luca percival
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sabato 15 marzo 2025
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racconto stucchevole di una sciocca morte
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Al di l? del contenuto stesso del film che, a mio modesto parere, non fa altro che raccontare una vicenda dalle dubbie morali e che infondo trasmette solo una sgradevole sensazione di ?spreco di una vita?, c?? la qualit? tecnica della pellicola stessa e della regia di Penn. Paradossalmente la parte introduttiva ? la pi? avvincente e la meglio costruita e si salva dai restanti due quarti pieni all?inverosimile di musica Folk ad ogni scena (che ammazza spesso e volentieri la spiritualit? dei momenti) e di dialoghi e voci fuori campo quasi estenuanti. Le gesta di questo povero ragazzo, vengono in qualche modo rese all?apogeo della santit?, del sacrificio e della resilienza e ci? stride col fatto che sia stato lui stesso a ricercare tutto ci?.
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Al di l? del contenuto stesso del film che, a mio modesto parere, non fa altro che raccontare una vicenda dalle dubbie morali e che infondo trasmette solo una sgradevole sensazione di ?spreco di una vita?, c?? la qualit? tecnica della pellicola stessa e della regia di Penn. Paradossalmente la parte introduttiva ? la pi? avvincente e la meglio costruita e si salva dai restanti due quarti pieni all?inverosimile di musica Folk ad ogni scena (che ammazza spesso e volentieri la spiritualit? dei momenti) e di dialoghi e voci fuori campo quasi estenuanti. Le gesta di questo povero ragazzo, vengono in qualche modo rese all?apogeo della santit?, del sacrificio e della resilienza e ci? stride col fatto che sia stato lui stesso a ricercare tutto ci?. Davvero bravo Hirsch, immedesimato in ogni lacrima e davvero pilone della parte tecnica e per quanto riguarda Penn in regia, si limita a dirigere in modo scolastico e sicuro, lasciando giustamente che sia la storia narrata a dirigersi autonomamente. discreto road movie eremita per appassionati.
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jonnylogan
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domenica 1 settembre 2024
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perdersi per ritrovarsi
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“Perdersi per ritrovarsi ….”
– Chris McCandless
Questo il messaggio veicolato dal terzultimo film diretto da Sean Penn, gravemente snobbato fra i vincitori della notte degli Oscar 2008 ma non certo ignorato al botteghino. La vita di un ragazzo agiato che solamente attraverso i classici della letteratura riuscì a placare un vuoto interiore altrimenti incolmabile.
Fra gli autori prediletti da McCandless, e sua vera fonte d’ispirazione: Jack London, con i suoi Il richiamo della foresta (The Call of the Wild; 1903) e Zanna Bianca (White Fang; 1906) e soprattutto Henry David Thoureau, filosofo e autore americano del XIX secolo, precursore dell’ambientalismo e reso celebre dal suo romanzo autobiografico: Walden, ovvero vita nei boschi (Walden; or, Life in the Woods; 1854).
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“Perdersi per ritrovarsi ….”
– Chris McCandless
Questo il messaggio veicolato dal terzultimo film diretto da Sean Penn, gravemente snobbato fra i vincitori della notte degli Oscar 2008 ma non certo ignorato al botteghino. La vita di un ragazzo agiato che solamente attraverso i classici della letteratura riuscì a placare un vuoto interiore altrimenti incolmabile.
Fra gli autori prediletti da McCandless, e sua vera fonte d’ispirazione: Jack London, con i suoi Il richiamo della foresta (The Call of the Wild; 1903) e Zanna Bianca (White Fang; 1906) e soprattutto Henry David Thoureau, filosofo e autore americano del XIX secolo, precursore dell’ambientalismo e reso celebre dal suo romanzo autobiografico: Walden, ovvero vita nei boschi (Walden; or, Life in the Woods; 1854). Già incensato dal professor John Keating de L’attimo Fuggente (Dead Poets Society; 1989).
Autori che, nella mente dell’appena ventiquattrenne Chris diventano immediatamente dispensatori di consigli e mentori di uno stile di vita molto differente rispetto a quello che la sua famiglia avrebbe anelato per lui. Penn, partendo dal romanzo omonimo scritto dal giornalista per diletto e alpinista, per professione, Jon Krakauer; e dopo aver lottato per oltre dieci anni con i genitori di McCandless, per poter portare sul grande schermo la storia di Chris, è riuscito nel non facile compito di restituire una dignità e una maggiore profondità alla figura di un ragazzo che da molti è stato osservato con grande ammirazione, ancora oggi le peregrinazioni di McCandless sono replicate da stuoli di ammiratori. Ma da altri tacciato di una grave serie d’inutili imprudenze. Nel mezzo una storia struggente, ripercorsa attraverso i ricordi e le testimonianze delle persone che nel corso dei due anni hanno avuto occasione d’incontrarlo, che gli hanno parlato cercando di capirne le ragioni che lo hanno portato a una scelta così drastica e in controtendenza.
Una pellicola accompagnata da una splendida fotografia e da un altrettanto splendida
colonna sonora composta dal leader dei Pearl Jam: Eddie Vedder che per l’occasione ha scelto di creare una serie di brani inediti ed esclusivamente acustici.
Sullo sfondo le movenze di Emile Hirsc, le cui variazioni di peso, necessarie a sottolineare la vita fatta di stenti di McCandless, e un’interpretazione mirata a enfatizzarne le idee molto radicali, ne hanno velocemente proiettato le azioni nel jet set della mecca di Hollywood. Il contorno è una sfilata di situazioni e personaggi, questi ultimi interpretati da un nugolo di ottimi caratteristi fra cui è difficile non notare l’attore e produttore cinematografico Vince Vaughn e William Hurt nel ruolo del padre di Chris.
Film imperdibile se siete appassionati di viaggi e letteratura. E in ogni caso da vedere per rendersi conto che a volte la realtà può facilmente superare la fantasia e la finzione.
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giulio andreetta
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venerdì 25 settembre 2020
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capolavoro di sean penn
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Ci troviamo di fronte probabilmente al capolavoro di Sean Penn, che supera se stesso in qualità di regista e offre al mondo un film complesso, dalle molteplici letture... L'influenza letteraria di scrittori come Thoureau, Tolstoj etc. è evidente, come è evidente la profonda conoscenza del regista di Christopher McCandless, un ragazzo realmente esistito che, insoddisfatto del modello sociale consumistico e borghese, decide di lasciare tutto e tentare la fortuna come girovago squattrinato. Tra le sue peregrinazioni finirà per approdare in Alaska, tra i ghiacci e una meravigliosa natura incontaminata.
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Ci troviamo di fronte probabilmente al capolavoro di Sean Penn, che supera se stesso in qualità di regista e offre al mondo un film complesso, dalle molteplici letture... L'influenza letteraria di scrittori come Thoureau, Tolstoj etc. è evidente, come è evidente la profonda conoscenza del regista di Christopher McCandless, un ragazzo realmente esistito che, insoddisfatto del modello sociale consumistico e borghese, decide di lasciare tutto e tentare la fortuna come girovago squattrinato. Tra le sue peregrinazioni finirà per approdare in Alaska, tra i ghiacci e una meravigliosa natura incontaminata... A metà tra road movie e film d'avventura, passando ovviamente per il genere biografico, questo film segna certamente un unicum nel panorama cinematografico mondiale, sia per la profondità dei contenuti e dei valori di liberazione che propone, sia per la sottigliezza con cui questi valori vengono soppesati, essendo ben coscienti che una fuga utopistica dalla realtà non è del tutto possibile, come sempra palesarsi nel magnifico finale. Sotto il profilo tecnico-esecutivo è da sottolineare una magnifica fotografia, con m.d.p. tenuta spesso a mano, a sottolineare il realismo e l'immediatezza della narrazione, e la splendida ormai celebere colonna sonora di Eddie Vedder. Emile Hirsch, l'attore protagonista, è perfettamente concentrato, e teso ad interpretare un ragazzo dalla personalità complessa e unica, ma allo stesso tempo portavoce di una ribellione interiore simile a quella di molti altri ragazzi della sua generazione e di quelle successive. 5 stelline.
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elibook
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martedì 28 aprile 2020
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terre selvagge.
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"Vorrei non aver mai sparato a quell'alce" ragazzo, quelle montagne, quei fiumi canyon e praterie .. bhe, non ci sei nato, hai quindi due scelte o restare e crepare prima o poi con una gamba rrotta ecc, o fare cio' per cui ti hanno settato fin da quando sei nato, vivere in un cliche' chiamato societa' !!
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dosius
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martedì 3 marzo 2020
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selvaggiamente bello
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Sean Penn non è solo un attore accattivante (“Mystic River”, “Milk”), ma anche un regista molto bravo. Dirige il film in maniera ottima e con pochissimi buchi di scena, riesce ad appassionare il pubblico e la critica grazie a un ottima colonna sonora di Eddie Vedder (cantante dei Pearl Jam), ma soprattutto con un cast eccezionale: non che E. Hirsch sia un attore famoso, ma qui da il meglio di se e i risultati si vedono. L’amore e la paura per la natura selvaggia è uno dei temi centrali del film, insieme ai problemi sociali del mondo. Sono rimasto perplesso, come molte altre persone, quando ho visto che il film è vietato ai minori di 14 anni! Per quale motivo? Forse perché fa scandalo vedere lo squartamento di un’alce o una scena di nudo di pochi secondi, o molto probabilmente questo film quando è uscito ha creato un po’ di fastidi allo stato americano: il motivo per cui non ha vinto molti Oscar e in particolare come miglior film è miglior regia.
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Sean Penn non è solo un attore accattivante (“Mystic River”, “Milk”), ma anche un regista molto bravo. Dirige il film in maniera ottima e con pochissimi buchi di scena, riesce ad appassionare il pubblico e la critica grazie a un ottima colonna sonora di Eddie Vedder (cantante dei Pearl Jam), ma soprattutto con un cast eccezionale: non che E. Hirsch sia un attore famoso, ma qui da il meglio di se e i risultati si vedono. L’amore e la paura per la natura selvaggia è uno dei temi centrali del film, insieme ai problemi sociali del mondo. Sono rimasto perplesso, come molte altre persone, quando ho visto che il film è vietato ai minori di 14 anni! Per quale motivo? Forse perché fa scandalo vedere lo squartamento di un’alce o una scena di nudo di pochi secondi, o molto probabilmente questo film quando è uscito ha creato un po’ di fastidi allo stato americano: il motivo per cui non ha vinto molti Oscar e in particolare come miglior film è miglior regia. Infatti non era nemmeno tra le nomination di questi due premi. Ha vinto tutto nel 2007 “The Departed” che è un bel film, ma sinceramente anche se è completamente diverso, non può neanche sperare di essere bello come il grande “Into the Wild”. Il film è puro e interessante perché rischia il tutto per tutto con una storia che tocca.
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balordo
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lunedì 23 luglio 2018
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non ci speravo più
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Incredibile, una voce fuori dal coro! Dopo la pioggia di stelle per questo film, non mi è parso vero di leggere il tuo commento. Aggiungerei alle tue considerazioni altre due cose che mi hanno urtato per tutta la durata del film, e cioè il totale menefreghismo verso la sorella, con la quale invece sembrava essere in buoni rapporti, ed il fatto che oltre a dare l'idea di essere un borghesuccio annoiato, fanno passare per normale, se non addirittura eroica, la decisione di vivere di caccia e pesca in territori dove la temperatura arriva a -40, apprendendo qualche nozione allo spizzico magnifico sulla sopravvivenza in questi luoghi selvaggi, semplicemente parlando con qualcuno qui e là e leggendo qualche libro.
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Incredibile, una voce fuori dal coro! Dopo la pioggia di stelle per questo film, non mi è parso vero di leggere il tuo commento. Aggiungerei alle tue considerazioni altre due cose che mi hanno urtato per tutta la durata del film, e cioè il totale menefreghismo verso la sorella, con la quale invece sembrava essere in buoni rapporti, ed il fatto che oltre a dare l'idea di essere un borghesuccio annoiato, fanno passare per normale, se non addirittura eroica, la decisione di vivere di caccia e pesca in territori dove la temperatura arriva a -40, apprendendo qualche nozione allo spizzico magnifico sulla sopravvivenza in questi luoghi selvaggi, semplicemente parlando con qualcuno qui e là e leggendo qualche libro. Sembra sia morto di fame, bè, più che farci un film avrebbero dovuto candidarlo ai Darwin Awards.
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fargo?
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venerdì 22 giugno 2018
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società, verità, felicità: into the wild
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La spietatezza della società, il rapporto tra uomo e natura, la solitudine di quest'epoca: sono solo alcuni dei temi che "Into the wild", tradotto "Nelle terre selvagge", tocca e fa toccare allo spettatore. Il senso di estraneità che l'uomo oggi vive dentro questa società, la nostra società, conduce a prima vista verso le due sole strade che il fervore giovanile può conoscere: accettare, consapevolmente o inconsapevolmente, o rifiutare di far parte della soceità. Christopher McCandless non accetta di farne parte e, una laurea in tasca, sceglie di partire e di vivere con ciò che il mondo offre giorno per giorno, perché estraniarsi dalla società, fuggire dai suoi modelli, dai suoi vincoli comportamentali che sembrano tracciare la tua strada ancor prima che sia stata percorsa, è l’unica via, oggi, per far parte della nostra esistenza, della nostra vita: è decidere, è vivere.
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La spietatezza della società, il rapporto tra uomo e natura, la solitudine di quest'epoca: sono solo alcuni dei temi che "Into the wild", tradotto "Nelle terre selvagge", tocca e fa toccare allo spettatore. Il senso di estraneità che l'uomo oggi vive dentro questa società, la nostra società, conduce a prima vista verso le due sole strade che il fervore giovanile può conoscere: accettare, consapevolmente o inconsapevolmente, o rifiutare di far parte della soceità. Christopher McCandless non accetta di farne parte e, una laurea in tasca, sceglie di partire e di vivere con ciò che il mondo offre giorno per giorno, perché estraniarsi dalla società, fuggire dai suoi modelli, dai suoi vincoli comportamentali che sembrano tracciare la tua strada ancor prima che sia stata percorsa, è l’unica via, oggi, per far parte della nostra esistenza, della nostra vita: è decidere, è vivere. E’ vivere davvero. Le avventure e le emozioni si susseguono, le amicizie, gli incontri ravvicinati con la natura, i pensieri, la famiglia, il passato, il futuro: gli spettatori guardano con attenzione. Tra loro c’è chi coglie e ammira il coraggio di Christopher; a questo spettatore, che vede la scelta del protagonista molto lontana dalla quotidianità o dalla praticabilità dell’uomo comune e finisce per collocarla nella categoria del puro anticonformismo o semplicemente della rappresentazione cinematografica, il film parla direttamente; a questo spettatore parla la storia di McCandless. La distanza che separa Christopher McCandless da Alexander Supertramp è la stessa che corre tra lo spettatore e il protagonista del film. Non è (solo) il coraggio; è la verità, la ricerca della verità, quella del contatto con ciò che ci circonda, con la natura, a guidare lo spirito dell’uomo. Ma non può essere solo questo. Il contatto tra le persone, che trasforma la felicità da idealizzata a felicità reale in quanto condivisa, è un inno alla fondazione di una nuova società di cui il film e soprattutto la vita di McCandless sono fautori.
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martedì 18 ottobre 2016
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bah!
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Sean Penn ha realizzato un film alla "Spielberg", utilizzando esclusivamente il lato emotivo del pubblico per fare incasso. La pellicola ha un'infinità di difetti, a partire dalla sua eccessiva durata, dalla sua mostruosa lentezza, dalle frasi ad effetto messe lì un po a caso,dalle continue e ridondanti inquadrature al paesaggio e dall'assenza di una vera colonna sonora. Ma la cosa che ho più odiato di questo film è il fatto che sia una biografia, ma di biografia ha ben poco, i personaggi che Penn inserisce non sono stati realmente incontrati da Christopher nella vita reale.
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Sean Penn ha realizzato un film alla "Spielberg", utilizzando esclusivamente il lato emotivo del pubblico per fare incasso. La pellicola ha un'infinità di difetti, a partire dalla sua eccessiva durata, dalla sua mostruosa lentezza, dalle frasi ad effetto messe lì un po a caso,dalle continue e ridondanti inquadrature al paesaggio e dall'assenza di una vera colonna sonora. Ma la cosa che ho più odiato di questo film è il fatto che sia una biografia, ma di biografia ha ben poco, i personaggi che Penn inserisce non sono stati realmente incontrati da Christopher nella vita reale. Il peggio è stato raggiunto nel momento in cui un anziano vedovo ( guarda caso), mai conosciuto prima,si offre di prendersi cura di Chris.
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renaf
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venerdì 22 aprile 2016
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bellissimo
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Bellissimo e che SKY lo ha gia proposto 8000 volte !
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ragindo
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mercoledì 23 settembre 2015
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un occasione sprecata drammaticamente
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Tremendamente triste è scoprire il vero valore prezioso della vita a 20 anni e non poterla vivere.
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