Anno | 2020 |
Genere | Thriller |
Produzione | Francia |
Durata | 104 minuti |
Regia di | Cédric Jimenez |
Attori | Gilles Lellouche, François Civil, Karim Leklou, Adèle Exarchopoulos, Kenza Fortas Idir Azougli, Cyril Lecomte, Michael Abiteboul, Jean-Yves Berteloot, Jacques Kounta. |
Tag | Da vedere 2020 |
MYmonetro | 3,25 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 3 giugno 2021
Una squadra di polizia a Marsiglia va oltre la linea della giustizia con lo scopo di ottenere ordine. Il film ha ottenuto 6 candidature a Cesar,
CONSIGLIATO SÌ
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A Marsiglia i poliziotti della BAC (brigades anti-criminalité) hanno perso il controllo di un intero quartiere dei sobborghi. Quando dall'alto si pretende una retata che dimostri l'efficacia della polizia, un terzetto di agenti si ritrova costretto a collaborare con un informatore che chiede in cambio delle sue dritte una grossa quantità di droghe leggere. Il superiore gli dice di procedere, ma allo stesso tempo gli dice anche di non poter formalizzare questa attività e gli agenti si trovano così ad affrontare una difficile impresa senza rete...
BAC Nord è un poliziesco d'azione con grandi momenti di frenesia e spettacolo, ma troppo di parte nelle sue semplificazioni politiche e ideologiche.
Per entrare nel vivo della questione occorre raccontare il caso di cronaca alla base del film, con inevitabili spoiler sulla trama, quindi il lettore si ritenga allertato. BAC Nord trae spunto da fatti avvenuti a Marsiglia nel 2012, che hanno portato all'arresto di diversi agenti di polizia accusati di traffico di droga. Il film però sposa la loro difesa a tal punto da assolverli nel modo più assoluto, facendone le solite vittime dei giochi politici dei loro superiori, senza mai intaccare la santità dello spirito di corpo né le buone intenzioni degli agenti. Questo ha reso problematica la sua accoglienza in Francia, con stroncature assolute in particolare sui giornali di sinistra. Da noi non c'è una percezione su questo scandalo, ma anche così la rappresentazione risulta tutta dalla parte dei poliziotti e francamente è difficile immaginare che fossero davvero dei cavalieri senza macchia.
Il problema ideologico è poi ancora più macroscopico, perché al di là dell'innocenza o meno degli agenti, che è una questione di verosimiglianza, il film presenta uno spaccato sociologico a dir poco tagliato con l'accetta. BAC Nord sembra la risposta di destra a I miserabili di Ladj Ly (e pure al meno sinistrorso Shorta dei danesi Frederik Louis Hviid e Anders Ølholm): anziché presentare un quadro sfaccettato dove i modi brutali della polizia sono concausa di una situazione esplosiva, BAC Nord non dà alcuna voce agli abitanti dei sobborghi (tranne per l'ambigua informatrice), che appaiono così come una massa di persone per lo più di colore, arroganti, violente e armate. Questa bestiale disumanizzazione aiuta la tensione, ma fino a che punto si può sacrificare la sensibilità sociologica alle logiche del cinema di genere?
BAC Nord è così un film paradossale, da una parte moderno nella realizzazione, con un atto centrale dedicato all'assedio alla retata in una palazzina, dall'altra invece con semplificazioni che oggi, per fortuna, risultano indigeribili. A questo problema il regista e gli sceneggiatori hanno cercato di mettere una pezza nella prima parte del film, mostrando la difficoltà del lavoro di polizia in quei quartieri e inserendo una sequenza sorprendentemente gioiosa in cui un ragazzino viene arrestato e finisce per cantare a rap a squarciagola in auto, insieme agli agenti che lo portano in centrale in una corsa senza regole piuttosto spettacolare. Però queste piccole cose finiscono del tutto cancellate dalla vicenda portante del film e soprattutto dal suo amaro epilogo.
BAC Nord è un poliziesco infuocato, massacrato da parte della stampa francese con l’accusa di essere di parte. Non dà tregua e cresce notevolmente nella parte carceraria. Cédric Jimenez con BAC Nord porta la lotta all’interno, in mezzo a palazzi filmati come confini invalicabili. Una collisione tra I miserabili e i polar, il film si basa su una vicenda realmente accaduta [...] Vai alla recensione »
Il regista francese Cédric Jimenez si era già fatto conoscere a livello internazionale nel 2014 con il gangster-movie French Connection, che narrava la storia vera della lotta fra il giudice Pierre Michel e il gangster Gaëtan Zampa nella Marsiglia degli anni Settanta. Jimenez torna a ispirarsi a un fatto di cronaca con BAC Nord, un granitico e tesissimo polar 2.
Cédric Jimenez e la moglie sceneggiatrice Audrey Diwan, con un racconto in parte ispirato a fatti occorsi nel 2012, tornano in zona French Connection, a Marsiglia, a Gilles Lelouche e al tema di eroi contro il crimine che il Sistema non valorizza. Abbracciano ancora le convenzioni di genere ma con una messinscena che rincorre sapientemente il realismo nell'azione e nella tensione: l'amicizia virile [...] Vai alla recensione »
A Marsiglia non si vede il mare né il porto. Per Friedkin, in Il braccio violento della legge, lo scontro tra polizia e criminalità si svolgeva anche da quelle parti. Cédric Jimenez con BAC Nord porta la lotta all'interno, in mezzo a palazzi filmati come confini invalicabili. Una collisione tra I miserabili e i polar di Olivier Marchal, in mezzo alla luce infuocata della fotografia di Laurent Tangy [...] Vai alla recensione »
BAC Nord è il film evento della stagione cinematografica francese 2021. Un successo inatteso e una strumentalizzazione politica inaudita. In Italia salta la sala, un po' un peccato soprattutto per la resa su grande schermo della fotografia di Laurent Tangy che sfida a duello la luce di Marsiglia. Senza le polemiche politiche e l'entusiasmo del pubblico resta il film nudo e crudo, un polar abbastanza [...] Vai alla recensione »