Titolo originale | Au fond des bois |
Anno | 2010 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia, Germania |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Benoît Jacquot |
Attori | Isild Le Besco, Nahuel Pérez Biscayart, Jérôme Kircher, Mathieu Simonet, Luc Palun Jean-Claude Bolle-Reddat, Bernard Rouquette, Jean-Marc Stehlé, Yvette Peyremorte, Sylvain Kauffmann, Valérie Soyez, Tiphaine Benoit, Madeleine Celis, Philippe Dofny, Hervé Peyrard, Daniel Dumas, Pascal Lopez, Sébastien Soudais, Damien Mazel, Grégoire Terme, Bruno Riner, Sylvie Castanie, Olivier Ledauphin, Guillaume Barré. |
MYmonetro | 3,00 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 13 ottobre 2010
CONSIGLIATO SÌ
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1865. Il giovane Timothee dall'aspetto selvatico fa la sua comparsa in un villaggio nel sud della Francia. Riesce, fingendosi sordomuto, a farsi invitare a cena dal dottor Hughes, medico dei poveri. Costui ha una figlia, Josephine, che Timothee, trovatala sola in casa, ipnotizza e violenta. Da quel momento la ragazza lo seguirà nel suo vagabondare apparentemente sottomessa solo al suo volere.
Benoit Jacquot torna a dirigere sullo schermo la sua musa Isild Le Besco e lo fa con una storia desunta da una ricostruzione storica. La passione tra il "giovane selvaggio" e la cerea fanciulla dal corpo stupendo e dalla volontà (apparentemente) fragile può apparire, a un occhio disincantato, venata di maschilismo. Senza voler anticipare il finale del film la domanda che aleggia sul comportamento di Josephine è inevitabilmente legata a quanto la ragazza sia vittima del volere del suo 'rapitore' e quanto invece ci sia di volontario e condiviso nel concedersi a lui.
Ma ciò che risulta più interessante è la lettura che il film offre di una società marginale che si rivela sensore di una trasformazione profonda. Se Timothee arriva dal 'profondo del bosco' che costituisce il suo habitat naturale non è il solo che viva (e non necessariamente per scelta) a un livello semiumano. Lungo il percorso dei due protagonisti si ha modo di incontrare personaggi ridotti in condizioni di vita miserevoli (vedi a titolo di esempio la scena dei bambini). A un altro livello c'è la vecchia borghesia al tramonto (il padre di Josephine) che conserva ancora dei valori e che soffre nel vederli dissolvere. A sostituirla c'è pronta una nuova classe (il fidanzato di Josephine) assolutamente impermeabile a qualsiasi accadimento e pronta a metabolizzare qualsiasi evento pur di conservare una falsa apparenza di perbenismo. Con un treno (invenzione recente e rivoluzionaria) pronto per trasportare altrove ed evitare la scoperta delle verità nascoste.
1865: Amore, violenza e psicologia. La semi-vera storia di un ragazzo selvaggio e di una fanciulla dalla ricca famiglia. Secondo me inizialmente l'idea (partita comunque dalle mani di Jacquot) era molto originale ma il problema principale è la sceneggiatura. Ho visto il film in prima mondiale al Festival del Film di Locarno e ho trovato che nonostante la storia mi abbia preso molto, le scene erano [...] Vai alla recensione »
L'histoire est vraie. Elle a été relatée par la juriste Marcela Iacub dans une chronique du journal Libération. En 1865, dans le sud de la France, un mendiant estropié de 25 ans demande l'hospitalité chez un médecin. Il se fait passer pour sourd-muet, voyant, fils de Dieu, et viole la fille de son hôte, vertueuse bourgeoise, avant de l'entraîner avec lui au fond des bois.