Anno | 1965 |
Genere | Fantascienza |
Produzione | Italia, Spagna |
Durata | 86 minuti |
Regia di | Mario Bava |
Attori | Barry Sullivan, Evi Marandi, Angel Aranda, Norma Bengell, Massimo Righi, Stelio Candelli Franco Andrei, Mario Morales, Alberto Cevenini, Ivan Rassimov, Fernando Villena (II), Mario Morale, Federico Boido. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,50 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Un misterioso pianeta attrae le astronavi e cattura gli equipaggi, facendo impazzire o morire gli uomini. Qual è il mistero?
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Le astronavi Argos e Galliot in orbita attorno al pianeta Aura captano misteriosi segnali che lascerebbero supporre la presenza di una vita intelligente. Un campo magnetico costringe gli astronauti ad atterrare, ma durante la manovra, la Argos perde i contatti con la Galliot ed il suo equipaggio cade in preda ad una temporanea follia che soltanto il comandante Mark Markary riesce a contenere evitando una strage. Quando Mark ed i suoi uomini raggiungono la Galliot, vi rinvengono i cadaveri dei compagni, tutti decimati dalla stessa improvvisa furia omicida: è il primo segno di un'indefinibile minaccia che grava sul pianeta sconosciuto e che prende via via forma tra un incalzante susseguirsi di tragici episodi culminanti nella scoperta dello scheletro di un gigantesco umanoide all'interno del relitto di una navicella extraterrestre. Aura è abitato da creature invisibili, le ultime di una civiltà morente, che, in cerca di una nuova patria, tentano di impadronirsi della Argos materializzandosi nei corpi dei caduti. Nel corso di una disperata battaglia contro gli aggressori, la Argos riesce finalmente a decollare, ma a bordo il comandante Mark e la sua assistente sono essi stessi ormai posseduti dalle creature di Aura e fanno rotta verso la Terra, il più vicino pianeta.
Un misterioso pianeta attrae le astronavi e cattura gli equipaggi, facendo impazzire o morire gli uomini. Qual è il mistero? Degli uomini morti che vivono su un pianeta spento si devono incarnare in uomini vivi per sopravvivere.
Dal racconto Una notte di 21 ore di Renato Pestriniero, sceneggiato, tra gli altri, da Alberto Bevilacqua e Callisto Cosulich. Disavventure di due astronavi in esplorazione di un misterioso pianeta i cui abitanti si reincarnano in corpi di esseri defunti. Fantascienza con tendenze horror basato su una storia che convince poco e che solo le belle scene e l'abilità di uno specialista come Bava riescono a rendere potabile.
Le astronavi Argos e Galliot in orbita attorno al pianeta Aura captano misteriosi segnali che lascerebbero supporre la presenza di una vita intelligente. Un campo magnetico costringe gli astronauti ad atterrare, ma durante la manovra, la Argos perde i contatti con la Galliot ed il suo equipaggio cade in preda ad una temporanea follia che soltanto il comandante Mark Markary riesce a contenere evitando una strage. Quando Mark ed i suoi uomini raggiungono la Galliot, vi rinvengono i cadaveri dei compagni, tutti decimati dalla stessa improvvisa furia omicida: è il primo segno di un'indefinibile minaccia che grava sul pianeta sconosciuto e che prende via via forma tra un incalzante susseguirsi di tragici episodi culminanti nella scoperta dello scheletro di un gigantesco umanoide all'interno del relitto di una navicella extraterrestre. Aura è abitato da creature invisibili, le ultime di una civiltà morente, che, in cerca di una nuova patria, tentano di impadronirsi della Argos materializzandosi nei corpi dei caduti. Nel corso di una disperata battaglia contro gli aggressori, la Argos riesce finalmente a decollare, ma a bordo il comandante Mark e la sua assistente sono essi stessi ormai posseduti dalle creature di Aura e fanno rotta verso la Terra, il più vicino pianeta.
Costretto a lavorare con un budget ridotto, Mario Bava sfrutta con intelligenza i risvolti orrorifici del soggetto per trasmettere visivamente il senso del mistero e della minaccia. Con pochi trucchi artigianali il regista crea un mondo silenzioso, soffuso di ombre e di nebbie avvolgenti, pronto ad esplodere ad un bagliore improvviso o ad un grido di terrore: una vera bolgia infernale che dilata le scenografie nel buio ed impasta i colori in una luce irreale. Una soluzione quasi espressionistica che sottolinea il disorientamento dei protagonisti e coinvolge lo spettatore in un crescendo di tensione, fino alla sorpresa finale della rivelazione (anticipata da tanti piccoli indizi apparentemente insignificanti) che Mark e i suoi astronauti non sono uomini della Terra ma alieni essi stessi. Caso più unico che raro per la fantascienza all'italiana, su Terrore nello spazio è stato scritto molto e in termini elogiativi, spesso con l'occhio rivolto al posteriore Alien e che ne riprende, con tutta evidenza, alcune situazioni chiave e l'opprimente atmosfera. Un'opera, questa di Bava, che sembra nascere quasi per scommessa o per sfida contro lo scarso credito che i produttori di Cinecittà hanno sempre manifestato verso la fantascienza.
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Dopo aver sperimentato il western,Bava prova con la fantascienza.Tratto dal romanzo una notte di 21 ore di Pestriniero,e sceneggiato a piu' mani da Melchiorre, Bevilacqua,Cosulich,Roman,Rafael j.e lo stesso Bava,il film si incentra su un gruppo di astronauti che viene attratto da un pianeta,e astronauti suo atterraggio alcuni membri dell'equipaggio diventano inspiegabilmente aggressivi.
tratto dal racconto del 1960 "Una notte di 21 ore" di Renato Pestriniero. Due grandi navi spaziali, in viaggio d'esplorazione in alcune zone inesplorate dello spazio, ricevono un SOS da Aura, un pianeta sconosciuto e disabitato. Con attori mediocri e un budget risicatissimo, quel geniaccio di Mario Bava realizza un cult: "Il film è stato citato come uno dei migliori [...] Vai alla recensione »
Corrisponde a verità, la scarsa produzione del genere fantascientifico nel paese del sole e del mare. Però, scavando in profondità ci si accorge che anche il bel paese ha pellicole , registi appassionati del genere e si scopre che un buon numero di opere sono state girate. Certo la fantascienza costa, è sempre stata 'Sbagliando' considerata onerosa, la verità, non ha mai riscosso grandi simpatie dai [...] Vai alla recensione »