ibracadabra 8
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lunedì 24 gennaio 2011
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nazisti ingloriosi,,,,,,,,,,,,,
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un filmone da leccarsi le dita se no godi solo a meta',,,,,,,,,,,,,,,SOLO DON QUENTIN POTEVA PARTORIRE UN FILM COSI, CON UN BRAD PITT BRAVO E SIMPATICO, E CON C.WALTZ (il perfido ufficiale nazista landa) ottimoooooooo, bella l'idea di marchiare(con un cortello a crudo) i fottuti nazisti con la svastica. da cineteca
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alex_23
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martedì 18 gennaio 2011
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così così
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Pur riconoscendo il suo genio non sono un estimatore di Tarantino. Si esagera troppo coi dialoghi, soprattutto in questo film.
Poi le lunghe conversazioni in lingua madre sono estenuanti. Rappresentano molto di più il vero, ma sono estenuanti.
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tizianastanzani
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giovedì 13 gennaio 2011
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un'alternativa storica firmata
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Sempre acuto e lucido come una lama, esagerato e cinico, Tarantino ci offre forse la sua opera più bella e sfacciata. “Bastardi senza gloria” – e ce ne accorgiamo solo al termine del film, quasi il Regista avesse deciso all’ultimo momento – mostra un’auspicabile svolta nella Storia conosciuta: un’alternativa alla soluzione finale, un’ipotesi alla quale nessuno aveva mai pensato prima, almeno cinematograficamente; la necessità di bloccare la guerra PRIMA, o al massimo durante l’olocausto, il desiderio di sterminare i nazisti a mazzate da baseball e marchiarli a sangue con la croce uncinata, infatti, sembrano gesti dettati dalla rabbia dei posteri, di noi che guardiamo il film, mentre i fiumi di sangue sgorgano a fiotti da quelle ferite che il Regista vuole sempre aperte, e le donne, eccezionali, fredde e calcolatrici (lontane dalla Thurman ma ugualmente vendicative) fanno venire i brividi.
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Sempre acuto e lucido come una lama, esagerato e cinico, Tarantino ci offre forse la sua opera più bella e sfacciata. “Bastardi senza gloria” – e ce ne accorgiamo solo al termine del film, quasi il Regista avesse deciso all’ultimo momento – mostra un’auspicabile svolta nella Storia conosciuta: un’alternativa alla soluzione finale, un’ipotesi alla quale nessuno aveva mai pensato prima, almeno cinematograficamente; la necessità di bloccare la guerra PRIMA, o al massimo durante l’olocausto, il desiderio di sterminare i nazisti a mazzate da baseball e marchiarli a sangue con la croce uncinata, infatti, sembrano gesti dettati dalla rabbia dei posteri, di noi che guardiamo il film, mentre i fiumi di sangue sgorgano a fiotti da quelle ferite che il Regista vuole sempre aperte, e le donne, eccezionali, fredde e calcolatrici (lontane dalla Thurman ma ugualmente vendicative) fanno venire i brividi. Straordinario è scoprire (finalmente) che anche tra i tedeschi ci sono delle brave persone, ma ancor più straordinario e parossistico è contemplare quel desiderio americano mai esaudito: il rimpianto di non essere intervenuti subito, assieme ai partigiani europei, per bloccare l’eccidio sul nascere. Come iene, i bastardi altri non sono che pochi “pellerossa” ebrei con un grande desiderio e un solo scopo: massacrare e fare lo scalpo a più nazisti possibile, e soprattutto sterminarli sul nascere. Forse Tarantino ha voluto mandare un messaggio fra le righe a proposito dello sterminio dei nativi d’America, fattostà che un messaggio è arrivato: film spiazzante e liberatorio, “Bastardi senza gloria” è lancinante come un dito che si infila nella carne bucata da una pallottola.
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smicoloide
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domenica 26 dicembre 2010
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orgoglio della nazione
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Quentin tarantino: uno dei registi meno compresi della storia del cinema, i suoi film si devono sempre comprendere e interpretare , per questo ognuno ha un opinione diversa per ogni suo film.
Bhe questo è uno dei migliori film mai fatto, con colpi di scena imperdibili , effetti ben realizzati e la storia decisamente complessa e ben fatta.
Bastardi senza gloriaè decisamente l'orgoglio di quentin tarantino perchè con questo capolavoro è diventato più famoso di prima perchè chi prima non lo aveva neanche sentito nominare ora ne conosce tutti i film.
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tony montana
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venerdì 24 dicembre 2010
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il miglior film di tarantino
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Primo anno dell'occupazione tedesca in Francia. Il Colonnello delle SS Hans Landa, dopo un lungo e mellifluo interrogatorio, decima l'ultima famiglia ebrea sopravvissuta in una località di campagna. La giovane Shosanna riesce però a fuggire. Diventerà proprietaria di una sala cinematografica in cui confluirà un doppio tentativo di eliminare tutte le alte sfere del nazismo, Hitler compreso. Infatti, al piano messo in atto artigianalmente dalla ragazza se ne somma uno più complesso. Ad organizzarlo è un gruppo di ebrei americani guidati dal tenente Aldo Raine i quali non si fermano dinanzi a niente pur di far pagare ai nazisti le loro colpe.
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Primo anno dell'occupazione tedesca in Francia. Il Colonnello delle SS Hans Landa, dopo un lungo e mellifluo interrogatorio, decima l'ultima famiglia ebrea sopravvissuta in una località di campagna. La giovane Shosanna riesce però a fuggire. Diventerà proprietaria di una sala cinematografica in cui confluirà un doppio tentativo di eliminare tutte le alte sfere del nazismo, Hitler compreso. Infatti, al piano messo in atto artigianalmente dalla ragazza se ne somma uno più complesso. Ad organizzarlo è un gruppo di ebrei americani guidati dal tenente Aldo Raine i quali non si fermano dinanzi a niente pur di far pagare ai nazisti le loro colpe.
Che mattacchione Quentin Tarantino. Prima di Cannes tutti avrebbero spergiurato, basandosi sul materiale a propria disposizione (locandine con Brad Pitt incarognito, Eli Hostel Roth che rotea il coltellaccio, notizie di set grandguignoleschi), che l’ultima fatica del regista de Le Iene e Pulp Fiction, sarebbe stata un’unica, interminabile e violentissima caccia al nazista, con smembramenti, uccisioni e pile e pile di cadaveri in uniforme accatastati a profusione. Invece Inglourious Basterds è quanto di più lontano si possa immaginare da questo apocalittico scenario. Anzi, è un film che guarda, se possibile, più al teatro che al cinema, che cesella finemente personaggi indimenticabili e si poggia su un quartetto di scene madri che, oltre ad occupare fisicamente quasi metà della durata complessiva della pellicola, costituiscono il fiore all’occhiello della cinematografia di Tarantino. Certo, la presentazione dei Bastardi guidati da Pitt, sornione quanto basta, sembra ricalcare in pieno i topoi classici della produzione tarantiniana, ma stavolta c’è di più. La lunghissima sequenza della taverna, durante la quale convergono due gruppi distinti di persone – gli statunitensi sotto copertura e i soldati nazisti che fanno bisboccia per festeggiare un loro commilitone da poco diventato padre – è un meccanismo ad orologeria, un quadro che lentamente ma inesorabilmente si completa, un mix di tensione e pathos come non se ne vedevano da tempo.
L’attenzione maniacale ai dettagli, gesti dei personaggi o semplici parole, dimostra quanto ogni fotogramma sia volto a comporre un puzzle di matrice hitchkockiana. Strepitoso il cast: tutti promossi con lode, anche se la fragile tenacia di Mélanie Laurent e il caparbio cinismo di Christoph Waltz (da noi quasi sconosciuto ma che ha strameritato il premio come miglior attore al Festival di Cannes e l’Oscar al miglior co-protagonista) rimangono bene impressi nella memoria. Tarantino gioca con i camei degli amici, i colori, la musica, la parola (si passa senza soluzione di continuità dall’inglese, al francese, al tedesco e persino all’italiano, e fa paura pensare a cosa potrebbe diventare il film in fase di doppiaggio) e ovviamente con se stesso e la propria arte, ambientando in un cinema la scena più importante del film. Ricco di citazioni a Sergio Leone e ai suoi capolavori come C’era una volta il West, Tarantino riscrive la Storia, mostrandoci i nazisti come bruti, sadici tedeschi senza cervello che bramano sopra ogni cosa, dominare il mondo; sequenze d’azione memorabili, e trovate registiche di ottimo livello ( come la bellissima scena iniziale dello sterminio della famiglia di Shosanna ). Ironico quando serve, Inglourious Basterds dimostra la crescita di un grande regista nato tra le videocassette ed oggi diventato colto, sofisticato e capace di mescolare stili e ritmi narrativi diversi. Da vedere, possibilmente in lingua (o, meglio, nelle lingue) originale.
Forse il miglior film del 2010. Altro che Avatar.
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the man of steel
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sabato 4 dicembre 2010
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l'ennesimo capolavoro di tarantino
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Ancora una volta Tarantino si riconferma genio del cinema, campione di sceneggiatura, mago della regia e chi più ne ha più ne metta. Come sempre tira fuori solo il meglio dai suoi attori e distribuisce ammiccamenti, citazioni e discorsi metanarrativi tra una sequenza e l'altra con l'arte del miglior avanguardista di un'epoca. Bastardi senza Gloria è un capolavoro di Tarantino come l'intero Kill Bill, Pulp Fiction e le Iene.
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re sole
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mercoledì 1 dicembre 2010
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finalmente un film che non tiene conto alla storia
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film molto ben realizzato con azione e humor con delle inquadrature magnifiche e una colonna sonora maestosa il miglior film di tarantino
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onil79
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martedì 16 novembre 2010
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tarantino, colui che non lascia mai indifferenti!
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Non sarà uno dei suoi migliori, ma il film è godibilissimo come quasi tutti quelli di Quentin Tarantino. Il voto perfetto sarebbe 3,5 ma per il grande maestro questo e altro...!!! Le sue regie son sempre deliziose e catturano come pochi l'occhio dello spettatore
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cucchiaino
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domenica 14 novembre 2010
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film sopravvalutato
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In my opinion potrei dire che il film che ho visto si è dimostrato sotto le mie aspettative.
Sinceramente mi sento più vicino a chi lo definisce uno dei film meno riusciti del genio Tarantino.
C'è chi ci trova poesia, genialità, metafora del cinema, io no.
E' comunque un film corretto, con buoni attori, un interessante soggeto ma una sceneggiatura alquanto povera. Persone comuni catapultate in una realtà importante, raymond Carver comunque non c'entra niente.
film che cammina su di un filo, tra il trash e il vecchio Tarantino.
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reservoir dogs
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sabato 30 ottobre 2010
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il bambino che gioca con il cinema
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Come negli altri suoi film Tarantino qui può avere due interpretazioni: quello del sadico amante della violenza oppure quello del più grande cinefilo tuttora in vita che si diverte a giocare con il suo cinema e quello degli altri.
Il suo cinema in un certo senso è un gioco e lui citando Sandro Bernardi è "un bambino con una scatola davanti che si diverte ad estrarre pezzi di cinema a suo piacimento" è quindi dovere del fruitore qualora ve ne siano le capacità di "giocare" a cercare le citazioni:il tenente Ed Fenech, Hugo Stegliz, attore messicano degli anni 60, Frau von Hammersmark=Leni Riefenstahl, la musica de "La battaglia di Algeri" e per non parlare dei continui richiami a Sergio Leone ecc.
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Come negli altri suoi film Tarantino qui può avere due interpretazioni: quello del sadico amante della violenza oppure quello del più grande cinefilo tuttora in vita che si diverte a giocare con il suo cinema e quello degli altri.
Il suo cinema in un certo senso è un gioco e lui citando Sandro Bernardi è "un bambino con una scatola davanti che si diverte ad estrarre pezzi di cinema a suo piacimento" è quindi dovere del fruitore qualora ve ne siano le capacità di "giocare" a cercare le citazioni:il tenente Ed Fenech, Hugo Stegliz, attore messicano degli anni 60, Frau von Hammersmark=Leni Riefenstahl, la musica de "La battaglia di Algeri" e per non parlare dei continui richiami a Sergio Leone ecc...
Un gruppo di combattenti americani parte verso la Francia per uccidere il maggior numero di soldati tedeschi, organizzeranno così un piano per far saltare un cinema pieno di nazisti ad un prima cinematografica.
Ed è proprio quell'esplosione del cinema la parte più significativa del film che probabilmente indica la "morte" del cinema del senso (con uno scopo) e di conseguenza l'affermazione del cinema del gioco di Tarantino; il cinema citazionale.
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