Bastardi senza gloria |
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Un film di Quentin Tarantino.
Con Brad Pitt, Christoph Waltz, Eli Roth, Mélanie Laurent.
continua»
Titolo originale Inglourious Basterds.
Azione,
Ratings: Kids+16,
durata 160 min.
- USA, Germania 2009.
- Universal Pictures
uscita venerdì 2 ottobre 2009.
MYMONETRO
Bastardi senza gloria
valutazione media:
3,42
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Gloria al cinema!di mulderFeedback: 388 |
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domenica 4 ottobre 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Crudo. Come piace a lui, a Quentin Tarantino. Dopo due anni dal suo ultimo lavoro, Grindhouse – A prova di morte, il regista statunitense padre della fiction pulp torna con questa storia bella, coinvolgente, maledettamente bastarda come solo la mente di Tarantino poteva concepire, una storia sulla quale lavorava ormai da anni, precisamente dai 6 anni di pausa tra Jackie Brown e Kill Bill. Il travaglio è stato doloroso, ma ha dato i suoi frutti. Siamo nel primo anno dell’occupazione tedesca in Francia, seconda Guerra Mondiale. Il colonnello delle SS Hans Landa stana e stermina una famiglia ebrea. Non è che l’incipit, narrativo e stilistico, di una pellicola che procede per 3 macrosequenze. Dopo lo sterminio della famiglia ebrea, infatti, facciamo conoscenza dei “bastardi”, un gruppo di ebrei americani decisi più che mai a ricambiare la violenze subite dai nazisti colpo su colpo. Sei nazista? Muori. Niente diplomazia, nessun prigioniero politico. Bastardi senza gloria è un film sulla vendetta, un po’ come Kill Bill. Di fatti, nella magistrale seconda macrosequenza assistiamo all’incontro tra i “bastardi” e la spia tedesca, una famosa attrice, che cercherà di aiutarli a fare il colpaccio: uccidere Hitler. Qui Tarantino gioca con incredibile maestria con lo spettatore, lo fa sedere a tavolo tra i “bastardi” per discutere del complotto, lo interrompe, lo irrita, lo istiga. E in tutto ciò non dimentica la cosa più importante: raccontarci la sua storia, senza esimersi dal seguire una regola imprescindibile, quella di far convergere in ogni singolo fotogramma tutta la sua passione per il cinema, da Leone al cinema d’avanguardia tedesco, passando per il cinema d’azione del Sol Levante e la commedia italiana (vedere i “bastardi” che scimmiottano il siciliano). E tutto il suo amore per il cinema emerge dirompente nell’ultima macrosequenza, quella dell’attentato ad Hitler ed altri 350 nazisti, tra cui alte sfere del Reich, nell’unico posto dove era possibile compierlo: un cinema. Perché al cinema? Perché è al cinema che i cattivi “conquistano” la fine che si meritano, è al cinema che i cattivi muoiono dannatamente e orribilmente, è al cinema che i buoni vengono osannati, mitizzati e le loro gesta, per quanto possano sembrare folli e prive di pietà, diventano giuste. Perché hanno sconfitto i cattivi. E allora, di fronte ai 160 minuti del film di Tarantino, e ancora di più nel tripudio che è la scena finale dell’attentato (in realtà un duplice attentato, che mente Tarantino!), non possiamo che restare come probabilmente resta lo stesso Tarantino di fronte a un film che gli piace: con trasporto ed eccitazione. Perché alla fine, è il cinema che vince. Voto: 8 Da vedere perché: Tarantino rende omaggio al cinema esprimendo tutta la sua arte, l’arte del cinema. E forse è il suo miglior film. La frase: Avete un debito con me. Ognuno di voi dovrà portarmi 100 scalpi di nazisti. E io voglio i miei scalpi!
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