Ritorno di Martin Scorsese dopo il viaggio grottesco attraverso il genere gangster compiuto con Quei bravi ragazzi. Espandi ▽
Ad un processo per stupro contro Max Cady, l'avvocato difensore Sam Bowden ha omesso la presentazione di un rapporto che poteva in parte fargli ridurre la pena. Uscito dopo 14 anni ed avendo acquisito le prove del danno subìto, Cady elabora un diabolico piano per vendicarsi di lui. Recensione ❯
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I vecchietti del primo Cocoon dopo esser saliti sull'astronave aliena ed essersi assicurati praticamente l'immortalità, vengono presi dalla no... Espandi ▽
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Una principessa ama il suo servitore, che però deve partire per terre lontane. Durante la sua assenza, un malvagio nobiluomo s'invaghisce di lei. Espandi ▽
Una principessa ama il suo servitore, che però deve partire per terre lontane. Durante la sua assenza, un malvagio nobiluomo s'invaghisce della principessa e la fa rapire da tre scagnozzi. Ma a salvarla torna, provvidenzialmente, l'innamorato. Favola arcinota, raccontata con garbo, impeto e ironia da Rob Reiner, che s'è servito di ottimi caratteristi e di una pattuglia di stuntmen che gli hanno offerto mirabolanti scene d'azione. Recensione ❯
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Metafora della civiltà televisiva: il direttore di un'emittente privata capta per caso un programma a base di torture e assassini. Espandi ▽
Max Renn vorrebbe avere sulla sua emittente televisiva i contenuti violenti di Videodrome. Non sa che sta infilandosi in un tunnel di orrori che lo trasformeranno anche fisicamente. David Cronenberg al suo settimo lungometraggio (considerando anche Stereo) pone definitivamente le basi per una rivoluzione dello sguardo che si andava delineando nelle opere precedenti e che qui trova una sua coerenza che costituirà la spinta propulsiva dei suoi film futuri. Chi per comodità ha letto il cinema di Cronenberg come osceno e finalizzato solo ad épater le bourgeois non ha compreso la moralità che ogni suo film ha come proprio dna. Il regista canadese non si compiace di ciò che mostra anche se apparentemente sembrerebbe il contrario. Vuole scuotere lo spettatore obbligandolo ad interrogarsi proprio grazie ad un'estremizzazione che non è mai fine a se stessa anche quando sfiora l'insopportabilità (non dimentichiamo gli anni in cui il film usciva). Recensione ❯
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"Aveva il volto rotondo e inespressivo come gli gnocchi, ... gli occhi incolori come il mare del Nord, ...avrebbe destato la compassione di chiunque": è... Espandi ▽
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Un cattivo soggetto vuole vendicarsi di un avvocato la cui testimonianza gli ha fatto passare molti anni in galera. È uno psicopatico e annuncia al su... Espandi ▽
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I parenti del proprietario di un castello si riuniscono vent'anni dopo la sua morte per l'apertura del testamento. Espandi ▽
Il primo film americano di Paul Leni è un horror con notazioni comiche che ha elementi legati all’espressionismo. Leni era scenografo come formazione e lo si nota nel come crea spazi che possono favorire la presenza del mistero o rivelare anfratti prima occultati. Gli elementi che poi diverranno classici (e anche un po’ stereotipi) dell’horror ci sono tutti. Dal castello avvolto nelle brume, alle ombre da espressionismo ai colpi di scena. A partire da quella mano che scosta le ragnatele per fare apparire i titoli di testa. La presenza degli aspiranti all’eredità crea un clima da Agatha Christie giocando poi sul tema della pazzia. Se lo si guarda facendo lo sforzo di collocarsi negli anni in cui venne realizzato ci si potrà rendere conto di quanto cinema successivo si sia avvalso di situazioni che qui vengono sperimentate con la consapevolezza di aderire ad un genere di cui si stanno fissando le coordinate. Non è un caso che la Film Foundation di Martin Scorsese ne abbia finanziato il restauro. Recensione ❯
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