Anno | 1974 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Luchino Visconti |
Attori | Helmut Berger, Burt Lancaster, Silvana Mangano, Claudia Marsani, Enzo Fiermonte Philippe Hersent, Claudia Cardinale, Umberto Raho, Romolo Valli, Valentino Macchi, Lorenzo Piani, Vittorio Fanfoni, Dominique Sanda, Stefano Patrizi, Guy Tréjan, Elvira Cortese, Jean Pierre Zola, George Clatot, Margherita Horowitz. |
MYmonetro | 3,32 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 18 ottobre 2018
In un grande palazzo romano abitano un professore americano, il proprietario e alcuni giovani ai quali ha affittato il piano superiore. Ha vinto 5 Nastri d'Argento, ha vinto 2 David di Donatello,
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CONSIGLIATO SÌ
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In un grande palazzo romano abitano un professore americano, il proprietario e alcuni giovani ai quali ha affittato il piano superiore. L'uomo si è rinchiuso nel suo mondo poiché non riesce ad accettare l'evoluzione della società: l'intrusione dei ragazzi nella sua vita privata gli è di stimolo e di fastidio nel medesimo tempo. Allora li allontana, ma sente più che mai il peso della sua solitudine.
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IL Maestro Visconti , nel 1974, giunto quasi al termine Del suo percorso professionale ed esistenziale, pur essendo Reduce da un grave ictus che lo rese parzialmente paralizzato Dà vita a quest’opera , assai significativa, che può essere Definita ed intesa , a tutti gli effetti, come il suo testamento Professionale e spirituale.
Come concordemente sottolineato dalla critica, Gruppo di famiglia in un interno, è una delle opere maggiori di Luchino Visconti, forse la sua più sofferta, la più intima. Ma ad uno che ama l'arte pittorica, anche grazie alla fotografia di De Santis, alla sceneggiatura di Medioli, questo è uno stupendo e raffinato "affresco" di una società decadente [...] Vai alla recensione »
La vita di un mite e distinto professore romano, che vive isolato tra quadri e libri, viene travolta dall'arrivo di una famiglia insolente che vuole comprare un suo appartamento inabitato al piano di sopra. Tra loro c'è Konrad, attivista di sinistra che odia la borghesia ma la sfrutta abbindolando donne ricche. La loro convivenza è complicata, resa impossibile dalla vita in solitudine [...] Vai alla recensione »
Forse il film più controverso di Visconti, parrebbe la traslazione intimistica del Gattopardo, più crepuscolare e dimessa; forse non altrettanto raffinata e letteraria, ma non per questo meno chiaroveggente e impietosa. La stessa cornice del film sembra un azzardo: Visconti crea una dialettica che in alcuni passaggi risulta improponibile, forzando la coesistenza di due realtà [...] Vai alla recensione »
Raffinata e stilisticamente perfetta. Visconti realizza in un interno, un opera tecnicamente valida e con una sceneggiatura curata dai dialoghi importanti e mai banali. La scenografia è un tassello importante di questo film e gli attori si dimostrano all'altezza della situazione.
Il soggetto é molto bello,ma lo sviluppo risulta in parte come un'occasione persa. Il gran signore,dalla compagnia dei quadri e delle opere d'arte,passa a quella chiassosa di una "famiglia allargata". La prima parte é riuscita,soprattutto la messa in scena del rapace insediamento nell'appartamento,con le reazioni suscitate nel padrone di casa e nella sua inseparabile serva.
film che inquadra il disagio esistenziale della famiglia borghese a cavallo degli anni '70,esprime la riflessione del regista sui valori che la società sta perdendo,senza alcuna fiducia sulla capacità o l'impegno sociale dei giovani,che appaioni fagocitati in quel riflusso politico che di lì a poco avrebbe caratterizzato la società italiana.Il film conclude la riflessione inmtimista del grande regista,inaug [...] Vai alla recensione »
Gruppo di famiglia in un interno, una delle opere maggiori di Luchino Visconti, forse la sua più sofferta, la più intima. Ancora una volta, come in Senso, come nel Gattopardo, l’individuo e la Storia, l’uomo e la società. E ancora una volta, e in modo lacerante, diretto, la metafora della morte, (di un singolo, di un’epoca) che era la cifra poetica più struggente di Morte a Venezia in cui l’annuncio [...] Vai alla recensione »