Anno | 2010 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Belgio, Francia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Olias Barco |
Attori | Aurélien Recoing, Virgile Bramly, Daniel Cohen, Virginie Efira, Bouli Lanners Benoît Poelvoorde, Saul Rubinek, Zazie De Paris, Muriel Bersy, Nicolas Buysse, Ingrid Heiderscheidt, Jérôme Colin, Ewin Ryckaert, Stéphane Malandrin, Gérard Rambert, Stéphanie Crayencour, Vincent Tavier, Clara Cleymans, Olga Grumberg, Philippe Nahon. |
Uscita | venerdì 14 gennaio 2011 |
Tag | Da vedere 2010 |
Distribuzione | Archibald Enterprise Film |
MYmonetro | 2,97 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 27 maggio 2015
Il Dr. Kruger vuole dare un senso al suicidio creando una struttura terapeutica dove darsi la morte sia considerato un atto consapevole. Il film è stato premiato a Roma Film Festival, In Italia al Box Office Kill Me Please ha incassato nelle prime 5 settimane di programmazione 108 mila euro e 42,1 euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Il dottor Kruger gestisce una clinica che offre assistenza e qualche goccia di veleno a chi ha deciso di farla finita con questa vita. Il giuramento di Ippocrate lo obbliga a cercare di far desistere qualsiasi paziente dalla scelta estrema ma, se la volontà è forte e sicura, il primario, sostenuto da un contributo governativo, non può far altro che assecondarla, ultimo desiderio compreso. Nella villetta del suicidio medicalmente assistito sbarcano i personaggi più disparati, dal malato di cancro alla bella sfortunata, dal depresso con la fantasia del Vietnam alla cantante lirica che ha perso la voce. Eppure non è così facile spegnere l'umano interruttore quando la campanella della natura o del destino non è ancora suonata.
Il belga Olias Barco sceglie per il secondo lungometraggio un soggetto politicamente ultrascorretto, che declina, fotograficamente, in bianco e nerissimo. Si spinge senza scrupoli sul pedale dell'eccentrico e del cinico, ma la verità è che in Svizzera e non solo questo genere di cliniche esiste e prospera. Amante dei forti contrasti, Barco sceglie un'ambientazione sontuosa, dove il bianco della neve e degli interni e il silenzio della natura circostante si propongono come il miglior viatico per la quiete eterna, almeno fino a che le interazioni sociali non fanno esplodere anche lì tutta l'anarchia di cui sono portatrici.
Il cast è ottimo e, tra gli altri, conta quel Bouli Lanners che sta dando non poco al cinema francofono delle ultime stagioni, da Eldorado a Louise Michel a Mammuth; per questo e altro, trattenere il riso è spesso impossibile, ma occorre comunque passare attraverso alcune scene seriamente disturbanti. Non solo, anche a livello di farsa l'impressione forte è che sarebbe bastato poco, in sede di scrittura soprattutto, per farne un prodotto di livello superiore, un piccolo cult: meno investimento d'inchiostro nella caricatura dei personaggi e più nei dialoghi, forse, che sono esilaranti ma sottoutilizzati.
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In un bianco e nero alla Bergman, tra il silenzio della foresta, immersa nelle neve risiede una clinica diversa dalle altre, una clinica che ospita avventori alla ricerca della morte. Il dottor Kruger (Recoing) è il medico che fa da Caronte per questo viaggio attraverso lo Stige che i pazienti hanno deciso di fare; tra di loro i personaggi più disperati: dal regista depresso cronico [...] Vai alla recensione »
Ho visto il film ieri. Non sono una critica cinematografica, quindi il mio giudizio sarà quello di una persona normale che è andata a vedere un film "anormale", ma quando è finito mi sono fatta delle grandi risate, perchè è tutto così assurdo, paradossale, che la risata finale nasce da dentro, primo perchè non si hanno spiegazioni per quello che si è visto, secondo perchè ci si libera di una certa [...] Vai alla recensione »
sopravvivere non occorre, nel modo più assoluto, prendersi troppo sul serio....e perché no! Anche la morte, dal momento che non la conosciamo, non dobbiamo per forza, o per paura ...di questa sconosciuta...prenderla ..., troppo....sul serio....specie in quanto si tratta di morti "scelte come soluzione"...quindi non serie?!....Forse. Mi é sembrato un po' questo, in parte il signifato di questo film [...] Vai alla recensione »
Dovrebbe essere più che evidente, a una persona razionale, il diritto di disporre della PROPRIA vita. Non riconosciuto (come del resto tanti altri) dalla nostra "civiltà" ancora molto barbarica e poco civile. Una civiltà rimasta abbarbicata a superstiz... pardon, fedi, che null'altro rispecchiano dal primitivo terrore per l'ignoto, che si cerca di vincere inventandosi [...] Vai alla recensione »
Un tema interessante, delicato ma importante quello del suicidio assistito, o dell’eutanasia, che in alcuni paesi è ammesso. In fondo il film di Olias Barco ha un risvolto moralista. Nella clinica svizzera nulla va come dovrebbe andare, tutto va storto e, nel finale, il civilissimo dott. Kruger sembra pentirsi del suo stesso mestiere; molti dei pazienti che volevano morire, invece, uccidono [...] Vai alla recensione »
Innanzitutto una premessa: gli ingredienti per fare un buon film cerano tutti. Non può sfuggire, tanto per cominciare, l’originalità con cui è trattato il tema della morte, ovvero il desiderio di porre fine alla propria vita commissionando ad altri, dietro pagamento, il “proprio suicidio”. A questo macabro scopo dovrebbe servire una clinica specializzata, situata in mezzo a un bosco, su un’altura appartata. [...] Vai alla recensione »
L'idea di partenza aveva potenzialità, potenzialità che avrebbero potuto trovare concretizzazione in declinazioni svariate, dal drammatico e serioso, al grottesco e farsesco, fino ad arrivare ad un intrigo a tinte gialle. Nella pratica si fatica ad individuare una direzione compiuta, procedendo a singhiozzo, tanto su valli impegnate e poco convinte, quanto su pianure di umorismo nero poco riuscito [...] Vai alla recensione »
Abbiamo visto “ Kill me please – la morte dolce “ diretto da Olias Barco. Dimenticate il titolo ( non perché sia brutto ma è forviante ), dimenticate le pubblicità o le brochure della produzione. Non è un film sulla dolce morte o almeno questa è presa da pretesto e da contesto per raccontare altro.
La morte indotta da una mano estranea fa' porre quesioni di ordine etico; qui la morte arriva da chi definisce gli operatori della clinica "assassini" e poi... spara! Un film che mette in luce con scioccante surrealismo i controsensi delle ideologie che puntano il dito contro l'eutanasia e poi uccidono in nome di altri "ideali" e che cerca di spiegare [...] Vai alla recensione »
visto appena uscito. Semplicemente stupendo. Dalla gran scelta del bianco e nero, al tono grottesco e comico allo stesso tempo. Una sceneggiatura vincente e una serie di gag veramente buone. Si candida sicuramente ai primi dieci titoli dell'anno....immaginando cosa uscirà nelle sale
Il dottor Kruger (Aurelien Recoing) è il direttore di una clinica in cui si pratica il suicidio assistito: un sorso di veleno è offerto come viatico per il sonno eterno per chi ha deciso di farla finita, salvo accertarsi prima dell'effettiva volontà di morire del paziente. Già frequentata da personaggi eccentrici ed un po' svitati, la clinica diverrà oggetto [...] Vai alla recensione »
Il film, per l'originalità con cui è trattato il tema della morte, ovvero il desiderio di porre fine alla propria vita commissionando ad altri il "proprio suicidio", che dovrebbe avvenire in una clinica specializzata a tale macabro scopo; per l'insolita l'ambientazione: la clinica, appunto, immensa, appartata e dall'aspetto austero e sinistro; per alcune scene grottesche al limite del reale; per la [...] Vai alla recensione »
"Cosa voleva comunicarci, chi ha ideato questa storia?" Gli aspiranti suicidi, nel film, sono delle persone fondamentalmente deviate, che andrebbero curate psicologicamente piuttosto che accompagnate nella loro devianza: la loro carica di irrispettosa violenza, intrinseca nella volontà di suicidarsi, si potrebbe dipanare anche sul prossimo, se l'omicidio non fosse limitato dalla fortissima censura [...] Vai alla recensione »
Il bianco e nero del film, l'inverno e la neve avvolgono l'inquietante clinica del Dottor Kruger in un gelido brivido. I pazienti, volontariamente, invocano il suicidio assistito per un dolce trapasso. Esaudendo l'ultimo loro desiderio il Dottore somministra un veleno che li porterà nel sonno eterno in appena tre minuti.
Aggiungo un paio di cose al mio commento di qualche giorno fa. Alla fine del film, in sala è scoppiato spontaneo un applauso liberatorio, accompagnato da un generale sospiro di sollievo perché finalmente ci si era liberati dal supplizio di questo film. E ancora una cosa: per lo sconclusionato, confuso e irrisolto affastellamento di questa storia sgangherata appare evidente che il film (che aveva, se [...] Vai alla recensione »
Kill me please di Olias Barco e' un film grottesco , geniale , irriverente ; una vera "chicca" per gli amanti del genere. la pellicola del regista belga, riesce nel difficilissimo compito, di trattare un argomento come l'eutanasia, riuscendo a far ridere e sorridere lo spettatore con uno spietato umorismo dark. Il tutto condito da efficaci, quanto inaspettati, colpi pulp. un [...] Vai alla recensione »
In Italia siamo ancora indietro su questo fronte, cioè quello della liberta di morire (l'eutanasia). In questo film viene spiegato come invece è molto più normale farsi aiutare in questo percorso (in entrambe le direzioni) che non cercare di risolvere da solo la problematica. Altrimenti si finisce come il povero/grande regista Mario Monicelli che per morire si è dovuto gettare dal 5° piano del Policlinico [...] Vai alla recensione »
E difficile per noi "buoni corretti giusti "ammetterlo: ma fa veramente ridere (la fotografia e grandiosa in certe inquadrature) i dialoghi sono sorprendenti ma tanto liberatori. sfido tutti a vedere il film e lasciarsi provocare....e ridere di quello che in realta siamo senza ipocrisie...poi potremmo sempre dire di esserne disgustati infastiditi turbati.
Uno psichiatra ha da tempo aperto un ospedale dove le persone possono recarsi per ottenere la dolce morte non prima che il dottore abbia tentato tutte le strade per cercare di convincerli a recedere dalla loro intenzione. Il problema è che ovviamente nella strttura si presentano persone assolutamente stravaganti e con gravi disturbi nervosi e alla fine la situazione sfuggirà di mano. Vai alla recensione »
E' un film per divertire,ma anche per parlare della grande questione della morte. Il dottor Kruger dirige una clinica svizzera che offre assistenza a pazienti che hanno un solo desiderio:spirare. Dipinto in un potentissimo bianco e nero e pervaso da uno humour crudele,questo originalissimo film alterna momenti lugubri ad altri irriverenti: si può ridere molto in una scena e in [...] Vai alla recensione »
non ci siamo, il film è tanto complesso quanto ondivago. una commedia nera che non osa tanto nel grottesco quanto nell'etico, un vortice confuso di fabula che si perde dietro tanti personaggi allo sbando, dietro una sceneggiatura acquosa che avrebbe potuto far la differenza, a parità di budget e di scenografia. la fotografia non funziona (troppo pesante), e il ritmo nella prima [...] Vai alla recensione »
Francamente non capisco il senso di questo film. A dire la verità non sono nemmeno riuscito a finire di vederlo, troppo noioso e senza senso. Il tema di partenza può anche essere interessante, peccato che sia affrontato in modo assai discutibile. Il bianco e nero utilizzato rende il film ancora più irritante. Non c'è altro da aggiungere.
Deludente, non mi escono altre parole.
....il film ha tutti i canoni per essere fuori o sopra le righe, ovvero: come si può tradurre un tema come l'eutanasia in farsa noir,con qualche risata sarcastica a condire il tutto.....
Le prime inquadrature, di un macchiettismo un pò disturbante, mi hanno riportato col pensiero a vari esempi cinematografici(E non): un (Quasi) eccellente film dell'anno scorso, "Lourdes", che con toni caricaturali dipingeva la superstizione religiosa, ma amato anche da certi credenti; ed al "Nastro bianco", dove l'assenza di colore assumeva una calvinista dimensione punitiva.
Come avevo previsto, questo film sconclusionato e mal fatto (poteva essere, ripeto per l'ennesima volta, un capolavoro se fosse stato scritto e montato meglio) in meno di quindici giorni è apparso e poi scomparso rapidamente dalle sale cinematografiche. Una meteora inutile. Un'occasione mancata. Un flop totale. Peccato, perché l'originalità della storia poteva portare buoni frutti...
Un film troppo improntato sul grottesco e il cinico per risultare davvero divertente. Non è chiaro il messaggio che l'autore voleva comunicarci.
Il film non è da buttare. Il tema forte dell'eutanasia è un pretesto per mettere in luce tutti i paradossi umani portandoli però ad un estremo tale da ridicolizzare la dignità umana, sfiorando ma non troppo il cattivo gusto. (legittimo punto di vista, intendiamoci). L'abilità del regista è stata quella di iniziare in modo surreale sì ma apparentemente serio (la prima dolce morte si svolge come previsto) [...] Vai alla recensione »
Uccidimi, ti prego!”. È la traduzione letterale di Kill Me Please che ha mantenuto il titolo originale anche per l'uscita nelle sale italiane del 14 gennaio. L'ultimo film di Olias Barco ha colpito e affondato il festival di Roma 2010, vincendo il Marco Aurelio d'Oro. Presentato ieri nella Capitale alla presenza del cast e dei moderatori Piera Detassis e Fabio Ferzetti, in una serata dedicata a Lietta Tornabuoni, storica critica cinematografica de La Stampa scomparsa ieri, il film franco-belga di Barco è una commedia dark, grottesca e un po' splatter sulle vicende dei pazienti di una clinica che [...]
La storia di una clinica dove i pazienti terminali scelgono una morte dolce e si ritrovano invece ad affrontare gli istinti omicidi della comunità che li circonda è una bella metafora di come nessuno possa veramente controllare la propria dipartita (o la propria esistenza, se è per questo). I personaggi che popolano la clinica sono tutti schizzati: dall’americano che vuole andarsene dopo una cena memorabile [...] Vai alla recensione »
Olias Barco, le réalisateur de ce film, cherchait une solution après l'accueil pour le moins mitigé de Snowborder (2002), son premier long métrage. Réfugié en Belgique à très bonne adresse (La Parti Production), il s'est inspiré des méthodes qui ont porté chance au désormais mythique C'est arrivé près de chez vous et nous revient avec Kill Me Please, farce macabre réalisée en noir et blanc pour un [...] Vai alla recensione »
Un comico con un tumore incurabile, una ragazza autolesionista, un vecchio cabarettista, un ricco signore del Lussemburgo, un giocatore d’azzardo che ha perduto tutto, un commesso viaggiatore dai loschi segreti, sono i personaggi del film belga Kill me Please di Olias Barco, premiato al Festival del cinema di Roma, che affronta l'argomento rimosso per eccellenza della nostra epoca, la morte.