Gli ultimi cinque minuti

Film 1966 | Commedia

Regia di Carlo Lodovici. Una serie con Enrico Maria Salerno, Valeria Valeri, Ernesto Calindri, Raymond Souplex, Jean Daurand. Cast completo Genere Commedia - Italia, 1966, Valutazione: 4 Stelle, sulla base di 1 recensione.

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La prima serie poliziesca francese è un mirabile esperimento di televisione interattiva sull’interrogativo che in America è divenuto famoso con il termine whodounit: dapprima viene rappresentato in scena un delitto, quindi gli interrogatori successivi, i tre sospetti, le indagini del commissario ed ex chansonnier Bourrel (Raymond Souplex); ma poco prima che egli indichi il colpevole, cinque minuti prima della fine, l’ispettore si rivolge a due concorrenti in studio, ognuno nella propria cabina con tanto di monitor, chiedendo loro di scegliere una sequenza che possa far luce sull’assassino. Nelle prime puntate il programma venne girato in diretta, formula che esaltava l’arte di improvvisare di Souplex ma destabilizzava tecnici e attori (l’episodio Qui trop embrasse, in onda in Francia nel 1960, fu interrotto due volte per le difficoltà di cambio d’abito dell’attrice Janine Crespin). Proprio per questo, dal sesto episodio si optò per un montaggio di sequenze filmate che spinse i produttori a eliminare la presenza dei concorrenti: per il commissario Bourrel era giunta l’ora di rivolgersi direttamente ai telespettatori, ai quali lasciava un po’ di tempo per riordinare le idee per poi proporre la scena rivelatrice. Tra i pregi della serie, quello di far scorrere parallelamente l’inchiesta poliziesca e quella sociale: ogni delitto va esaminato nel contesto in cui avviene; nel corso delle sue indagini Bourrel, coadiuvato dall’ispettore Dupuis (Jean Daurand), attraversa tutti i crismi della Francia anni ’60 di De Gaulle: le canzoni yéyé, le agenzie matrimoniali, i tassisti, i giornalisti, gli antiquari, la moda, la prostituzione, la Halle de Rungis… La formula ha talmente successo da venire imitata in Germania nel 1967 in una serie facsimile; da noi Ezechiele Sheridan (Ubaldo Lay) ospita in studio tre concorrenti per scoprire l’assassino in Giallo Club – Invito al poliziesco 1959); nel telefilm omonimo del 1975, Ellery Queen interpella e sollecita i telespettatori alla stessa stregua del commissario Bourrel. Se nel 1968 la serie fu soppressa in Francia non senza polemiche dopo 56 episodi, nel 1972 vennero riaccesi i riflettori per la prima emissione a colori: in quell’anno, tuttavia, la produzione dovette fronteggiare la morte di Raymond Souplex per un infarto (nell’ultimo episodio che lo vede protagonista, l’inchiesta viene portata a termine dal giudice istruttore Jacques Bouvier); eliminata l’ipotesi di un attore che potesse incarnare Bourrel, l’ideatoreproduttore Claude Loursais arruolò un tris di nuovi investigatori: il commissario Le Carré (Christian Barbier), l’ispettore Ménardeau (Marc Eyraud) – l’unico dei tre a rimanere fino alla fine della serie – e l’ispettore Lindet (Henri Lambert); sia Barbier che Lambert abbandonarono dopo poco per non restare imprigionati nei rispettivi personaggi. La terza fase del telefilm vede diventare protagonista il commissario Cabrol (Jacques Debary): se il debutto francese avvenne nel giugno del 1975, dalla seconda puntata gli si affianca l’ispettore Ménardeau con il fine – secondo le intenzioni di Loursais – di ricostruire i fasti della coppia BourrelDupuy. Il rapporto tra i due nuovi protagonisti si dimostra tuttavia più gerarchico rispetto a quello più gioviale che si era stabilito tra i due investigatori della prima ora; se Bourrel e Dupuy erano due rappresentanti del popolo, Cabrol appare più aristocratico, Ménardeau più naïf. Resta comunque una serie che mischia mirabilmente generi e tematiche e che si avvale dei migliori caratteristi francesi del periodo: tra gli altri, Françoise Fabian, Ginette Leclerc, Pierre Brasseur, Henri Virlojeux, Bernard Fresson, Henri Crémieux, Henri Vibert, André Valmy, Robert Vattier, Pierre Arditi, Michel Auclair, Eddie Constantine.

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