Anno | 2008 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia, Bosnia-Herzegovina |
Durata | 70 minuti |
Regia di | Laura Angiulli |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Il documentario è il risultato di un lungo percorso. Al centro la Bosnia, col suo passato ingombrante, e un presente tanto incerto quanto controverso.
CONSIGLIATO SÌ
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Quando un Paese è vittima e artefice al tempo stesso di una guerra; quando il suo popolo vede orrori che mai potrà dimenticare; quando il nazionalismo anche se decretato morto, lascia la scia nella testa delle persone: la fatica di ricostruire i muri abbattuti sono nulla in confronto alla fatica del ricostruire la speranza perduta dalla gente. La mentalità si distorce definitivamente e anche col passare degli anni la tristezza e l'afflizione rimangono.
Nei 73 minuti di cammino commosso attraverso Sarajevo, Mostar e Srebrenica, la regista Laura Angiulli ci rivela come i territori della ex-Iugoslavia patiscano a tutt'oggi effetti micidiali di quella guerra che li ha distrutti quindici anni fa. I morti e i dispersi segnano un presente in cui si è costretti a sopravvivere, in un ambiente che in tutto ricorda gli scontri armati, le ingiustizie e la perdita di valori. Affidandosi alla guida e allo sguardo lacrimevole di Hatidza Mehmedovic', si ripercorrono le esperienze di coloro che hanno sofferto per l'uccisione dei loro cari, di coloro che ancora oggi commemorano i defunti e ne seppelliscono di nuovi (riemersi soprattutto dalle fosse comuni), e di quelli invece che tentano di tutto per infondere una visione innovativa.
Verso Est si disegna a pieno titolo come un viaggio (in autobus) di ricerca tra le città appena nominate, dove ritroviamo un intreccio di immagini di repertorio, la cui crudezza ci è stata a lungo tenuta oscura, e ricostruzioni filmiche di come ad oggi quelle stesse sofferenze siano metabolizzate. L'Angiulli non riesce tuttavia a scatenare con vigore il potere insito nel materiale, appoggiandosi a ritmi lenti e cadenzati: c'è un'alternanza poco efficace di momenti densi di significato e altri di tacita sofferenza.
Va comunque il merito a questa giovane regista, direttrice artistica della "Galleria Toledo - Teatro Stabile dell'Innovazione", di aver saputo indagare la guerra da una prospettiva poco diffusa. A distanza di anni, gli effetti non si possono dire esauriti e il dolore non si scolla tanto facilmente da quelle zone; la vera sfida perciò sta nel tentare di ricostruire una mentalità di speranza e di ottimismo. Anche partendo da un documentario che rimugina sullo sconforto.