Viaggi nel tempo
Lost è giunto al capitolo finale della quinta stagione (Stasera alle 22 su Fox). Ora ne manca solo una. Ed è difficile misurare se l'attesa degli spettatori sia più per vedere cosa accadrà in questo ultimo episodio, o più per iniziare il countdown verso il momento in cui ogni punto di domanda avrà una risposta. In ogni caso Lost da domani ci mancherà.
In questa stagione gli sceneggiatori hanno deciso di fare viaggiare nel tempo i protagonisti, dopo averli raccontati in passato con flashback e flashforward. Perchè se prima gli spettatori avevano necessità di conoscere la vita, la storia, l'identità dei singoli personaggi, ora che Jack, Sawyer, Kate, Hurley, Locke & C. sono diventati come degli amici per chi guarda, diventa interessante immaginarne le reazioni alle situazioni più strane. Prima continui flash temporali incontrollabili, poi 30 anni indietro, e poi 3 in avanti, e ancora il ritorno al presente.

Cercare se stessi
Viaggiare nel tempo e fisicamente nello spazio per salvare una vita umana è anche un pretesto per cercare se stessi, per prendere coscienza della realtà che conta e non di quella che si è abituati a seguire. Il passato, quello vissuto sulla terraferma prima dell'incidente aereo, per i personaggi di Lost non ha più un senso. Chi di loro ha realmente interesse a ritornare alla vecchia esistenza? Nessuno. È giusto forse provarci, ma alla fine è meglio pensare a una nuova vita. Ecco, Lost è arrivato qui. In aggiunta ci sono alcuni enigmi da risolvere, perchè l'isola è un dilemma costruito sui dilemmi, e una certezza perchè da incubo diviene sogno.
Lost è una serie unica. Non è classificabile in alcun genere (fantascienza, avventura, catastrofico, mystery?) e proprio per questa impossibilità a inserirla in uno stereotipo è amata o odiata. Per provocazione potremmo dire che è un social drama, perchè Lost è prima di tutto una storia di uomini che affrontano le gioie e le difficoltà della vita.