Anno | 2001 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 58 minuti |
Regia di | Giovanni Cocconi, Pietro Medioli |
Attori | Massimo Rossi, Anna Mangora, Carlo Bonati, Paola Allegri, Luigi Finazzi Domenico Dacrema. |
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CONSIGLIATO N.D.
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I tenori di San Secondo arrivano a Torino. Il film-documentario "Mezzanotte a Mosca", girato tra la gente della Bassa, è stato selezionato per il Festival Cinema Giovani e acquistato da Planete.
Neto, Carlo, Nico, Fratello, la Paolina, che hanno fatto scrivere a qualcuno del "Buena Vista Social Club" della Bassa, saranno tra i protagonisti del secondo più importante festival italiano. Il film, nato da un'idea di Arnaldo Scaramuzza per la regia di Giovanni Cocconi e Pietro Medioli. Presentato a Parma nell'ambito delle Celebrazioni verdiane ha incontrato il favore della commissione selezionatrice della XIX edizione del Film Festival di Torino (15-23 novembre).
Il documentario "che svela, più che narrare, gli intrecci della cultura musicale verdiana con gli umori, i ricordi, e le emozioni di alcuni ultrasettantenni e ultraottantenni appassionati di lirica" (America Oggi), lascia la parola (e le immagini) a personaggi ormai in via di estinzione, che raccontano attraverso le loro storie, piccole e straordinarie, la più genuina passione per la musica: Carlo e Neto, i due tenori rivali; il maestro Nico Dacrema innamorato di Wagner; Paolina Allegri che dall'alto dei suoi 93 anni ricorda un "Falstaff" diretto da Toscanini; il maestro Gualazzini che esegue una marcia in onore di Marco Pantani; il 92enne Maso Santomaso, decano degli artigiani, che ricorda le lezioni liriche del padre; Fratello, cantante autodidatta e "prete" laico, che interpreta davanti alle telecamere il brano "Mezzanotte a Mosca", titolo del film.
Prodotto con il contributo del Comune di San Secondo, il documentario di 58 minuti sfiora continuamente la linea che separa la realtà dalla finzione, senza attraversarla mai, ricostruendo scene già avvenute o comunque possibili, plausibili, reali. E affida a un personaggio enigmatico, silenzioso e solitario, il filo conduttore che accompagna lo spettatore a incontrare i vari personaggi: il suo "pellegrinaggio" si conclude all'alba alla Casa Natale di Verdi a Roncole, di fronte a un restyling architettonico che lo lascia perplesso. L'omaggio a Verdi si completa con l'allestimento, del quale è protagonista la locale associazione Corte dei Rossi, di una scena del "Trovatore", l'opera che, come un fantasma, vaga ancora per il paese.
Di "Mezzanotte a Mosca" il mensile "Cineforum" ha scritto: "Il punto di partenza dell'autore, dunque, potrebbe essere ancora una volta celebrativo; invece, in analogia con quanto accaduto nell'approccio col museo di Guatelli, egli si dedica a un anomalo lavoro di ricerca: da un lato ridà voce a personaggi stritolati dall'oggi - melomani, popolani che cantano le romanze nell'eco dei portici rinascimentali della Rocca, direttori d'orchestra più wagneriani che verdiani, abituati a dirigere in pubblico non un'orchestra ma un apparecchio stereofonico, e anche stornelattori tifosi di Marco Pantani, attori e preti laici - dall'altro cerca di fissare le storie in un'inesorabile prospettiva di morte".