Il colore delle parole

Film 2009 | Documentario +13 70 min.

Anno2009
GenereDocumentario
ProduzioneItalia
Durata70 minuti
Regia diMarco Simon Puccioni
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,00 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Marco Simon Puccioni. Un film Genere Documentario - Italia, 2009, durata 70 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,00 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 9 marzo 2010

Consigliato sì!
3,00/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
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Documentario semplice quanto urgente sull'involuzione delle politiche di integrazione nel nostro paese.
Recensione di Edoardo Becattini
venerdì 4 settembre 2009
Recensione di Edoardo Becattini
venerdì 4 settembre 2009

Dal Camerun all'Italia, dagli anni Settanta al nostro presente, attraverso i racconti del poeta camerunense Teodoro Ndjock Ngana e di altri tre suoi compagni emigrati negli stessi anni, passano tre decadi di storia dell'Italia e delle sue politiche d'immigrazione. Tre decenni durante i quali i quattro protagonisti hanno costruito il loro processo di integrazione nella società italiana grazie a studi accademici, lavori qualificati e tornei di calcio. Attraverso poesie, racconti, musiche e un viaggio alla riscoperta del villaggio natale, la vita di Teodoro diviene una parabola sull'integrazione e sul diritto all'emigrazione narrata a un paese che con il passare degli anni si è scoperto più intollerante.
L'immigrazione in Italia è un fenomeno relativamente recente, riguardo al quale si è sempre cercato di aggirare o procrastinare un discorso che fosse seriamente sociale, culturale e normativo. Questo diffuso atteggiamento di indifferenza lo si osserva anche al cinema, dove i film che tematizzano l'immigrazione senza riflettere una latente xenofobia o un quadretto di umanesimo peloso, sono rari e spesso quasi invisibili (Saimir, Mar Nero o Riparo dello stesso Marco Simon Puccioni sono esempi felici in questo senso). Un progetto come Il colore delle parole apre a un aspetto tanto importante quanto poco considerato: il punto di vista dello straniero sulle nostre politiche di immigrazione. Puccioni, che è regista pratico sia con il linguaggio della finzione che con quello documentario, realizza un'opera girata a bassa definizione che utilizza lo stile documentaristico più tradizionale, quello che prevede un montaggio parallelo di interviste, immagini e filmati di repertorio su cui zoomare avanti e indietro, più un breve diario di viaggio curato con sguardo da antropologo. Chi conosce i lungometraggi di Puccioni sa che se egli opta per una totale aderenza con i codici più ordinari del documentario, è perché l'urgenza di un messaggio spesso richiede una proporzionale semplicità formale. La Storia italiana degli ultimi trent'anni dell'Italia, dall'assassinio di Aldo Moro a quello del giovane rifugiato Jerry Masslo, dalla Legge Martelli al Pacchetto Sicurezza, vista attraverso la memoria storica dei quattro testimoni privilegiati, ha il pregio di farci leggere anche la storia di un paese indifferente ma benpensante, che procede a passo di gambero nel prendere coscienza del fenomeno immigrazione. Se, difatti, è vero che nessuno sa vedere un paese come chi lo osserva con occhi da straniero, allora il documentario di Marco Simon Puccioni ha il valore non comune di rappresentare un importante controcampo al clima dominante di paura e di razzismo morbido fomentato dalla maggioranza dei media italiani.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
martedì 20 ottobre 2009
orazio leotta

Ritratto polemico ma tutto sommato affettuoso dell’Italia a partire dagli anni ’70 fino ai nostri giorni da parte di quattro immigrati africani: Teodoro, mediatore culturale nonché poeta; Martin, informatico e musicista al tempo stesso; Steve, mediatore culturale e Justin sindacalista. Ripercorrendo vari avvenimenti che hanno caratterizzato gli ultimi 30-35 anni di storia italiana, fra [...] Vai alla recensione »

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Roberto Silvestri
Il Manifesto

I palestinesi nei territori occupati; il social forum di Firenze; le biotecnologie come «scienza da dott. Frankenstein»; i 100 anni della Cgil e Riparo, dramma lesbico e dell'immigrazione perseguitata. Se cerchi un documentario davvero «giallo» e un cineasta d'audacia transculturale, il tuo regista è Marco Simon Puccioni, romano, professore di scenografia, co-fondatore di Ring.

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