Anno | 2006 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 87 minuti |
Regia di | Marina Spada |
Attori | Anita Kravos, Paolo Pierobon, Karolina Porcari . |
Uscita | venerdì 22 giugno 2007 |
Tag | Da vedere 2006 |
Distribuzione | Cinecittà Luce |
MYmonetro | 3,36 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 20 febbraio 2014
L'arrivo di Olga nella vita di Claudia spingerà quest'ultima a riconsiderare la propria esistenza. In Italia al Box Office Come l'ombra ha incassato 107 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Claudia vive sola a Milano, dove attende un'occasione. Di giorno lavora in un'agenzia di viaggi e la sera studia russo. Attratta dal suo nuovo insegnante ucraino lo invita a cena e tenta un approccio. Boris, scostante e misterioso, si sottrae al suo bacio maldestro, rendendosi poi irreperibile. Alla vigilia della partenza estiva per la Grecia, l'uomo si affaccia nuovamente nella sua vita per chiederle di ospitare qualche giorno la cugina Olga. Le loro solitudini si trasformeranno in un'amicizia profonda. Un fatto tragico e inaspettato la spingerà finalmente ad agire.
Presentato alle Giornate degli Autori di Venezia 63 e successivamente approdato nei prestigiosi festival internazionali di Toronto, Londra e Montpellier, il nuovo film di Marina Spada racconta una storia di solitudine a Milano, costringendoci a interrogarci su noi stessi e sul significato della nostra presenza fra le cose e le persone.
Come nel cinema di Antonioni, la donna diventa il filtro della crisi, capace di recepire l'inquietudine dei tempi e di farsi carico della consapevolezza della solitudine e dell'incomunicabilità delle relazioni umane. Quelle che esistono dietro le nostre finestre, tra le architetture decadute della città, sotto le insegne luminose dell'Esselunga, lungo i binari delle stazioni metropolitane.
Quello della Spada è un cinema di silenzi, di tempi meravigliosamente morti, di riti e gesti ripetuti intesi a rappresentare l'epifania di una donna al termine di un viaggio esistenziale, dove il lavoro sembra essere la sola risposta alla solitudine. Nel suo film la figura femminile non è mai decorativa e non esiste in funzione del personaggio maschile, che incarna piuttosto l'"uomo senza qualità" antonioniano. Claudia, interpretata con carattere e misura da una blasonata ("Best Actress" a Mons) Anita Kravos, sembra incapace di provare a vivere e a integrarsi col mondo. Con Olga, la sua controparte bionda precipitata nella sua casa dall'Ucraina, recupera la pienezza del vivere e la partecipazione consapevole alla vita. La terza amica e terzo personaggio è invece Milano, quella multietnica degli immigrati di colore, del quartiere cinese, dei polacchi della Centrale, quella fotografata da Gabriele Basilico, anonima e senza storia, dove si perde l'identità. Campo d'azione privilegiato del suo sguardo è da sempre il paesaggio urbano milanese, dove il fotografo documentarista ricerca il dialogo incessante tra la specificità del luogo e il fatto che il mondo conosciuto e abitato si assomigli sempre di più.
Regia e fotografia mettono in relazione Milano (de-milanesizzandola) con luoghi diversi del mondo occidentale, globalizzando così le architetture e universalizzando la solitudine. Ma il cinema ritroso, radicato (nel milanese) e indagatore di Marina Spada è anche e ancora una volta un progetto politico, la ricerca di un'alternativa quando il fare cinema in maniera "tradizionale" diventa impossibile, quando il mercato del lavoro nega qualsiasi espressività individuale. Così se Forza cani, il suo debutto in lungo, scavalcò gli ostacoli dell'industria culturale con un'idea nuova di produzione e di distribuzione cinematografica (il film fu finanziato attraverso la rete), Come l'ombra si è "comperato" la color correction e il passaggio in pellicola con un mutuo in banca e il contributo generoso della Film Kairós. Adesso confidiamo nello spettatore, perché "l'ombra" illuminata di Marina Spada lasci il segno sulla città e sullo schermo.
Ho avuto l’opportunità di vedere questo film in un cineforum di Milano, e ritengo di essere stata fortunata perché è una storia autentica, che può appartenere a chiunque. Claudia giovane donna conduce un’esistenza sempre uguale, il suo ruolo nel teatro della vita è di comparsa, è un ruolo secondario, si è fatta afferrare per mano dall’abitu [...] Vai alla recensione »
Probabilmente a Tarantino Come l'ombra non piacerebbe: trentenni in esilio da se stessi, vite sfocate, azione ridotta al minimo sono proprio i caratteri che ha rimproverato al nostro cinema. E invece film come questo sono necessari, tanto quanto lo sono i suoi "splatter" cerebrali e sanguinari. Marina Spada mostra di sapere bene che il cinema è un luogo mentale, che si forma via via nella testa dello [...] Vai alla recensione »
Come agitarci senza perdere il controllo. Come realizzare un giallo senza assassini. Come partire da L'aria serena dell'Ovest di Soldini e arrivare a L'avventura di Antonioni. Come l'ombra di Marina Spada. In una Milano che ricorda la città del film di Soldini, Claudia, trentenne single occupata in un'agenzia di viaggi, vive ai bordi della vita, e delle inquadrature geometriche della regista, aspettando [...] Vai alla recensione »
Dato per disperso nonostante le buone credenziali critiche, Come l’ombra riappare in un periodo difficile per tutti i film. Figuriamoci per una prova d’autore tanto esclusiva e sofisticata da generare simpatia anche in chi non si sente votato alla redenzione delle masse: se esperimento deve proprio essere, infatti, tanto vale portarlo sino in fondo con dignità e coerenza.
Claudia a Milano è impiegata in una agenzia di viaggi. Studia russo con un insegnante emigrato dall'Ucraina, Boris, cui sembra un po' legarsi. Questi, un giorno, le chiede di ospitare una sua parente, Olga, dato che lui sta per partire, Claudia sulle prime esita, ama la sua solitudine, sta per partire anche lei (è agosto, degli amici l'aspettano in vacanza), poi finisce per cedere dato che Olga dovrà [...] Vai alla recensione »
Una donna, una città. La prima prodotto della seconda, ognuna specchio dell'altra. Claudia è una trentenne single, di giorno impiegata in un'agenzia turistica mentre la sera frequenta una scuola di russo. Una vita di alienata solitudine, emozioni anestetizzate, stanca ripetizione di gesti in cui i giorni si succedono sempre uguali a se stessi nell'apatica attesa di qualcuno o qualcosa.
Claudia. trentenne milanese anonima, inquieta e sofferente. si invaghisce del suo insegnante di russo, Boris. Il quale, dopo averla respinta, le chiede di ospitare una presunta cugina, Diga. Le due donne diventano amiche, finché la ragazza ucraina scompare senza un perché. E Claudia. testardamente. decide di non fare finta di nulla. Tosto Come l'ombra.
Daniele Maggioni è non solo uno dei produttori più originali, versatili e cosmopoliti (perché a nessuno è venuto in mente di proporlo per il vertice di Rai Cinema?) ma ha fatto anche l'attore, lo sperimentatore (Forza cani, Il mnemonista sono puro gioco d'azzardo per chi poteva vivere di rendita sul format Pane e cioccolata, fiancheggiando eternamente Silvio Soldini) e esordisce come sceneggiatore [...] Vai alla recensione »