Anno | 1975 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Durata | 93 minuti |
Regia di | Lina Wertmüller |
Attori | Giancarlo Giannini, Fernando Rey, Elena Fiore, Piero Di Iorio, Shirley Stoler Roberto Herlitzka, Enzo Vitale, Pietro Ceccarelli, Barbara Valmorin, Anna Recchimuzzi, Francesca Marciano, Ermelinda De Felice, Lucio Amelio, Roberto Erliska, Bianca Doriglia. |
Tag | Da vedere 1975 |
MYmonetro | 3,31 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 8 maggio 2019
Il film ha ottenuto 4 candidature a Premi Oscar, 1 candidatura a Golden Globes,
CONSIGLIATO SÌ
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Uno spregevole guappo napoletano, viscido e opportunista, riesce a superare ogni guaio, compreso il campo di concentramento nazista, cavandosela sempre.
Ritratto di una vittima che finisce per diventare un mostro. Nella Napoli del 1936 un giovane proletario uccide il seduttore di una delle 7 (brutte) sorelle, è rinchiuso in un manicomio criminale da cui esce come volontario di guerra, finisce in un lager tedesco e diventa kapò. Rientrato a Napoli, trova madre e sorelle che si sono rimpannucciate con la prostituzione. 8° film di Wertmüller e uno dei suoi migliori, è un'analisi feroce della filosofia della sopravvivenza a ogni costo: la vitalità di Pasqualino è mortuaria. In misura minore, gli eccessi e i difetti della regista sono presenti anche qui, ma compensati dall'aggressiva felicità del linguaggio, dalla ricchezza delle invenzioni (cui contribuiscono le scene di Enrico Job, suo marito, e la fotografia di Tonino Delli Colli), dall'ottima direzione degli attori. Molti premi internazionali tra cui 4 candidature agli Oscar (regia, sceneggiatura, G. Giannini attore protagonista, miglior film straniero) negli USA dove fu distribuito come Seven Beauties . Giannini maiuscolo. Musiche di E. Jannacci. Circola anche in copie di 93 minuti.
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Napoli, anni '30. In uno dei tanti quartieri napoletani, dove ognuno si arrangia come può, vive Pasqualino, chiamato Settebellezze, perché, pur essendo bruttino, piace molto alle donne per i suoi modi affascinanti. La sua vita cambia radicalmente quando uccide il marito della sua prima sorella per questione d'onore. Inizia per lui un calvario, parallelo a quello dell'Italia [...] Vai alla recensione »
Confuso da molti con un atto d'atto d'accusa contro l'immoralità qualunquista,il film è invece un'opera contraddittoria,nichilista,violenta e inquietante dove il male del protagonista finisce per essere giustificato col fatto che "tanto nulla avrebbe cambiato le cose".Nonchè uno dei miglior prodotti della Wertmuller.
Storia di un italiano e della sua italianità, almeno per come la vede Lina Wertmuller. Tra cliché, macchiette e questioni d'onore - con la guerra sullo sfondo - Giancarlo Giannini sostiene praticamente da solo tutto il film comn la sua immensa bravura. La sceneggiatura è discontinua e disomogenea e la regia, strapiena di primissimi piani, non è da meno.
Film molto bello, handicappato però dalle lunghe parti in napoletano stretto impossibili da comprendere. Sottotitoli in italiano avrebbero giovato moltissimo.
L'accoppiata Wertmuller-Giannini è davvero una delle migliori cinematograficamente parlando.In questo film si affronta un tema duro,e più volte ripreso da molti e molti film..i tedeschi,la seconda guerra mondiale,ecc ecc,però raccontato in una chiave diversa..direi proprio Wertmulliana,nella sua crudezza delle immagini,e la femminilità forte sempre presente nei [...] Vai alla recensione »
Come si diventa “salaud”? Come si diventa “mostro”? Louis Malle, nel suo Lacombe Lucien, ha risposto a questo interrogativo in modo lucido e tragico, tornando agli anni dell’occupazione tedesca in Francia e proponendoci il caso di un contadino senza idee che diventava collaborazionista solo per trovare uno spazio, per illudersi di essere un po’ meno nessuno; finendo ovviamente per pagare alla Storia [...] Vai alla recensione »