Il male oscuro |
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Un film di Mario Monicelli.
Con Giancarlo Giannini, Vittorio Caprioli, Stefania Sandrelli, Emmanuelle Seigner, Pietro Tordi.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 114 min.
- Italia 1990.
MYMONETRO
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Tratto da un romanzo di Giuseppe Berto. Un uomo rivive gli ultimi dieci anni attraverso la classica cura psichiatrica del lettino. Tutto è cominciato ...
![]() Da Giuseppe Berto un film drammatico con una buona dose di ironia ed episodi grotteschi |
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![]() Tratto da un romanzo di Giuseppe Berto. Un uomo rivive gli ultimi dieci anni attraverso la classica cura psichiatrica del lettino. Tutto è cominciato dopo la morte del padre, che aveva perso la testa per una ragazzina. L'uomo è afflitto dalla sindrome del fallito, perché non è riuscito a diventare né un grande scrittore né un grande sceneggiatore. La moglie poi lo tradisce e lui si chiuderà sempre di più in se stesso, come in un guscio senza uscita. Il film pur drammatico ha una grande dose di ironia e di episodi grotteschi. In certi momenti però il manierismo è lì in agguato e per fortuna viene smussato dalla consueta bravura di Giannini. Vittorio Caprioli è da citare nella parte dello psicanalista. Monicelli per questo film ha vinto il David di Donatello per la migliore regia. |
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premi nomination |
Nastri d'Argento 2 2 |
David di Donatello 1 1 |
DVD | Il male oscuroUscita in DVD
Disponibile on line da martedì 2 dicembre 2014
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di Gian Luigi Rondi Il Tempo
Il male oscuro di Giuseppe Berto, uscito nel ‘64, era il romanzo (autobiografico) di una nevrosi. Affidato a una scrittura quasi automatica, così ossessiva e segreta nel suo insistente, ininterrotto fluire, che la nevrosi arrivava quasi a materializzarsi di fronte all’occhio del lettore: con una tecnica che era insieme stilistica e psicanalitica. Ridurlo per lo schermo in queste stesse cifre era addirittura temerario, così Suso Cecchi d’Amico e Tonino Guerra, riscrivendolo per la regia di Mario Monicelli, hanno preferito più semplicemente trasformarlo nel romanzo di un nevrotico, dando al personaggio centrale tutto lo spazio e l’importanza che nel libro avevano sia il linguaggio sia, nel fondo, i procedimenti psicanalitici. » |
di Lietta Tornabuoni La Stampa
Il romanzo omonimo di Giuseppe Berto, pubblicato nel 1964, poteva già essere considerato un grottesco, che non prendeva interamente sul serio la nevrosi del protagonista. Oltre un quarto di secolo dopo, nel film che Mario Monicelli ne ha tratto succede una cosa curiosa: quella nevrosi non appare più un caso clinico, le sue manifestazioni servono piuttosto a comporre un ritratto d’uomo contemporaneo molto comune. La soluzione finale (il silenzio, l’isolamento in campagna, il distacco da famiglia amici, la rinuncia a ogni ambizione letteraria o carrieristica, la scelta dell’eremo) corrisponde a un bisogno oggi avvertito sempre più da artisti o intellettuali non giovani. » |
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