Anno | 2006 |
Genere | Commedia |
Produzione | Italia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Rinaldo Gaspari |
Attori | Aldo Baglio, Giacomo Poretti, Giovanni Storti, Silvana Fallisi . |
Uscita | venerdì 24 novembre 2006 |
Tag | Da vedere 2006 |
MYmonetro | 2,92 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 18 novembre 2011
Uno show convincente e piacevole che riesce a divertire sfruttando la simpatia dei protagonisti, la loro innata fisicità e presenza scenica e la misurata follia delle situazioni proposte. In Italia al Box Office Anplagghed al cinema ha incassato nelle prime 8 settimane di programmazione 6,6 milioni di euro e 2,1 euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Una coda al bancomat, una famiglia sfollata dopo una scossa sismica che ha semidistrutto la loro casa, un giro all'interno di una galleria d'arte, momenti della vita quotidiana che diventano spunti per la nascita di situazioni comiche, farsesche, paradossali, diventate da anni il marchio di fabbrica per uno dei gruppi comici italiani più longevi e di successo. Anplagghed al cinema è un esperimento rischioso e, tutto sommato, riuscito. Non imbrigliati dai tempi cinematografici e dalla necessità di scrivere un'unica storia che si dipani per novanta minuti, Aldo, Giovanni e Giacomo tornano sul grande schermo proponendo la formula comica a loro più congeniale, composta da gag e sketch di media lunghezza, già presentati nell'ultima, lunghissima, tournée teatrale, che ha fatto segnare ovunque il tutto esaurito. Il risultato è uno show convincente e piacevole che, senza mai sfiorare (alleluja!) temi politici, riesce a divertire sfruttando la simpatia dei protagonisti, la loro innata fisicità e presenza scenica e la misurata follia delle situazioni proposte (fra tutte, spicca la visita alla galleria d'arte, venti minuti di ininterrotto sghignazzo). Alla fine della proiezione si sciolgono anche le residue riserve legate alla scelta del mezzo cinematografico rispetto a quello televisivo: se l'atmosfera di un teatro stracolmo di gente che ride di gusto resta irripetibile, la sala si rivela essere un ottimo surrogato anche per i fan che avessero già assistito allo spettacolo.
Premetto che Anplagged non mi ha per niente deluso; anzi, mi ha fatto molte volte ridere di gusto, anche se ha qualcosa che non mi ha convinto molto. Il prologo alla Star Trek è carino, ma molte battute sono già state troppo sentite ("CEPU" su tutte). Salvo solo la battuta del "terrone". Gli spettacoli secondo me più riusciti sono su tutti il Bancomat, spassoso e che porta nuove idee.
Fantastico, ho riso tutto il tempo, con una comicità mai eccessivamente volgare e senza politica.
A me è piaciuto tantissimo,quindi consiglio di andare a vederlo.
L'intro fantascientifico non è granché. Poi si passano a piccoli episodi bellissimi come quello del bancomat o del tetto. Ma su tutti c'è naturalmente il mitico episodio della galleria d'arte. A, G & G se la cavano anche a teatro. Leggermente sottotono ma con delle perle di comicità.
Anplagghed è una parola che non esiste, una storpiatura del verbo «to unplug» che significa «togliere la spina, staccare». In teatro lo spettacolo di Arturo Brachetti per Aldo, Giovanni e Giacomo ha visitato 22 piazze sull'arco di 120 repliche e attirato 280 mila spettatori. Rinaldo Gaspari ne ha realizzato, con più macchine e in varie repliche, la registrazione che esce ora come film in 600 copie, [...] Vai alla recensione »
Quanti cornici italiani che hanno fatto fortuna, nati sui palchi dei teatri, delle arene estive, del palasport, delle cantine sono poi confluiti al cinema nel tentativo di ripetere la stessa fortuna con un altro linguaggio? Primo fra tutti Benigni, ma si può pensare, andando indietro nel tempo, al gruppo della Smorfia (Massimo Troisi e Lello Arena), a Vincenzo Salemme e, giocoforza, al trio Aldo, Giovanni [...] Vai alla recensione »
François (Daniel Auteuil, per la terza volta davanti alla macchina da presa di Leconte) è un mercante d'arte senza scrupoli. La sua agenda è piena di appuntamenti, ma a ben guardare tra le tante persone che deve incontrare non c'è neanche un amico. François non ha nessuno su cui contare, anche se lui sostiene il contrario. A farglielo notare è la sua socia (Julie Gayet) che in vena di provocazioni [...] Vai alla recensione »
A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. Traduzione: i simpatici, e a volte geniali, Aldo Giovanni & Giacomo, non avevano forse voglia oppure latitavano di idee per il grande schermo. E così hanno creduto possibile trasferire sullo stesso uno dei loro spettacoli teatrali più fortunati e gettonati, capace di riempire i teatri della nostra Penisola in lungo e in largo.
La storia d'amore tra Aldo, Giovanni, Giacomo e il pubblico continua: Anplagghed al cinema si prepara ad invadere le sale da oggi con 600 copie, con la non infondata speranza di arrivare fino a Natale e battere qualche record di incassi, una prospettiva che certamente commuove ed emoziona Medusa, e non lascia indifferente il pubblico. «Di loro mi fa ridere anche la nuca» non è un'esagerazione.
Il teatro filmato non sta mai al top delle passioni cinéfile, ma Aldo, Giovanni e Giacomo costituiscono un caso a parte e la loro bravura può scavalcare valori, gusti e regole. «Anplagghed» (storpiatura maccheronica dall'inglese «unplug», staccare) non sarebbe nient'altro che una versione arricchita e ripulita dello spettacolo goduto nella scorsa stagione da circa 280mila spettatori, ma il condizionale [...] Vai alla recensione »
Aldo, Giovanni e Giacomo dal teatro al cinema. È una loro consuetudine che ha sempre dato felici risultati. Si pensi a quel loro festosissimo esordio con «Tre uomini e una gamba», seguito da altri gustosi esperimenti più o meno nelle stesse cifre, da «Così è la vita», a «Chiedetemi se sono felice», per arrivare, due anni fa, a «Tu la conosci Claudia?».
La satira politica dovrebbe colpire il potere, ma in Italia colpisce solo certo potere. L'attuale maggioranza ne va esente, per via del suo soft power (egemonia culturale, si diceva una volta). Morale: prima, talora, ci si divertiva, anche non condividendo; ora, sempre, ci si annoia, anche condividendo. Indecisi se rispettare il silenzio di colleghi - un tempo ciarlieri - davanti all'impopolarità [...] Vai alla recensione »