Titolo originale | Tetro |
Anno | 2009 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA, Argentina, Spagna, Italia |
Durata | 127 minuti |
Regia di | Francis Ford Coppola |
Attori | Vincent Gallo, Alden Ehrenreich, Maribel Verdú, Klaus Maria Brandauer, Carmen Maura Rodrigo De la Serna, Leticia Brédice, Mike Amigorena, Sofía Castiglione, Francesca De Sapio, Adriana Mastrángelo, Silvia Pérez, Erica Rivas. |
Uscita | venerdì 20 novembre 2009 |
Tag | Da vedere 2009 |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
MYmonetro | 3,23 su 15 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 23 dicembre 2009
Il giovane e ingenuo diciassettenne Bennie va a Buenos Aires per cercare il fratello maggiore scomparso da una decina d'anni. In Italia al Box Office Segreti di famiglia ha incassato 449 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Benjamin, che sta per compiere 18 anni, va a cercare a Buenos Aires il fratello Angelo (che tutti conoscono come Tetro dall'abbreviazione del cognome). Tetro ha rotto da tempo i ponti con la famiglia e in particolare con il padre Carlo (musicista di fama mondiale) e ora vive con Miranda facendo il tecnico delle luci in un teatrino locale e scrivendo testi che non piacciono ad Alone, la più importante e potente critica letteraria del Paese. L'incontro tra i due è conflittuale: Tetro non vuole davvero più avere rapporti con i familiari anche se in passato, nel momento in cui era fuggito dalla casa paterna, aveva lasciato una lettera a Benjamin in cui prometteva di tornare per portarlo via con sé e proteggerlo.
Francis Ford Coppola realizza il terzo lunngometraggio completamente suo (nel senso che ne ha scritto anche soggetto e sceneggiatura) dopo The Rain People e La conversazione. Si percepisce sin dalla prima inquadratura in uno splendido bianco e nero (il dettaglio del volto di Tetro che osserva una falena che sbatte ripetutamente contro una lampadina) che in questo film c'è la voglia da parte del regista di guardare dentro se stesso e la propria vita. È quello che fa quasi con spudoratezza offrendoci anche una sintesi del suo modo di concepire il cinema.
Sul piano personale questa vicenda, in cui i legami familiari finiscono con il rivelarsi più forti di qualsiasi tentativo di alienarli, non manca di riferimenti diretti alla vita del regista. Padre e zio musicisti come nel film, famiglia sempre al seguito ovunque e, sicuramente, la sua stessa figura di padre/padrone dominante. Non è forse un caso se la figlia Sofia ha esordito come regista con Il giardino delle vergini suicide in cui i rapporti tra genitori e figlie non erano certo tra i migliori. In proposito Coppola ha dichiarato che nulla di ciò che si vede in Tetro è successo ma che però è tutto vero.
Ma ciò che ancor più conta è il modo in cui Coppola dichiara il suo amore per un cinema che ha alle proprie radici il melodramma classico. Ce lo aveva già mostrato ne Il Padrino. Parte terza e ce lo ricorda ora con una vicenda in cui il colpo di scena è sempre in agguato e la musica classica gioca un ruolo non indifferente. Ma ci sono anche i ragazzi di Rumbe Fish in Tetro con la loro adolescenza tormentata (non a caso Il regista aveva pensato a Matt Dillon come protagonista anche se poi la scelta di Vincent Gallo qui si rivela vincente).
C'è un padre che vampirizza il figlio come neanche Dracula avrebbe saputo fare. C'è la lettura in filigrana della scrittura come terapia (e cosa ha fatto in questo caso Coppola se non anche scrivere il film?). E c'è una situazione quasi speculare a quella vissuta dal protagonista di La conversazione. Così come in quel caso l'intercettatore diveniva preda del suo stesso spiare così qui Benjamin, decodificando i manoscritti di Tetro, ne porta alla luce il rimosso ma, al contempo, rischia di finire egli stesso preda di una realtà troppo pesante per poter essere sostenuta.
In chiusura un suggerimento che ogni tanto si rivela necessario: cercate di non farvi raccontare lo snodo della vicenda. Finireste col guardare la falena dalla parte sbagliata.
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Da grandissimi cineasti del calibro di Francis Ford Coppola è naturale aspettarsi opere cinematografiche di portata enorme, come i vecchi film diventati ormai emblemi della storia del cinema..qualcuno ha detto Apocalypse Now? Il Padrino? Con quest'ultima sua fatica Francis ha deciso invece di sovvertire completamente questo dogma. Segreti di Famiglia (Tetro) è un film teneramente [...] Vai alla recensione »
Tetro è insieme intimo ed eccessivo, realistico e barocco, in apparenza un film sulla ricerca dei legami familiari, in realtà una solida struttura di temi cari al regista supportata da un cast semplicemente perfetto e da una sceneggiatura aperta a più piani di lettura. Coppola rispolvera per questo film un suo vecchio soggetto e racconta la storia di due fratelli e del loro difficile rapporto con [...] Vai alla recensione »
Il diciassettenne Bernie arriva a Buenos Aires per ritrovare suo fratello Angelo che dieci anni prima ha abbandonato New York deciso a non avere più niente a che fare con la sua famiglia a causa del rapporto infelice con il padre Carlo, acclamato direttore d'orchestra. Ora è uno scrittore frustrato, ferito da un passato troppo doloroso da sopportare.
Evviva la libertà di creazione. Pellicola molto personale. Girato in uno scintillante bianco e nero , di impianto quasi teatrale ,narra l'intrigo di relazioni familiari all'interno di una famiglia di artisti dalla quale il protagonista Tetro , interpretato da un bravissimo Vincent Gallo , si è allontanato molti anni prima. Quando il fratello minore decide di andare a trovarlo laddove si è rifugiato [...] Vai alla recensione »
Storia introspettiva, dove le” radici” dell’ essere vengono “ scoperte .” E’ come entrare dentro una scatola cinese ; più si apre la scatola più incerto resta il contenuto. La sofferenza dipende dal caso o da un bagaglio ereditato di pensieri, desideri o azioni? E’storia affannosa dove processi psichici profondi”gorgheg [...] Vai alla recensione »
Un film monocorde, che non trascina il pubblico. Tecnicamente perfetto, stilisticamente impeccabile, ma privo di slanci che possano attrarre lo spettatore. La sceneggiatura, pur molto interessante, non viene condita nella maniera migliore ed il film diventa poco scorrevole. La storia è troppo dilatata, i 127 minuti del film sono eccessivi: un rimontaggio più rapido ed una colonna sonora [...] Vai alla recensione »
Visivamente impeccabile, il film non lo è altrettanto nel tema e tanto meno nello sviluppo. E' un melodramma senza dramma che rischia di tramutarsi in farsa per le gravi incertezze del regista e per le esitazioni della sceneggiatura. Pochissime idee tirate per i capelli. Una recitazione costantemente sopra le righe (insopportabile Gallo) lungaggini inconcepibili.
Riferire le impressioni di quel che si è visto ed ascoltato durante la proiezione di questo spettacolo, definirlo solo film è riduttivo, induce al silenzio. Ogni parola è fuori posto, rompe l’incantesimo di uno spettacolo che definirei il trionfo del Cinema, una fusione tra gente di teatro e gente dello schermo, come nel mondo in cui, ospiti, la facciamo da padroni.
La famiglia Coppola continua a parlarci di loro, dopo Sophie con Lost in Traslation e Somewhere ora il padre. Film eccezionale ed è incredibile che nella sua maturità Coppola risulti così innovativo, teatrale, fresco, onirico e sperimentale. Ottimo Gallo, suggestivo il bianco e nero che contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare rappresentare la realtà ed un colore [...] Vai alla recensione »
Se con “un’altra giovinezza” Francis Ford Coppola aveva proposto un film per un pubblico molto ristretto, con questo film riconferma questa scelta e ritorna sul grande schermo con una pellicola bella e molto personale di vero cinema indipendente. Intanto cominciamo a dire che la scelta del bianco e nero per la storia che si svolge al presente e il colore per i flashback non è tanto una scelta stilistica [...] Vai alla recensione »
Un Coppola discreto ci accompagna nelle strade di Buenos Aires alla scoperta della relazione burrascosa tra due pr...ti fratelli. Ottima la prima mezz'ora poi il film riesce solo a sprazzi a tenere alto l'interesse fino al colpo di scena finale (intuibile almeno un buon venti minuti prima). Bravi gli attori, buone la sceneggiatura e la colonna sonora.
Coppola rivisita il padrino. L'argomento è diverso. Non ci sono gangesters, ma c'è un Padre padrone, capofamiglia indiscusso, genio della musica, egocentrico, sembra sacrificare alla sua gloria le persone che gli stanno accanto: il fratello maggiore, musicista anche lui, ma meno dotato e per questo disprezzato, il figlio Angelo, alla ricerca di un suo successo personale lontano dalla musica, come scrittore. [...] Vai alla recensione »
Film bellissimo che solo un Maestro come Coppola ci poteva regalare!Storia appassionante, romantica ma vivace con locations bellissime (Buenos Aires e la Patagonia)e una fotografia perfetta.film anticonvenzionale per eccellenza.Grande Coppola...
Questo è un film dove tutto è alla maniera di... La trama è alla maniera dei drammoni di Tennesse Williams, le inquadrature del fratello maggiore o padre sono alla maniera di Marlon Brando (Fronte del Porto, un Tram che si chiama desiderio) o a James Dean di Gioventù Bruciata)Il bianco e nero alla maniera di Orson Wells (Il Terzo Uomo). Un film che sembra fatto solo per autoesaltare la bravura (indubbia) [...] Vai alla recensione »
Riferire le impressioni di quel che si è visto ed ascoltato durante la proiezione di questo spettacolo, definirlo solo film è riduttivo, induce al silenzio. Ogni parola è fuori posto, rompe l’incantesimo di uno spettacolo che definirei il trionfo del Cinema, una fusione tra gente di teatro e gente dello schermo, come nel mondo in cui, ospiti, la facciamo da padroni.
Magari verso la fine si intorcina un po' ma e' un bel film.
Riferire le impressioni di quel che si è visto ed ascoltato durante la proiezione di questo spettacolo, definirlo solo film è riduttivo, induce al silenzio. Ogni parola è fuori posto, rompe l’incantesimo di uno spettacolo che definirei il trionfo del Cinema, una fusione tra gente di teatro e gente dello schermo, come nel mondo in cui, ospiti, la facciamo da padroni.
Un film sulla vita e sui segreti, nominabili e innominabili, che accompagnano l'esistenza di due fratelli che si ritrovano dopo tanto tempo. Ottima la fotografia, con un bianconero davvero affascinante e flash-back a colori, ora tragici, ora sorprendentemente surreali. Coppola assembla un puzzle affascinante, amaro e misterioso, con abilità da vero prestigiatore.
Francis Ford Coppola è sempre stato un cineasta eccessivo, barocco e geniale; in questo suo nuovo lavoro non ci risparmia nulla di se stesso: pregi e difetti, momenti di grandissimo cinema con inquadrature incantevoli e attori ispirati e cadute di tono con episodi mal riusciti e una sceneggiatura che sovente inciampa su se stessa. Ma il film, nonostante tutto, coinvolge fino alla fine, perchè si sente [...] Vai alla recensione »
Talmente personale da escludere lo spettatore. In verità in grande regista fa un film molto noioso fin dall'inizio, improvviso crash che ti svegliano dal sonno in cui sei piombato in attesa che finisca. gli attori tutti molto bravi, meno lo sfortunato protagonista, Tetro, di nome e di fatto, poco credibile in tutto ciò che fa e che dice. peccato perchè la storia ci sarebbe stata, ha fatto del tutto [...] Vai alla recensione »
In estrema sintesi: incompiuto, anche se la maestria di Coppola spesso fa capolino. Ma sembra che manchi l'ispirazione giusta, la sceneggiatura è in alcuni punti confusa, il finale è un delirio, i dialoghi poco interessanti.
Coppola torna al cinema con un melodramma familiare a tinte cupe e pieno di accenni poetici e visionari. L'unica pecca di questo film, non piccola purtroppo, è di rimanere freddo e poco coinvolgente proprio nelle parti salienti della storia, ovvero quelle in cui la vicenda si dipana definitivamente. Rimane comunque un buon film diretto con eleganza e maestria, senza una sbavatura.
Primo tempo decisamente lento, ed insipido. Secondo tempo più coinvolgente e si riscatta. Perchè la scelta del b/n con flash-back a colori?
senza fare giri di parole, il film è una boiata! una trama poco interessante.. se non per l'ambientazione argentina che ha fascino nel suo folklore.
Si stenta a capire quale sia il senso di questo film e la sua ragion d'essere. Anzi viene da chiedersi: Ma che, è un film questo? O solo il risultato di un affannoso montaggio di frasi banali e virtuosismi inutili?
In un incontro a Roma avvenuto nel 2007 Francis Ford Coppola raccontava a Mario Sesti un aneddoto familiare. Era un ricordo d'estate di tanti anni prima; il regista si trovava nella Napa Valley con i figli e i nipoti e aveva proposto ai ragazzi di dedicare quella stagione agli atti unici. Ognuno avrebbe potuto attingere dal vasto repertorio letterario di autori quali Tennessee Williams, Eugene O'Neill o Thornton Wilder o scriverne uno di proprio pugno.
L'American Zoetrope doveva essere un falansterio per artisti. Una società lontana da Hollywood (l'aveva fondata a San Francisco) dove registi e attori avrebbero creato in totale indipendenza dal Mercato. Fu un disastro. Dopo mille morti e mille resurrezioni, Francis Coppola oggi è miliardario grazie al vino e agli alberghi. Il cinema è solo l'hobby di un 70enne che fuma gli havana più costosi in circolazion [...] Vai alla recensione »
Segreti di famiglia di Francis Ford Coppola racconta le dinamiche malate tra due fratelli e il peso dei legami tra il padre e lo zio. Ma il film non decolla, per eccesso di emozioni. A ttirata dalla luce, una falena urta contro l'incandescenza di una lampada: lo fa una prima volta, una seconda, e poi ancora e ancora. In un bianco e nero che quasi non conosce grigi, così inizia Segreti di famiglia [...] Vai alla recensione »
«Nulla di quello che avete visto nel film è veramente successo. Ma è tutto vero». E ancora: «La differenza tra questo film e Il padrino? Quattro accoltellamenti, due strangolamenti, tre assassinati in esplosioni di automobili, uno con la mitragliatrice...». Così, in un affollato incontro con un pubblico adorante, Francis Coppola ha sintetizzato l'intricatissimo labirinto biofilmografico intorno a [...] Vai alla recensione »
Che gioia il nuovo film di Francis Ford Coppola "Segreti di famiglia", in anteprima al Festival di Torino il 18 novembre e dal 20 in sala con Bim. Dopo il deludente Youth without Youth, torna regista-Padrino, ci illumina con un fascinoso bianco e nero stile Nouvelle Vague, e si (ri)trova fresco, ottimista e vitale come nel saggio di diploma di un grande talento.
A door slams shut; a lock turns; a room goes dark. That is how the conversation between the long-estranged brothers of "Tetro" begins in Francis Ford Coppola's haunting, beautiful and often frustrating new film. Families, in the cinematic lexicon of the godfather, are made of brutal stuff; love and loyalty are the weapons of choice, secrets are a given, betrayal is everywhere and blood is always [...] Vai alla recensione »
Film d' apertura della "Quinzaine des réalisateurs", Tetro non è il film più riuscito di Coppola, ma il suo più personale. Il quasi diciottenne Benjamin sbarca a Buenos Aires, dove l' adorato fratello Angelo (si fa chiamare Tetro ed è Vincent Gallo, sguardolaser) vive in esilio volontario dal padre, il celebre direttore d' orchestra Carlo Tetrocini.
Il cinema? Sono affari di famiglia. Francis Ford Coppola, spaparanzato su una poltrona rosso fuoco dopo la proiezione di Tetro , in apertura della Quinzaine 2009, sembra proprio un sacro Buddha con attorno moglie Eleanor, figlio Roman e attori silenziosi (Maribel Verdù e Alden Ehrenreich) in adorazione. Ancora fiammeggiano alle sue spalle le immagini del suo ventiseiesimo lungometraggio.
FRANCIS FORD COPPOLA turned 70 a couple of months ago, but he shows no sign of slowing down. After a frustrating decade with nary a directing credit to his name, now comes “Tetro,” which is his second movie in two years and is based on the first original screenplay he has written, directed and produced since “The Conversation” in 1974. “I view this as the second film of my second career,” Mr.
Son prénom est Angelo. Son nom est Tetrocini. Tetro, le triste, est le surnom qu'il s'est choisi pour changer, renaître, oublier le passé. Il a mis de côté ses ambitions littéraires, il a coupé les ponts avec sa famille, s'est installé à Buenos Aires, où il vit avec une fille qu'il a connue à l'asile psychiatrique. C'est là que son jeune frère, employé d'une compagnie maritime, vient lui rendre visite, [...] Vai alla recensione »
Povero Francis Ford Coppola. Lui che nasce sceneggiatore e non scrive trame da 30 anni perché «il successo di un film di gangster, di cui nulla mi importava e aveva un pessimo script, mi ha rovinato la carriera» (sarebbe – sigh – "Il Padrino"). Lui che è un grande regista e non gli basta. Che sa scegliere le facce e sfidare le intemperie ("Apocalypse Now").
Coppola, guru dell' indipendenza artistica, che ne ha viste davvero tante, torna ai cari temi della famiglia amata-odiata e in particolare alla toccante e feroce dinamica che lega un fratello minore al modello e al mito di un fratello maggiore. La stessa cosa raccontata tanti anni fa in Rusty il selvaggio ma qui, nuovamente passando per uno sfavillante bianco e nero, ancor più personalizzata.
Nato, morto e risorto sotto il cielo di Hollywood, Francis Ford Coppola a settant'anni si toglie ormai lo sfizio di cimentarsi solo in film fuori standard. All'esito controverso di «Un'altra giovinezza» segue, così, «Segreti di famiglia» («Tetro») che ha scritto sul flusso alterato di memorie personali e diretto ricorrendo a scelte tecniche e narrative complesse.
Un film in bianco e nero per ritrovare il tempo e lo stile perduto. Una storia di fratelli e rivalità famigliari per sposare i sentimenti di Rusty il selvaggio alle ricerche di Un sogno lungo un giorno. Una resa dei conti con un padre famoso e castrante che è anche un omaggio al "padre" cinematografico per eccellenza: il Michael Powell di Scarpette rosse e I Racconti di Hoffman, gioielli visionari [...] Vai alla recensione »
Ci sono autori che dopo un lungo viaggio nella loro creatività in età avanzata tornano alle loro radici. È il caso di Francio "Ford" Coppola che, dopo aver esordito come autore del personal cinema nei tardi anni '60, è poi diventato, causa il tracollo economico di Un sogno lungo un giorno, regista di film su commissione, quasi mai scritti da lui. Questo fino ad Un'altra giovinezza, primo titolo della [...] Vai alla recensione »