, amico e rivale nell'epoca dei suoi esordi, che, peraltro ha sposato la sua ex fidanzata verso cui egli nutre ancora forti sentimenti. Inoltre deve lottare per recuperare l'attenzione del suo antico mentore Osvaldo (Pablo Krögh), un ambiguo professore sessantenne. L'unico che continua ad appoggiarlo è Javier (Camilo Carmona), il suo giovane brillante assistente, che si propone di rivalutare gli antichi esperimenti di Roberto secondo una nuova prospettiva. In sintesi ritiene che il meccanismo di migrazione dei ricordi sia innescato da momenti di intuizione creativa provocabili mediante esercizi di associazione visiva. Román decide quindi di sottoporsi lui stesso a sedute sperimentali per validare quella teoria. Da quel momento rivive i ricordi del suo passato che si sovrappongono ai fatti del presente attraverso sequenze temporali distorte.
L'opera di esordio di Sebastián Brahm è un film seducente, sia per la verosimiglianza delle teorie scientifiche esposte, sia per l'efficacia del suo sguardo e del suo linguaggio cinematografico che si avvale di un abile montaggio di spazi e oggetti ed evita banali effetti visivi o trucchi digitali. Si nota chiaramente la passione dell'autore per le neuroscienze e la psicologia sperimentale e la sua approssimazione al noto regista francese Alain Resnais. Ci vengono in mente anche aspetti di film diversi quali Solaris (1971), di Andrej Tarkovsky e Memento(2000), di Christopher Nolan. In effetti lo stesso Brahm ha dichiarato che si tratta di "un dramma di scienza e di finzione, in cui si mescolano congettura speculativa scientifica e dramma psicologico". D'altro canto anche la sua rappresentazione beffarda degli aspetti contorti e oscuri della competizione e dell'ipocrisia presenti nell'ambiente universitario è convincente. La struttura narrativa del film è viziata da un certo gusto barocco, ma la messa in scena risulta austera.