Anno | 2016 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Pasquale Falcone |
Attori | Pasquale Falcone, Gianni Ferreri, Tano Mongelli, Fabio Massa, Rosaria De Cicco Sergio Solli, Benedetto Casillo, Salvatore Cantalupo, Umberto Del Prete. |
Uscita | giovedì 11 maggio 2017 |
Tag | Da vedere 2016 |
Distribuzione | Pragma Distribuzione |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,10 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 4 maggio 2017
Due produttori cinematografici cercano un'occasione per emulare il successo di Checco Zalone.
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CONSIGLIATO SÌ
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Gaetano e Gennaro sono i Tavani ("senza la e") Brass (in omaggio a Tinto): Gaetano, ex attore televisivo il cui ruolo più memorabile è stato quello di un ufficiale di Polizia, si è improvvisato produttore, mentre Gennaro è sceneggiatore e regista. Insieme decidono di sfidare il campione di incassi italiano: no, non La vita è bella, come pensano tutti, ma Quo Vado? di Checco Zalone. Tutto sta a trovare un comico napoletano come loro, che sono del Vomero anche se "la crisi" li ha costretti a riparare nel Cilento, da lanciare nel firmamento delle star. La loro scelta cade su Chicco, un giovane cantautore le cui composizioni invariabilmente tristi parlano di biscotti finiti e donne che ti danno le spalle, ma che si presta a sfidare il fenomeno Zalone, favorito anche dal nome.
E se mi comprassi una sedia? è un film su quel sottobosco di produttori cialtroni, artisti incompresi e investitori occasionali che costituisce il ventre molle del cinema italiano.
L'idea geniale di Pasquale Falcone, sceneggiatore, regista e interprete del film nel ruolo dello sceneggiatore e regista Gennaro, è quella di mettere in scena una realtà che conosce dal di dentro, creando un'operetta metacinematografica popolata da personaggi tanto grotteschi quanto riconoscibili. Falcone ha anche l'intelligenza (e la generosità) di lasciare a Gianni Ferreri, che interpreta il ruolo di Gennaro (e il cui ruolo più celebre è stato quello del sovraintendente nella serie televisiva Distretto di Polizia), la parte del leone: Ferreri è irresistibile nei panni del produttore tragicomico che si arrampica costantemente sui vetri per mettere insieme l'improbabile capolavoro a lui suggerito nottetempo dalla buonanima di Eduardo De Filippo, nume tutelare (insieme a Totò e a Toni Servillo, cui sono dedicati parecchi "inside joke") di ogni aspirante cinematografaro napoletano, cui fa omaggio il titolo del film (nel film).
L'altro gigante in scena è Sergio Solli nei panni di un produttore molto meno idealista di Gennaro e molto più attento a ciò che fa girare il mondo: i soldi, quelli che mancano ai Tavani Brass, ma anche a E se mi comprassi una sedia?. Infatti quello che separa il film di Falcone da una pole posiztion per il box office è la carenza di quelli che si definiscono i "valori produttivi". Dunque all'originalità di una sceneggiatura che strapperà ben più di una risata, soprattutto agli addetti ai lavori, e di una regia che infila inquadrature non scontate e un ritmo di montaggio incalzante (firmato da Gianluca Vatore), non corrispondono scenografie adeguate, competenze tecniche di livello superiore, una colonna sonora meno insopportabile e attori di contorno in grado di tenere testa a Falcone e Ferreri (con le eccezioni dei camei di Salvatore Cantalupo e Pietro De Silva). Certo, la produzione sgarrupata potrebbe essere una scelta, una forma che riproduce esattamente il contenuto, ma basterebbe un po' più di cura formale, e una distribuzione efficace, per fare di E se mi comprassi una sedia? un piccolo cult surreale nella tradizione felice della commedia all'italiana.
Il film di Falcone mette il dito nella piaga della non-industria cinematografica nazionale, centra in pieno la dimensione ciarlatana della produzione nostrana sempre a caccia da "na convenzione e nu contribbuto", mette alla berlina le banche, la Chiesa, i film fest e la commissione ministeriale che eroga i finanziamenti in nome dell'interesse culturale, e coglie la dimensione kitch della provincia campana contemporanea corrotta dalla televisione e dal web, per certi versi oltrepassando Garrone, Sorrentino e De Angelis.
Ma E se mi comprassi una sedia? è soprattutto il one man show di Gianni Ferreri, grandissimo attore poco utilizzato dal cinema italiano per motivi simili a quelli che mettono all'angolo i Tavani Brass, capace di dare vita a ogni dialogo e monologo e di improvvisare a braccio, come nella migliore tradizione del teatro partenopeo. E se mi comprassi una sedia? è un invito esplicito a dare a Ferreri e a Falcone le possibilità che meritano, perché con maggiori mezzi a loro disposizione potrebbero davvero dare filo da torcere ad altri comici assai più celebrati.
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Mi aspettavo molto di più da questo film. Ero assolutamente bendisposto, favorito da recensioni positive che avevo letto precedentemente. Ho iniziato a vederlo con le migliori intenzioni, conoscendo l'idea assai originale della storia, trovavo intelligente fare un film sul sottobosco cinematografico in cui due scalcinati produttori tentavano di bissare il colpaccio fatto da Checco Zalone [...] Vai alla recensione »
Il film presentato a Cava de' Tirreni, città natale del regista Pasquale Falcone, tenta , inutilmente, una parodia del nostro cinema italiano di successo raccontando una strampalata avventura di improvvisati cineasti ,attori e produttori alla ricerca del successo nel cinema, cercando di sfruttare il nome di Checco ( Chicco) Zalone. Il film presenta una scrittura approssimativa, superificiale, [...] Vai alla recensione »