Anno | 2008 |
Genere | Documentario |
Produzione | Cina, Svizzera |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Huang Wenhai |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Huang Wenhai prosegue la sua indagine sulla società cinese contemporanea cercando di apportare uno sguardo inedito alla figura della donna e al ruolo che riveste all'interno di uno dei più grandi paesi del mondo.
CONSIGLIATO SÌ
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All'indomani delle Olimpiadi, di quelle immagini televisive di una Cina moderna e trionfante, sugli schermi della mostra veneziana giunge il documentario Wo Men che racconta "un'altra Cina", dando voce alle inquietudini e alla coscienza di "creature della politica", di cittadini che quando sono in gioco questioni di stato, non possono restare a guardare, impegnati quotidianamente nella lotta e nella denuncia della violazione dei diritti umani fondamentali e inviolabili, nella ricerca della libertà e della democrazia che ancora non hanno. Il film, diretto da Huang Wenhai, giornalista, scrittore e produttore indipendente, segue i racconti e le vite di attivisti appartenenti a tre generazioni costretti a nascondersi, a vivere nel buio e nella clandestinità, sottoposti a pressioni, controlli e intimidazioni, in un clima di paura e di ansia e, ciononostante, convinti che soltanto una nuova coscienza sociale e politica, possa realmente modificare la situazione del loro Paese. Scrittori che devono distribuire di nascosto le copie dei loro libri, cattolici che devono praticare la loro religione con cautela, un poeta che dopo essere stato rinchiuso in un campo di prigionia e costretto a sopravvivere in condizioni disumane, continua a resistere e a lottare. Girato con una videocamera a mano, Wo Men rappresenta un documento unico e nella sua urgenza risiede il pregio maggiore che giustifica una fattura un po' sfilacciata, che lo avvicina maggiormente al reportage. Ne emerge un ritratto efficace che riesce bene a restituire la sensazione disperante di vita da parte di chi non smette di lottare per una nuova Cina, anche se a tratti si vorrebbe poter comprendere meglio, poter cogliere appieno quei riferimenti appena accennati, che necessiterebbero di un inquadramento storico maggiore per poter fruire appieno di un'opera che altrimenti, per uno spettatore occidentale, risulta un po' criptica.