Barcelona (un mapa)

Sei persone si incrociano in un appartamento di Barcellona. Ognuna di loro rappresenta una solitudine diversa. Ventura Pons, giunto al suo quinto lavoro, continua la sua sensibile raffigurazione di gente sola e priva di speranze. In questo caso, abbiamo una coppia di anziani, il fratello di lei, una donna bionda, un ex calciatore e una ragazza sudamericana.
Con una poetica molto delicata, il microcosmo rappresentato racchiude le fragilità di una società più decadente che vincente. L'incesto, l'adulterio e l'omosessualità si incrociano senza rompere, nella loro forza intrinseca, la banalità del quotidiano. Tutte queste tematiche, difficili da trattare, vengono gestite con estrema facilità grazie anche alle forte espressività degli attori.
La forte claustrofobia degli interni viene brillantemente superata grazie all'apertura generosa del testo che, attraverso dialoghi generosi e diretti, fluisce senza intoppi. Il ritmo è agevolato anche da una sceneggiatura ricca di flash (quasi scatti fotografici) che hanno a che fare con il subcosciente e lo stato emotivo dei protagonisti. Sono quasi stimolazioni a intermittenza che scuotono sia la psicologia dell'animo rappresentato che quella dello spettatore. I due mondi (il reale e l'immaginario) vengono girati con uno stile diverso. Il primo pulito e a fuoco si allontana dal secondo che è, invece, sgranato e con cromature opache.
Basato sull'opera di Lluisa Cunillé, "Barcelona, mapa d'ombres", il film coniuga soavemente il linguaggio cinematografico e quello teatrale. Il rapporto che ogni attante ha con lo spazio circostante richiama costantemente un ambiente "da palcoscenico" capace non solo di arredare la scena ma soprattutto di situarla in funzione delle idiosincrasie di ciascuna figura. 