beatrice fiorentino
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giovedì 5 gennaio 2012
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tarantino e il cinema
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Durante l'occupazione tedesca in Francia, il Colonnello delle SS Hans Landa, stermina una famiglia ebrea lasciando in vita la sola giovane Shoshanna che riesce a fuggire. Sotto falso nome diventerà proprietaria di una sala cinematografica dove, per una serie di eventi fortuiti, confluiranno tutte le alte sfere del nazismo e un intreccio di diversi piani per attentarne alle vite. Hitler compreso.
Inglourious Basterds è un omaggio al cinema, una vera e propria celebrazione, non di un genere o di un regista in particolare ma di tutto il cinema. Siamo di fronte ad uno di quei film che fa venire voglia di interrogarsi, anche a costo di sembrare accademici, sulla natura stessa della settima arte.
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Durante l'occupazione tedesca in Francia, il Colonnello delle SS Hans Landa, stermina una famiglia ebrea lasciando in vita la sola giovane Shoshanna che riesce a fuggire. Sotto falso nome diventerà proprietaria di una sala cinematografica dove, per una serie di eventi fortuiti, confluiranno tutte le alte sfere del nazismo e un intreccio di diversi piani per attentarne alle vite. Hitler compreso.
Inglourious Basterds è un omaggio al cinema, una vera e propria celebrazione, non di un genere o di un regista in particolare ma di tutto il cinema. Siamo di fronte ad uno di quei film che fa venire voglia di interrogarsi, anche a costo di sembrare accademici, sulla natura stessa della settima arte. Che cos’è il cinema? Una domanda destinata a restare senza risposta perché troppe sono le risposte che se ne possono dare. Prendiamone una tra un milione, facciamo che il cinema sia una fabbrica di emozioni, un luogo magico e oscuro dove tutto è possibile, dove qualunque cosa può accadere (perfino l’omicidio di Adolf Hitler per mano di un ebreo americano). Prendiamo che il cinema sia intrattenimento, divertimento, tensione, atmosfera, esaltazione, fascinazione. Allora diciamo anche che Inglorious Basterds è cinema.
Un saggio divertitamente ironico su tutto ciò che è stato girato da D.W. Griffith a oggi e dove tutto viene liberamente citato. Lo spaghetti Western, il Western, il War Film hollywoodiano, il poliziesco italiano degli anni ’70, il fumetto e molto altro. De Palma, Peckinpah, Hitchcock, Coppola, Tarantino, Lubitsch, Castellari, Sirk, Lang, Leone e molti altri. Nascita di una nazione nella celebre sequenza dell’omicidio di Lincoln a teatro (qui si attenta a Hitler durante la proiezione di Orgoglio di una nazione), Quella sporca dozzina, Il mucchio selvaggio, Il Padrino, Cenerentola, L’ultimo metrò, La pazzia di Hitler e molti altri ancora.
Tarantino ha condensato in questo film tutta la sua passione/ammirazione cinefila offrendoci questo personalissimo omaggio in cui dà vita ad un’opera perfettamente compiuta ed autonoma. Altissima la tensione durante i lunghi dialoghi/interrogatori con il colonnello Landa e per ottenerla non si ricorre a scorciatoie. Niente musica. Solo ritmo e ottimi dialoghi. La musica interviene nel film solo nei momenti topici: enfatizza emozioni come in un videoclip pop o interviene con ironia a sottolineare alcuni passaggi comici (la divertita citazione delle musiche di Morricone sullo stile di quelle per Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto). Ma la genialità di questo film risiede soprattutto nell’umorismo che pervade tutto il film e che rende verosimile qualsiasi cosa, perfino la vendetta senza gloria di una banda di bastardi ebrei americani che uccidono nazisti a colpi di mazza da baseball e ne collezionano gli scalpi.
Magistrale anche l’interpretazione degli attori, in particolare quella di Christoph Walz nella parte dell’odioso colonnello Landa, giustamente premiato con la Palma d’oro al Festival di Cannes, non da meno quelle più discrete di Diane Kruger, Michael Fassbender, e di Melanie Laurent un po’ Thurman un po’ Deneuve. Esilarante Brad Pitt mentre scimmiotta il Brando de Il Padrino.
Magnifico divertissement.
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alessandro vanzaghi
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martedì 6 ottobre 2009
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bastardo dentro
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"Le iene" e "Pulp fction" sono lontani forse non anni luce, ma almeno qualche chilometro da quello che oggi riesce a fare Quentin Tarantino con il cinema. Lasciando da parte il passato che fu e analizzando quest'ultima creazione, troviamo un'altra chicca da collezione, nonostante diverse pecche (su tutte, la lunghezza esagerata per una storia molto "parlata") e personaggi non indimenticabili nè interpretati in maniera indimenticabile (fra l'altro, il nome di Brad Pitt compare per primo sui tioli di testa e coda per motivazioni legate soltanto alla sua fama, non certo per il numero di battute/scene recitate). La prima mezz'ora è magistrale, grazie soprattutto alla grande scoperta di questo film: il "cacciatore di ebrei" Christoph Waltz, capace di incuriosire, turbare, divertite, spaventare.
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"Le iene" e "Pulp fction" sono lontani forse non anni luce, ma almeno qualche chilometro da quello che oggi riesce a fare Quentin Tarantino con il cinema. Lasciando da parte il passato che fu e analizzando quest'ultima creazione, troviamo un'altra chicca da collezione, nonostante diverse pecche (su tutte, la lunghezza esagerata per una storia molto "parlata") e personaggi non indimenticabili nè interpretati in maniera indimenticabile (fra l'altro, il nome di Brad Pitt compare per primo sui tioli di testa e coda per motivazioni legate soltanto alla sua fama, non certo per il numero di battute/scene recitate). La prima mezz'ora è magistrale, grazie soprattutto alla grande scoperta di questo film: il "cacciatore di ebrei" Christoph Waltz, capace di incuriosire, turbare, divertite, spaventare. Poi una lunga parte centrale che prepara al debordante finale, con un'altra scena clou, nello scantinato di una birreria dove soldatini tedeschi e spie poco accorte si contendono l'attenzione del pubblico. "Bastardi senza gloria" è un film da vedere. Come Tarantino stesso dice nell'ultima frase del film (pronunciata dall'alter ego Pitt)...per alcuni potrebbe essere il suo capolavoro, o almeno uno fra i tanti.
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luca scialò
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domenica 3 gennaio 2010
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il genio di tarantino riscrivere la storia
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Il genio di Tarantino è capace di riscrivere anche la storia, perfino in modo credibile. Se i libri di storia non ci avessero informato su come sè terminato il Nazismo, avremmo facilmente creduto a questa storia, talmente è curata la trama. Il Nazismo in questo film trova la sua fine laddove preferiva gongolarsi di più, ovvero il guardare le proprie gesta mediante l'arte cinematografica; ed è proprio in un cinema, grazie al genio di una proprietaria di una sala la cui famiglia è stata sterminata dai nazisti, che tutti i gerarchi compreso il Fuhrer troveranno una morte violenta.
Non mancano colpi di scena e scene violente, in pieno stile Tarantino.
Temevo che dopo il geniale "Kill Bill" Tarantino non sarebbe stato in grado di ripetersi; ma fortunatamente, non è stato così.
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rexer
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giovedì 11 febbraio 2010
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tarantino e chaplin
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Film molto atteso e sul quale si è contestualizzato troppo poco.
Trasformare l'evento più importante del ventesimo secolo in una "Tarantinata" con effetto macchietta annesso non è la più geniale idea che il regista a stelle e strisce ha avuto.
Alcune parti molto ben confezionate, soprattutto quelle dove il regista yankee attinge a piene mani da Sergio Leone.
Eccellente la caratterizzazione del "cacciatore di Ebrei", ma in questo Tarantino è un maestro.
Non stupisce il solito stile oramai quasi autoreferenziale , Tarantino il più delle volte sembra citare se stesso ed il registro appare comunque sempre sbagliato considerato il tema del quale stiamo parlando.
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Film molto atteso e sul quale si è contestualizzato troppo poco.
Trasformare l'evento più importante del ventesimo secolo in una "Tarantinata" con effetto macchietta annesso non è la più geniale idea che il regista a stelle e strisce ha avuto.
Alcune parti molto ben confezionate, soprattutto quelle dove il regista yankee attinge a piene mani da Sergio Leone.
Eccellente la caratterizzazione del "cacciatore di Ebrei", ma in questo Tarantino è un maestro.
Non stupisce il solito stile oramai quasi autoreferenziale , Tarantino il più delle volte sembra citare se stesso ed il registro appare comunque sempre sbagliato considerato il tema del quale stiamo parlando.
Non posso fare a meno di ricordare che un certo Sig. Charlie Chaplin si pentì pubblicamente del suo film "il grande dittatore" in relazione ai delicatissimi risvolti che il dopoguerra ha portato alla luce.
Non si capisce come un'opera ben più pacchiana si permetta di toccare le corde di temi così vicini e delicati.
Tutto il lavoro avrebbe bisogno di acume e approfondimenti , mentre Tarantino screma in superficie e non rende giustizia a nessuno.
Sarebbe stata necessaria una più forte svolta nel grottesco e nel surreale , che se non a salvare l'opera dal cattivo gusto l'avrebbe almeno resa non irritante.
Qualche pregio di base figlio delle "citazioni" e dell'istinto Tarantiniano,ma troppo troppo poco.
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rexer
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giovedì 11 febbraio 2010
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tarantino ed i limiti da non oltrepassare
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Film molto atteso e sul quale si è contestualizzato troppo poco.
Trasformare l'evento più importante del ventesimo secolo in una "Tarantinata" con effetto macchietta annesso non è la più geniale idea che il regista a stelle e strisce ha avuto.
Alcune parti molto ben confezionate, soprattutto quelle dove il regista yankee attinge a piene mani da Sergio Leone.
Eccellente la caratterizzazione del "cacciatore di Ebrei", ma in questo Tarantino è un maestro.
Non stupisce il solito stile oramai quasi autoreferenziale , Tarantino il più delle volte sembra citare se stesso ed il registro appare comunque sempre sbagliato considerato il tema del quale stiamo parlando.
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Film molto atteso e sul quale si è contestualizzato troppo poco.
Trasformare l'evento più importante del ventesimo secolo in una "Tarantinata" con effetto macchietta annesso non è la più geniale idea che il regista a stelle e strisce ha avuto.
Alcune parti molto ben confezionate, soprattutto quelle dove il regista yankee attinge a piene mani da Sergio Leone.
Eccellente la caratterizzazione del "cacciatore di Ebrei", ma in questo Tarantino è un maestro.
Non stupisce il solito stile oramai quasi autoreferenziale , Tarantino il più delle volte sembra citare se stesso ed il registro appare comunque sempre sbagliato considerato il tema del quale stiamo parlando.
Non posso fare a meno di ricordare che un certo Sig. Charlie Chaplin si pentì pubblicamente del suo film "il grande dittatore" in relazione ai delicatissimi risvolti che il dopoguerra ha portato alla luce.
Non si capisce come un'opera ben più pacchiana si permetta di toccare le corde di temi così vicini e delicati.
Tutto il lavoro avrebbe bisogno di acume e approfondimenti , mentre Tarantino screma in superficie e non rende giustizia a nessuno.
Sarebbe stata necessaria una più forte svolta nel grottesco e nel surreale , che se non a salvare l'opera dal cattivo gusto l'avrebbe almeno resa non irritante.
Qualche pregio di base figlio delle "citazioni" e dell'istinto Tarantiniano,ma film che per essere apprezzato richiede una elevata dose di non cognizione storica e politica degli eventi.
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dragonia
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mercoledì 1 febbraio 2012
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questo potrebbe essere...una ciofeca
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Ennesimo lungometraggio firmato Tarantino, stavolta nello scenario bellico della Seconda Guerra Mondiale, che il regista riesce a trasformare in autentica fantascienza. Abbiamo, così, la padrona di cinema Shosanna che sogna la vendetta contro Hitler e i nazisti per l'omicidio della famiglia davanti ai suoi occhi, un pugno di resistenti che organizzano un piano terroristico ai danni dei vertici della Germania organizzato male ed eseguito peggio, il classico soldato tedesco dal "buon cuore" che cerca di farsi la suddetta Shosanna e un Christoph "faccia da scemo" Waltz (come? Ha pure ricevuto l'Oscar? Nooooo!!!) che nel corso del film non fa assolutamente niente, se non strangolare una cantante tedesca e tentare di torturare Brad Pitt.
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Ennesimo lungometraggio firmato Tarantino, stavolta nello scenario bellico della Seconda Guerra Mondiale, che il regista riesce a trasformare in autentica fantascienza. Abbiamo, così, la padrona di cinema Shosanna che sogna la vendetta contro Hitler e i nazisti per l'omicidio della famiglia davanti ai suoi occhi, un pugno di resistenti che organizzano un piano terroristico ai danni dei vertici della Germania organizzato male ed eseguito peggio, il classico soldato tedesco dal "buon cuore" che cerca di farsi la suddetta Shosanna e un Christoph "faccia da scemo" Waltz (come? Ha pure ricevuto l'Oscar? Nooooo!!!) che nel corso del film non fa assolutamente niente, se non strangolare una cantante tedesca e tentare di torturare Brad Pitt...Se già la trama sembra una stupidata di per sé, vi posso assicurare che questa ciofeca è anche peggio di quello che sembra: a quanto pare, Tarantino deve aver creduto per un attimo che essere un maestro del cinema gli dia il permesso di stravolgere il corso della Storia. Già, perché l'attentato dei resistenti (sono loro i Bastardi del titolo) nonostante faccia acqua da tutte le parti, riesce alla perfezione, e il bello è che fra le vittime c'è Hitler in persona (siamo nel 1942!). Vabbè che anch'io odio Hitler come tutti quanti, ma farlo morire in un film e spacciare poi il detto film per un lungometraggio storico è un insulto bello e buono alla nostra intelligenza (e al nostro borsellino). I dialoghi, poi, sono straordinariamente insipidi e tirati per le lunghe (la chiacchierata nel bar, con i Bastardi travestiti da tedeschi, che tra l'altro parlano pure in tedesco, dura minimo un quarto d'ora), rendendo la visione oltremodo pesante. E l'intera parte finale è un autentico obrobrio, roba da bruciare seduta stante la pellicola e da mandare a quel paese quello stralunato di Tarantino, che con questo film i fasti di Pulp Fiction se li sogna. Io dico che questa roba è un cesso, esattamente il luogo dove tutte le copie esistenti del DVD dovrebbero andare a finire, insieme al loro ricordo. A riprova che anche i giganti possono cadere...
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(di dragonia)
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