Anno | 2004 |
Genere | Fantascienza |
Produzione | Italia |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Jonathan Fior |
Attori | Jonathan Fior, Stefano Colombelli, Gianluca Bonato, Fabio Carone, Giuseppe Borghi Elisa Gallo. |
MYmonetro | 2,69 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Il primo film italiano di fantascienza girato completamente in digitale, si ispira ai fumetti giapponesi detti "Manga". In un mondo infetto, Dyine cercherà di trovare una soluzione per aiutare gli esseri umani contaminati.
CONSIGLIATO NÌ
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In un indeterminato e decadente futuro, una forma di vita inorganica basata sul Silicio (gli avvizziti) ha invaso il pianeta terra, infettando gli umani. La misteriosa safeguard Divine, proveniente da un altro mondo, verrà inviata sotto forma umana sulla terra, con il compito di far luce sull'invasione. Ben presto Divine si troverà immerso in un contesto di intricate correlazioni tra umani e avvizziti, che potrebbero delineare scenari inattesi.
Non ci si può non avvicinare con interesse alla ribalta in digitale di un prodotto italiano indipendente che, partendo da presupposti di ispirazione bio-fantascientifica, collegata sia alla cultura manga che a quella lucasiana, sbarca nelle sale promettendo qualcosa di inedito. Si Nightmare è letteralmente un Incubo al Silicio: partorito dalla mente di Jonathan Fior, regista tuttofare, il mediometraggio parte e si conclude entro gli sfumati contorni della dimensione onirica, compreso il brusco risveglio finale, riconducibile ad eco abrupto del Kubla Khan di Coleridge. In quest'ottica l'opera può essere considerata l'embrione -strettamente a livello di concept- di un inno alla creatività che si nutre di commistioni post-moderne, avanzando tra citazioni (Matrix tra gli altri) e deliri semi-metallici in una dimensione sospesa.
Quanto di buono si poteva dire si è detto.
Al risvolto pratico l'opera risulta però di qualità assolutamente basso-amatoriale. Il girato digitale a bassa definizione è sottoposto a costanti filtraggi pseudo-psichedelici che ne retrocedono la qualità a livello webcam, con intrusioni di effettistica che fanno sorridere. Sceneggiatura e dialoghi sono anch'essi trasposti in modo ingenuo, e un doppiaggio professionale nulla può contro personaggi che si lasciano andare a sproloqui interiori full-time. Inutile, infine, infierire sul cast.
Fare di necessità virtù significa ben altro, e, in relazione ad alcuni comunicati stampa megalomani, montarsi la testa sarebbe decisamente fuori luogo. Nonostante tutto, il fatto che il film sia sbarcato nelle sala rimane un (inspiegabile) buon segno.