Titolo originale | Zhizn za zhizn |
Anno | 1916 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Russia |
Durata | 66 minuti |
Regia di | Yevgeni Bauer |
Attori | Vera Kholodnaya, Lydia Koreneva, Ivane Perestiani, Vitold Polonsky, Olga Rakhmanova . |
MYmonetro |
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CONSIGLIATO N.D.
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L'intera vicenda è narrata in flash-back (il suicidio di Nelli è già avvenuto, sicuramente lo si vedeva nell'ultimo rullo che manca) e con lunghe didascalie in prima persona (la morta ha lasciato un diario, scoperto dalla cameriera). Dopo essersi sbizzarrito con le sue famose colonne che invadevano letteralmente la ricca scenografia del film precedente La vita per la vita (ma spesso servivano anche a occultare le fonti di luce!) e insieme confrontato con i numerosi personaggi del romanzo Serge Panin di Georges Ohnet, in Nelli Rajnceva Bauer confina invece l'ambientazione quasi sullo sfondo, per concentrare il racconto (scritto da Aleksandr Amfiteatrov) nel ritratto della protagonista, avvicinata in primo e in primissimo piano con maggior frequenza che in passato. È una donna che, nel "femminista" ante-litteram Bauer, si aggiunge alla galleria di anime sensibili e frustrate, alla ricerca di un'indipendenza e di una coscienza; ma il cerchio della società cui appartiene si restringe e si serra attorno a lei, schiacciandola.
Volendo infrangere le regole della propria classe, Nelli si lascia condurre al ballo dei servi dalla cameriera, che come spesso in Bauer è più smaliziata e sfrontata della padrona, proprio perché conosce a menadito i vizi e i segreti del «bel mondo» di cui è al servizio. Ma come nella «malsana» curiosità per i poveri in Crepuscolo di un animo femminile, la trasgressione viene pagata col disonore. In un improvvisato séparé si riunisce una specie di male assortita quadriglia - Nelli e un tizio del suo ambiente che l'ha riconosciuta e ne approfitta, la cameriera e un suo pari - riproducendo un rito di depravazione perfettamente borghese. Ancora una volta stupisce la modernità del tratto, per cui una situazione delle più frequentate, proposta "in soggettiva", riserva brividi inattesi. Le didascalie che, a differenza della maggior parte dei casi, ci sono arrivate intatte (solo quella finale è aggiunta per riassumere il rullo mancante) confermano l'impegno anche letterario che Bauer vi attribuiva.
Da Alfabetiere del cinema, a cura di L. Pellizzari, Falsopiano, Alessandria, 2006