Anno | 2005 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Cina |
Durata | 144 minuti |
Regia di | Gu Changwei |
Attori | Jing Ai, Li Feng, Gu Changwei, Meiying Huang, Li Lei, Lu Yulai Lv Yulai, Lan Wang, Zhao Yiwei, Jingchu Zhang. |
Tag | Da vedere 2005 |
MYmonetro | 3,09 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Il film è stato premiato al Festival di Berlino,
CONSIGLIATO SÌ
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Gu Changwei esordisce alla regia dopo essersi affermato come uno dei direttori della fotografia più apprezzati del cinema cinese, concorrendo a dar vita a capolavori del calibro di Addio mia Concubina di Chen Kaige, Sorgo Rosso e Ju-Dou di Zhang Yimou.
L'intreccio, ambientato in un piccolo villaggio cinese nel periodo di transizione successivo alla rivoluzione culturale, è diviso in tre sezioni principali e segue le storie di tre giovani fratelli all'interno di un'umile famiglia. Raccontando senza particolari artifici tre storie intimamente collegate ma completamente differenti tra loro, l'autore dimostra straordinarie doti registiche che trovano massima espressione in una strabiliante ed ipnotica semplicità compositiva. Ogni singolo frame è un'opera d'arte: inquadrature, ambiente, particolari di scena, tutto risulta armonizzazione di un ordine essenziale, e favorisce l'abbandono totale alla finzione oltre che spianare il terreno all'eccellente Yang Shu, direttore della fotografia. Ritmi scenici e tempi narrativi sono accordati su note lievi, scandite con una cadenza capace di sostenere lunghe sequenze senza appesantire la visione: i 144 minuti di durata sono al di là dello spazio temporale. Perfezione formale mozzafiato unita ad una narrazione fatta di dialoghi asciutti e capacità espressiva straordinaria. Capace ora di sfiorare, ora di superare, le invisibili barriere del sublime senza turbarne la quiete.
Vincitore a Berlino dell'Orso d'Argento, l'esordio alla regia del cinese Gu Changwei (gia' direttore della fotografia di Zhang Yimou, Chen Kaige, Robert Altman) e' il racconto fluviale della vita di una famiglia del villaggio di Anyang, dalla fase finale della Rivoluzione Culturale fino alla meta' degli anni Ottanta. Di tre fratelli, il maggiore e' ritardato ed e' quello su cui si focalizzano l'attenzione e le cure dei genitori. La sorella ne e' gelosa e cerca una via di fuga alla sua sofferenza nell'amore per un soldato: non corrisposta decide di sposarsi con un altro uomo per andare via di casa. Il fratello minore, invece, si vergogna del parente handicappato e decide di ucciderlo con del veleno per topi. Poi, pentito, scappa di casa. Solo il figlio meno fortunato sembra non patire/capire le sofferenze che la vita gli ha riservato: le derisioni dei ragazzi del paese, l'odio dei fratelli, l'impossibilita' di trovare l'amore. Peacock descrive, in un viaggio che dura dieci anni (e oltre due appassionanti ore per lo spettatore), il carattere di tre persone ordinarie e la loro vita in un paese talmente povero che l'arruolamento nell'esercito sembra essere l'unico modo per avere i pasti assicurati. I personaggi sono tratteggiati attraverso le azioni che compiono, senza giudizio e senza giustificazioni. Ma il loro destino e' gia' tragicamente segnato e il pavone che da' il titolo al film non mostrera' loro la bellezza del suo piumaggio.