Anno | 2018 |
Genere | Documentario |
Produzione | Israele, Austria, Germania |
Durata | 92 minuti |
Regia di | Yair Lev |
Attori | Chava Lev, Yair Lev, Esther Fritsch, Miriam Krug, Ahuva Chefetz Eran Wagner, Herbert Gruber (III), Niko Hofinger, Wolf-Erich Eckstein, Barbara Bloch, Andreas Focke, Clara Pollack, Michael Pilgram. |
Tag | Da vedere 2018 |
MYmonetro | 3,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 26 maggio 2020
Un regista israeliano scopre che il nonno aveva un suo 'doppio' in Europa.
CONSIGLIATO SÌ
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Il regista israeliano Yair Lev, in seguito a una questione su un’eredità lasciata da suo nonno, scopre che in Austria ha vissuto un uomo con gli stessi dati anagrafici fatta salva la data di morte che è diversa. Costui è stato anche presidente di un’associazione ebraica ma le prime informazioni fanno sorgere dei dubbi: se fosse stato un nazista che dopo la guerra aveva bisogno di una nuova identità? L’indagine avanza e i quesiti aumentano.
Non fatevi fuorviare dal titolo che riecheggia, con una variazione importante, il titolo di uno dei più noti film di James Bond. Si tratta di un accattivante gioco di parole che spiega l’inizio di una detection che nulla ha a che vedere con lo spionaggio.
Semmai invece viene da pensare che la vita vera talvolta dà origine a trame che sono migliori della miglior sceneggiatura e che, se tradotte in fiction con bravi attori, condurrebbero dritte verso la nomination per un Oscar. Perché il percorso che Lev compie è così avvincente e così ricco di svolte impreviste e imprevedibili che ti impedisce di perdere l’attenzione. Sappiamo bene che il cinema di finzione ci chiede la sospensione dell’incredulità, cioè ci domanda di non ragionare troppo su quanto sta accadendo sullo schermo, lasciandoci invece andare al susseguirsi degli accadimenti. Qui ci viene chiesto esattamente l’opposto. Ci viene proposto di ritrovarci increduli come coloro che ricostruiscono la vita dei due Ernst Bechinsky chiedendosi come sia stato possibile ciò che è accaduto e quali indicibili segreti, colui che si era impadronito dell’identità altrui, dovesse celare. Per buona parte del tempo questo è un documentario che si (e in fondo ci) interroga su quanto a volte in definitiva si sappia o non si sappia di coloro che ci sono, o ci sono stati, più vicini. Si tratta di quesiti esistenziali che potremmo definire ‘pirandelliani’ se qui non si fosse nell’ambito di un’altra cultura e tradizione letteraria. A un certo punto l’indagine, di per sé già più che interessante, si apre ad ulteriori orizzonti che, accompagnando Yair Lev quasi fossimo divenuti suoi parenti, avremo modo di scoprire e che ci consentiranno riflessioni non di secondaria importanza.