Anno | 2021 |
Genere | Documentario |
Produzione | Svizzera |
Durata | 97 minuti |
Regia di | Stefano Knuchel |
Attori | Giancarlo Giannini . |
Tag | Da vedere 2021 |
MYmonetro | 4,11 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 7 settembre 2021
La storia del fumettista italiano Hugo Pratt nei suoi anni in Argentina.
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Figlio di un militare di carriera, il disegnatore Ugo Eugenio Prat (1927-1995), più noto come Hugo Pratt, cresce tra Venezia e l'Etiopia, perché il padre è arruolato nella polizia dell'Africa italiana. Esordisce nel disegno alla fine della Seconda guerra e dopo il ritorno in Italia, su invito dell'editore Cesare Civita, fondatore della Editorial Abril, seguendo altri fumettisti italiani approda nel 1949 a Buenos Aires, in pieno peronismo. In città resterà fino al 1962, sfuggendo alla violenza dell'imminente dittatura, diversamente da Héctor Germán Oesterheld, l'amico sceneggiatore e creatore, tra gli altri, dei fortunatissimi "Sgt. Kirk" e "L'eternauta", nonché della casa editrice Frontera. In Argentina Pratt trova una cerchia di spiriti affini, l'amore di una vita, la paternità, occasioni di esplorazione (le pampas, la Patagonia, il Brasile), molte opportunità di lavoro (Ernie Pike, Anna della giungla) e didattiche nel campo del fumetto (alla Escuela Panamericana de Arte, tempio del dibujo, il disegno animato). Prima ancora, un'intensa passione per le feste private e la vita notturna, tra il jazz, il tango di Gardel e la malavita al barrio portuale La Boca. Avventure lisergiche, frequentazioni cosmopolite e spericolate e malinconie da cui si sente naturalmente attratto e che pervadono i suoi disegni.
Sceneggiato dal regista Stefano Knuckel e dallo scrittore Marco Steiner, collaboratore di Pratt nell'ultima fase produttiva, Hugo in Argentina è la seconda parte di un'ideale trilogia aperta da Hugo en Afrique, presentato alla Mostra di Venezia nella sezione Orizzonti nel 2009.
Affascinato fin da ragazzino dalla figura di Corto Maltese, marinaio apolide e disincantato, il personaggio prattiano più conosciuto e sorta di alter ego di Pratt ("aveva una relazione folle con la vita") Knuckel indaga il suo oggetto d'amore con un film lirico, amoroso e documentatissimo, immersione multiforme nella sensibilità di un anarchico puro, affidandosi ad archivi storici e a testimonianze dirette e indirette. Un'affascinante alternanza, spesso in split screen, di immagini soprattutto private (coproduce Cong, società svizzera che controlla e promuove l'opera di Pratt) che scaraventa lo spettatore nel mezzo dell'esperienza sudamericana, parallelamente rievocata da alcune persone a lui intimamente legate: l'amico e pittore Oscar Smoje, Martín Oesterheld (regista e nipote di Héctor), Martina Pratt, una dei due figli avuti da Gucky Woderer, il disegnatore Gianni Dalfiume, il decoratore Gustavo Ferrari, Gisela Dester, illustratrice e assistente nonché grande amore di Pratt.
In evidenza sono la stagione trionfale del fumetto sudamericano (le historietas) e la sua legittimazione, allora già compiuta, come linguaggio che intercetta e crea nuovi lettori grazie a una compiutezza letteraria e filosofica, diversamente dal mix di azione e puro intrattenimento delle strisce statunitensi. Alla regia di tutto, tra vicende biografiche, riflessioni esistenziali e traguardi stilistici, sta la voce reale di Pratt, estratta da un'intervista audio realizzata dal biografo Dominique Petitfaux (i cui dialoghi sono raccolti nel libro Il desiderio di essere inutile. Ricordi e riflessioni di Hugo Pratt), mentre nel film è riattualizzata, in francese, da Giancarlo Giannini. Un ritratto parziale e raffinato, non convenzionale, di un vero anarchico. Un irrequieto, affabulatore, seduttore, assetato di vita. Perché "l'avventura non ti viene a cercare. È l'uomo che deve andare alla sua ricerca".
Se passa nei vostri paraggi, correte a vederlo. È uno dei migliori doc della stagione, degno omaggio al papà di Corto Maltese. Come da titolo, Stefano Kuchel ricostruisce gli anni argentini di Hugo Pratt, dal 1949 al 62. Anni ribollenti, spericolati. Le feste, l'alcol, la creatività incontenibile, il tango, il jazz e l'amicizia con Dizzy Gillespie, le donne, l'attrazione per il porto di Buenos Aires. [...] Vai alla recensione »
Riassunto delle puntate precedenti: CINEMA SVIZZERO A VENEZIA #10 - Winter Edition ci ha permesso di scoprire in un colpo solo i due documentari finora dedicati al grande Hugo Pratt dal cineasta ticinese Stefano Knuchel. Sul fascino (in)discreto di Hugo en Afrique (2009) ci si è già espressi. Il parto più recente del documentarista svizzero, Hugo in Argentina (2021), può vantare d'altro canto un analogo [...] Vai alla recensione »
Hugo in Argentina del regista svizzero Stefano Knuchel è un viaggio intrigante nelle vicende e nelle passioni del disegnatore Ugo Eugenio Pratt, noto solo come Ugo Pratt. Knuchel, che nel 2009 alla Mostra del cinema di Venezia aveva già presentato Hugo in Africa, primo capitolo focalizzato sull'infanzia e l'adolescenza dell'artista, con Hugo in Argentina vuole trasmetterci il ritratto dell'artista [...] Vai alla recensione »