Lontano dal Vietnam

Sette registi (di cui almeno quattro degni senz'altro di stima) per un documentario che vorrebbe esprimere la cattiva coscienza occidentale nei confronti della guerra nel Vietnam. 

Come ci ha confermato lo stesso Resnais la sua collaborazione al film "militante" forse più noto del "maggio" francese (in effetti girato l'anno prima) non fu facile né, sembra, molto capita dal vero "animatore" dell'impresa. Chris Marker infatti aveva in mente soprattutto un film d'intervento e di testimonianza immediata sul dramma del Vietnam, un film che funzionasse da controinformazione e che risvegliasse le coscienze del mondo occidentale. Resnais (e in modo diverso lo stesso Godard con la sua lucida confessione) intendevano invece introdurre nel film alcuni dubbi, alcuni interrogativi dissonanti che verificassero la validità di certe parole d'ordine e la coerenza morale dell'intellettuale di sinistra". Non per nulla Resnais prevedeva di montare le immagini del Fungo e contraddittorio monologo dì Claude Ridder (circa 15 minuti) alternativamente alle riprese della guerra nel Vietnam, alle manifestazioni negli USA e alle testimonianze di giornalisti e cineasti (particolarmente commovente la rievocazione del suicidio del quacquero Norman Morrison fatta dalla moglie). In questo modo le parole rivelatrici e irritanti al tempo stesso di Claude Ridder avrebbero introdotto una tessitura dialettica nel film, per lo più costruito invece sulla ingenua convinzione della forza di comunicazione del "documento" bruto, apparentemente non elaborato.