Bastardi senza gloria |
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Un film di Quentin Tarantino.
Con Brad Pitt, Christoph Waltz, Eli Roth, Mélanie Laurent.
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Titolo originale Inglourious Basterds.
Azione,
Ratings: Kids+16,
durata 160 min.
- USA, Germania 2009.
- Universal Pictures
uscita venerdì 2 ottobre 2009.
MYMONETRO
Bastardi senza gloria
valutazione media:
3,42
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Quentin, dove sei?di ByrneFeedback: 2984 | altri commenti e recensioni di Byrne |
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venerdì 23 agosto 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Adoro Tarantino. la triade degli anni '90 è semplicemente magica, i due Kill Bill riuscitissimi e quest'ultimo Django Unchained mi ha appassionato come non mi capitava da secoli al cinema. Come un bambino. In ognuno di questi film un sapiente mix di caustico houmor nero, trame ad intreccio, personaggi da antologia, chicche per cinefili che sembrano (e sono, ne ho la certezza) costruite a tavolino per diventare cult nell'immediato e un citazionismo appassionato e mai invadente, seppur sempre (volutamente) ridondante. Grindhouse-a prova di morte era per me, fino alla data odierna, l'unico scivolone del geniale sceneggiatore-regista (questo è l'ordine in cui vanno scritti i due termini nel suo caso). Oggi però ho visto Bastardi senza gloria. E sono dispiaciuto di dover regalare un'altra tacca al revolver della masturbazione narcisistica. Non mi si fraintenda, c'è un mestiere ammirevole in questo film, e almeno tre sequenze (valga su tutte la primissima) davvero memorabili. Christoph Waltz ha meritato questo oscar, e il suo personaggio è eccezionale. Non il nazista più cattivo mai passato su uno schermo, non nel complesso il più originale, non il più spontaneo, non il più folle. Ma non è certo una gara, e siamo di fronte ad una figura di gran calibro, costruita alla perfezione, ricca di sfaccettature esse sì certo non convenzionali e magistralmente incarnata da uno degli interpreti più talentuosi degli ultimi anni. Il gusto per il dialogo è però più forzato, meno brillante, più piatto, la violenza mai gratuita e poco divertente come in questo caso, la tesi decisamente forcaiola (e forse non è un caso che il personaggio di Pitt abbia baffetti e capelli unticci, come a voler mettere l'America sullo stesso piano della Germania Nazista, più che condannare quest'ultima più del dovuto). La lunghezza non è sempre compensata da un ritmo all'altezza. E non c'è un altro personaggio che tenga testa a quello di Waltz neppure alla lontana, il che non va preso come un "è talmente grande che gli altri, per quanto buoni, non possono reggere il confronto", ma come un "peccato che ci sia un solo personaggio degno di nota, perchè gli altri sono veramente macchiettistici e piatti". Il gigantesco anacronismo storico, con la sua morale (per la verità un po' egoistica, egocentrica, insomma accentratrice) di impossibilità di condannare il male se non con l'arte è una trovata intelligente, e il finale è effettivamente di nuovo irriverente. Ma siamo ben lontani dal miglior Tarantino. Questo sembra un emulo che, a tratti, ha avuto consulenze dal geniaccio.
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