Titolo originale | Do the Right Thing |
Anno | 1989 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Durata | 113 minuti |
Regia di | Spike Lee |
Attori | Danny Aiello, Ruby Dee, Ossie Davis, Spike Lee, Giancarlo Esposito, John Turturro Richard Edson, Bill Nunn, John Savage, Joie Lee, Rosie Perez, Samuel L. Jackson, Martin Lawrence, Paul Benjamin, Frankie Faison, Robin Harris, Miguel Sandoval, Steve White, Roger Guenveur Smith, Leonard Thomas, Nelson Vasquez, Ricky Aiello, Steve Park, Christa Rivers, Frank Vincent, Luis Ramos, Richard Habersham, Gwen McGee, Ginny Yang, Shawm Elliott, Diva Osorio, Chris Delaney, Angel Ramirez, Sixto Ramos, Travell Lee Toulson, Joel Nagle, David E. Weinberg. |
Tag | Da vedere 1989 |
MYmonetro | 3,19 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 27 giugno 2019
Un giorno basta per far scoppiare l'odio razziale. Il film ha ottenuto 2 candidature a Premi Oscar, 4 candidature a Golden Globes,
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CONSIGLIATO SÌ
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In un quartiere "nero" di Brooklyn, tutto sembra tranquillo. I disordini razziali di quindici, venti anni prima sembrano dimenticati. Ma basta una giornata di caldo torrido per esacerbare gli animi. La pizzeria italiana viene razziata. Il proprietario si vendica.
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Chi non ha mai sognato, almeno per una volta, di vivere a New York? Nella Grande Mela dove vivono milioni e milioni di persone, dove le opportunità di lavoro e di carriera sono (o erano?) presenti in abbondanza, dove è possibile incontrare gente interessante ad ogni angolo di strada, passeggiare nei parchi, frequentare locali alla moda, andare a mostre di arte contemporanea, innamorarsi o passare la [...] Vai alla recensione »
Fa la cosa giusta, film controverso, discusso, difficile di fine anni Ottanta. Come una morsa che avvinghia a sé, costringe lo spettatore a un’analisi ragionata delle proprie opinioni ed emozioni radicate su questioni razziali e sul complicato significato della parola integrazione. Protagonista è una piccola comunità di un quartiere ghetto di Bedford Stuyvesant a Brooklyn nel giorno più caldo dell’anno [...] Vai alla recensione »
Terzo film di Spike Lee, che illustra, con uno stile a metà tra il Neorealismo italiano e la violenza esplicita del miglior Scorsese, la quotidianità nei quartieri popolari di Brooklyn, dove le chiacchierate con gli amici, le giornate passate ai locali ed i pettegolezzi della radio si alternano ad improvvisi episodi di violenza che scoppiano tra le diverse comunità, ognuna delle [...] Vai alla recensione »
Due nomination agli Oscar: migliore sceneggiatura originale e come miglior attore non protagonista (Danny Aiello). Siamo a Brooklyn durante la giornata più calda dell'anno e seguiamo le vicende di diversi abitanti del quartiere, intenti a combattere l'afa. In special modo seguiamo le vicende di Mookie (Spike Lee), afroamericano che lavora per una pizzeria tenuta da italo-americani, [...] Vai alla recensione »
La poetica sulla New York di Spike Lee resta di un'attualità pazzesca e oggi come ieri, ci racconta delle tensioni razziali che sono presenti nel DNA degli Stati Uniti. Sicuramente la pellicola che ha reso Spike Lee un regista di culto per la comunità afro-americana e in generale per qualsiasi cinefilo.
Tra i grandi misteri dell'universo brilla questo film, il cui successo è inspiegabile. Situazioni vecchie, stantie, stereotipate, dialoghi profondi e acuti come quelli da bar, pensieri e riflessioni da terza elementare, personaggi che sono solo macchiette e sono talmente falsi e vuoti che sembrano inventati al momento, solo maschere che interpretanno un personaggio (lo svitato che vende [...] Vai alla recensione »
Un film avanti con gli anni, uno dei migliori film di Spike Lee che, con questo film, è entrato nel mondo del cinema dimostrando di essere un grande appassionato, nonché un regista 360 gradi (ha diretto perfino videoclip, documentari e spot pubblicitari). La storia è ambientata in una specie di ghetto in cui vivono gente di colore tra bande, vecchi pensionati e semplici lavoratori, [...] Vai alla recensione »
La violenza che Spike Lee non vuole come espressione della componente afro-americana. E tutto parte da un controsenso abbastanza spiccato, l'insistenza di avere nella pizzeria italo-americana le fotografie di gente come Martin Luther King e Malcom X, o anche Nelson Mandela, nominato nel film. Malcolm e King sono persone verso le quali il regista nutre una profonda ammirazione, gente che ha lottato [...] Vai alla recensione »
del film mi piace molto l'aria quasi divertita che attraversa tutto il film fino all'ultima mezz'ora che, invece, è molto drammatica e forte. consiglio sempre la lingua originale perchè il doppiaggio risente moltissimo degli anni passati.
per me è da 3.5 stelline...nn 4 perchè secondo me è troppo...anche se dv dire...che il film scorre bn...nn annoia mai....sl che il messaggio è un po ambiguo....ed anche se a furia di vedere spike lee e denzel washinghton( che è il mio attore preferito).....la penso piu da persona di colore che da bianco.....nn mi piace il fatto che lee.
bianchi contro neri contro poliziotti contro cinesi contro tutti. Grande Spike
In un primo momentola popolazione di colore di quell'angolo di brooklin è odiosa. ma poi capisci che il film è vero, coglie momenti di una situazione di conflitto perenne , di razzismo..Sembra non esserci scampo a questa situazione complessa. Nei film sulla schiavitù sai sempre da che parte stare, ma qui tutto è difficile.
Uno dei film migliori di Spike Lee, messi davanti ad una scelta il colore della pelle è sovrano, l'appartenenza primeggia... la ragione e la riconoscenza vengono messe da parte pur sapendo che ciò è sbagliato. Allo spettatore è aseegnata il difficile compito: "da che parte schierarsi?" Bisognerebbe trovarsi realmente nella medesima situazione [...] Vai alla recensione »
Il giovincello regista Spike Lee esprime il disagio sociale della comunità afroamericana di un quartiere di Brooklyn sulle note di "Fight The Power" dei Public Enemy, nonchè uno dei gruppi pioneri dell'Hip-Hop. La regia è più che buona, accompagnata da un ottima fotografia. Cast discreto. Ma la vera pecca è il contenuto, contradittorio e [...] Vai alla recensione »
Accattivante e scomodo, divertente e tragico, ambizioso e popolare, politico e spettacolare, Fa’ la cosa giusta fu escluso dal palmarès di Cannes da una giuria troppo timorosa di prendere posizioni. Come cosa giusta, sceglie di far piazza pulita, nella sostanza e nelle forme, di tutto il cinema conciliante degli zii Tom e dei loro omologhi bianchi tipo Alan Parker, per offrire del grande cinema politico [...] Vai alla recensione »
Una giornata estiva caldissima, nel ghetto nero di Bedford Stuyvesant a Brooklyn: parte la terribile afa, tutto lascia prevedere che le cose andranno con la consueta, monotona normalità. L’italoamenicano Sal - unica presenza bianca rimasta nel quartiere - sfornerà come sempre le sue pizze, aiutato dai due figli; il suo fattorino di colore Mookie (interpretato dallo stesso Spike Lee, il regista di Fa’ [...] Vai alla recensione »
Bellissimo film sulle tensioni razziali a New York. Bellissimo esempio di nuovo cinema militante: non predica, racconta con grande stile cinematografico; non separa il tema sociale dalla natura delle persone né dall’incidenza del caso; non ha bisogno di eroi morali e irreprensibili né di strutturati aneddoti esemplari; non insegue una coerenza di genere, anzi mescola comicità e tragedia, divertimento, [...] Vai alla recensione »
Trentacinquemila dollari, tutti della nonna: non più di tanto poté spendere Spike Lee nell 1986 per il suo primo lungometraggio, Lola Darling. La nonna è stata lungimirante: il suo Spike non delude. Fa’ la cosa giusta lo conferma autore, e insieme segna forse la nascita ufficiale di un cinema nero americano che può crescere quanto quelli di altre subculture, l’italoamericana prima fra tutte.