L'uomo sulla luna

Film 2013 | Documentario 58 min.

Anno2013
GenereDocumentario
ProduzioneItalia
Durata58 minuti
Regia diGiuliano Ricci
TagDa vedere 2013
MYmonetro 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Giuliano Ricci. Un film Da vedere 2013 Genere Documentario - Italia, 2013, durata 58 minuti. - MYmonetro 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Condividi

Aggiungi L'uomo sulla luna tra i tuoi film preferiti
Riceverai un avviso quando il film sarà disponibile nella tua città, disponibile in Streaming e Dvd oppure trasmesso in TV.



Accedi o registrati per aggiungere il film tra i tuoi preferiti.


oppure

Accedi o registrati per aggiungere il film tra i tuoi preferiti.

Ultimo aggiornamento venerdì 3 marzo 2017

In terra sarda, tra le montagne della Barbagia, le vedove della comunità sono le portavoci dei defunti.

Consigliato sì!
3,25/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Scheda Home
Critica
Premi
Cinema
Trailer
Documentarismo puro aiutato da uno spirito non comune nel saper piazzare la videocamera e la felice scoperta di quattro soggetti clamorosi.
Recensione di Gabriele Niola
Recensione di Gabriele Niola

Attraverso i racconti di quattro anziane donne di una comunità della Barbagia (Sardegna) viene rievocato un mondo totalmente defunto, in cui l'immaginario collettivo si comunicava attraverso i sogni e la loro interpretazione. Nelle parole delle anziane sopravvissute (è il termine più adatto visto il quantitativo di morti che le circondano) emerge una realtà di faide, omicidi e violenze all'ordine del giorno che cozza con il vivere moderno, con la società televisiva e acquietata, una modernità arrogante la cui colpa primigenia è essere andata addirittura a toccare la Luna.
Inizia con una dichiarazione di stile quest'audace documentario: con un'inquadratura di un'anziana donna sarda in casa, avvolta in una veste nera a lutto, così bardata da apparire come un Sith di Guerre Stellari, un look che sembra impossibile sia vero. E' così L'uomo sulla Luna: un film che si fatica a credere che sia vero e invece non contiene nemmeno un frammento di sceneggiatura, documentarismo puro aiutato da uno spirito non comune nel saper piazzare la videocamera e la felice scoperta di quattro soggetti clamorosi.
Tutto parte da "Visiones - I sogni dei pastori", libro di Barchisio Bandinu che studia, racconta e illustra il mondo dell'interpretazione onirica nella cultura popolare sarda. Giuliano Ricci intervista alcune vedove che ha trovato a partire dai loro sogni, scoperchiando un mondo in cui la morte è ovunque, non come rappresentazione popolare ma come effettivo manifestarsi. Più avanza il documentario più aumenta l'elenco dei morti nelle loro vite, ognuno previsto da un sogno adeguatamente interpretato (e ogni elemento onirico, nella loro spiegazione, sembra riporti ad una futura morte, come se non esistesse altro).
Fa però da contraltare a tutto ciò l'atteggiamento scanzonato e divertente che le quattro vecchiette mantengono per tutto il tempo. Intelligenti, vivaci e dotate di un naturale tempo comico che impressiona, raccontano la loro vita, il loro passato e il loro presente interagendo da navigate cabarettiste, costruendo involontarie gag dall'architettura perfetta (si veda quella sulle donne armate che culmina con un pettine, un dialogo che sembra scritto da Age e Scarpelli).
Ben oltre le rappresentazioni scaramantiche e folkloristiche che della morte fanno i vari carnevali locali (filmati nelle loro versioni moderne), il racconto di L'uomo sulla Luna mostra una ricchezza e una profondità culturale che si accoppiano ad un rapporto con l'al di là solo apparentemente etichettabile come cristiano. Nonostante una dichiarata fede (anche se molto selettiva nell'apprezzamento dei diversi papi) le quattro donne intrattengono rapporti con i morti al limite del pagano e in più di un momento sono "guardate" dal regista come le tre Parche. Li sognano, li vedono, li salutano e li attendono, conoscono a menadito il cimitero e lo frequentano come fosse la piazza principale della città (impressionante il teatrale saluto ai morti fatto all'ingresso da una di loro, la più anziana e quindi meno consapevole della presenza di una troupe).
Su tutto regna però la maniera in cui Giuliano Ricci riesce ad organizzare questo materiale straordinario per fare un discorso non solo di scoperta etnografica ma anche di svelamento delle contraddizioni tra una realtà al limite del medievale (per efferatezza dei racconti e superstizionismo) e la società dell'immagine veicolata dalla televisione, di cui pure si abbeverano in scene che non sono troppo lontane da quelle stranianti di Le colline hanno gli occhi. E' il titolo del film infatti, quando viene finalmente menzionato, a svelare il quadro interpretativo dell'autore, quale sia cioè quel mondo e quella cultura popolare talmente defunti da essere largamente ignorati e quale quella imperante in cui quest'umanità, suo malgrado, continua a vivere come un pesce fuor d'acqua.

Sei d'accordo con Gabriele Niola?
Powered by  
Vai alla home di MYmovies.it
Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati