Bastardi senza gloria |
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Un film di Quentin Tarantino.
Con Brad Pitt, Christoph Waltz, Eli Roth, Mélanie Laurent.
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Titolo originale Inglourious Basterds.
Azione,
Ratings: Kids+16,
durata 160 min.
- USA, Germania 2009.
- Universal Pictures
uscita venerdì 2 ottobre 2009.
MYMONETRO
Bastardi senza gloria ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Un cinema dove convergere la strage del Reich.
di Great StevenFeedback: 70023 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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lunedì 12 luglio 2021 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
BASTARDI SENZA GLORIA (USA/GERM, 2009) di QUENTIN TARANTINO. Con BRAD PITT, CHRISTOPH WALTZ, MICHAEL FASSBENDER, ELI ROTH, DIANE KRUGER, MéLANIE LAURENT, DANIEL BRUHL, TIL SCHWEIGER, GEDEON BURKHARD, B. J. NOVAK, AUGUST DIEHL, JULIE DREYFUS, QUENTIN TARANTINO ● Il colonnello Hans Landa, investigatore tedesco ingaggiato dalle SS, soprannominato il "cacciatore di ebrei", raggiunge in Francia la famiglia ebrea Dreyfus, tenuta nascosta da un contadino, e provvede a sterminarne i membri: si salva soltanto la giovane Shosanna. Altrove in Europa, il tenente Aldo Reine parte alla volta della Francia occupata dal Terzo Reich con la sua squadra scelta di otto uomini (tutti pendagli da forca, tra piccoli e grandi criminali) allo scopo di effettuare una spietata carneficina di nazisti, pretendendo cento scalpi da ognuno dei suoi sottoposti. Nel frattempo Shosanna, che ha cambiato identità diventando Emmanuelle Mimieux, gestisce una sala cinematografica ereditata dagli zii con l’aiuto del fidanzato proiezionista nero Marcel; l’incontro col giovane Frederick Zoler, soldato divenuto attore grazie ad un’impresa eroica e finanziato personalmente dal Ministro della Propaganda Joseph Goebbels, convince quest’ultimo ad allestire la première del nuovo film con protagonista Zoler proprio nel cinema di Shosanna. La ragazza coglie l’opportunità per organizzare insieme a Marcel un omicidio collettivo dei più alti esponenti istituzionali del Reich che possa valerle come vendetta. L’istituzione dell’Operazione Kino, una missione segreta in funzione antinazista che viene affidata al tenente Archie Hicox, e la comparsa di Bridget von Hammersmark, famosa attrice tedesca ora al soldo dei servizi segreti britannici, porteranno imprevisti (e violenti) sviluppi nel piano che mira ad annientare lo Stato Maggiore della Germania hitleriana, ma il gruppo di guerriglieri capeggiato dal tenente Reine – conosciuto come "I Bastardi" – non fallirà nel proprio intento. Il settimo lungometraggio di Tarantino, il più ambizioso fino al 2009 e il primo della cosiddetta Trilogia Storica del regista che omaggia (in modo piuttosto velleitario, ma non privo di acume) la Trilogia del tempo di Sergio Leone, rivaluta nella sua personale chiave d’autore la fine della Seconda Guerra Mondiale riscrivendo la Storia. Lo fa con l’abituale contorno di simbolismi vistosi, l’immancabile vena splatter, un cocktail di bevande e idiomi (francese, inglese, tedesco, italiano – in fondo, la pellicola non risulta doppiabile, pena la perdita dell’effetto sorpresa plurilinguistico), l’ambivalenza pericolosa dei rapporti fra agenti di polizia e militari di differenti nazionalità e l’umorismo caustico ormai riconoscibile come un meritato marchio di fabbrica. Eppure il vero perno attorno al quale gira Inglorious Basterds è la capacità del cinema di catalizzare, illudere e indurre a ragionamenti attivi coloro che ne usufruiscono, il cui potere può essere ampliato o ridimensionato dallo stesso mezzo di comunicazione di massa, partendo da cause ben definite che conducono molto spesso a conseguenze imprevedibili o anche solo a interpretazioni distorte della realtà in grado di incanalare i più brutali istinti dell’essere umano. Ne è un esempio lapalissiano, ma pur sempre preoccupante, la svastica che il personaggio di B. Pitt (quando è diretto da Tarantino o dai Coen, tira fuori davvero il meglio della sua verve comico-grottesca!) incide nella fronte dei carnefici. Le citazioni filmiche, inutile sottolinearlo, abbondano, e non a caso l’omaggio, questa volta, va a Enzo Castellari e in particolar modo al suo dimenticabile film del 1978 Quel maledetto treno blindato, del quale Tarantino è estremamente attento a non realizzare un remake senza rinunciare a dirigere l’orchestra che suona a tutto volume la sua passione per il cinema tout court. Passione che Quentin è ben contento di trasmettere, specialmente quando si tratta del suo cinema. E poco importa che l’opus numero sette si basi per intero sulla vendetta: lo spettatore è comunque soddisfatto quando assiste alla punizione dei colpevoli, e assistervi in una prospettiva di ucronia sensazionale, benché un po’ troppo autocompiaciuta, vale il prezzo del biglietto.
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